Lunedì, 20 Aprile 2015 21:29

Assistenza alla popolazione: in attesa della Corte dei Conti, Cialente e Pelini si difendono

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La riscossione dei canoni di compartecipazione del Progetto Case? "Il nostro è stato un modello di gestione virtuoso". Il tasso di morosità e evasione? "Al di sotto della media nazionale". Il cas incassato anche dai non aventi diritto? "In pochi mesi abbiamo recuperato 750mila euro".

Il sindaco dell'Aquila Massimo Cialente e l'assessore comunale Fabio Pelini difendono a spada tratta l'operato della giunta nella gestione dell'assistenza alla popolazione.

E lo fanno a ridosso della sentenza con cui la Corte dei Conti regionale si pronuncerà sulla richiesta di condanna formulata dal procuratore Roberto Leoni (nei confronti degli stessi Cialente e Pelini, nonché della dirigente Patrizia Del Principe e dall'ex assessore Alfredo Moroni) per un presunto danno erariale da 12 milioni di euro causato da una mala amministrazione delle abitazioni destinate all'ospitalità della popolazione colpita dal terremoto del 2009. Il verdetto dei giudici contabili è atteso a giorni, se non ad horas.

Quasi per esorcizzare il timore di una condanna (che comunque non avrebbe risvolti penali), Cialente e Pelini snocciolano cifre e dati che proverebbero, al contrario di quanto sostiene Leoni, una condotta più che corretta mantenuta in questi anni dal Comune. "E' una leggenda metropolitana quella che ci attribuisce sprechi e sperperi di denaro pubblico" afferma Cialente "Riteniamo invece di essere stati un modello virtuoso".

Cosa dicono i numeri forniti dal primo cittadino e dall'assessore?

Dal 1° dicembre 2011 al 31 dicembre 2014 il numero degli assegnatari obbligati al pagamento del canone di compartecipazione passati nel progetto Case, nei map, nel fondo immobiliare o in uno degli alloggi ad affitto concordato sono stati circa 2mila 400. In questo lasso di tempo, il Comune ha riscosso circa 1 milione e 468mila euro di canoni, a fronte di un totale dovuto pari a 1 milione e 900mila euro.

Mancherebbero all'appello, dunque, ancora 436mila euro, mai incassati dall'amministrazione. Cifra che, secondo Cialente e Pelini, rientra entro margini di morosità "fisiologici": "Siamo al di sotto della media nazionale" dice Cialente "Negli anni, la diminuzione del tasso di evasione è stata costante: dal 44% del 2011 siamo passati al 33% del 2012, al 26% del 2013 e al 22,8% dello scorso anno".

Sempre in base alle tabelle fornite dal Comune, il numero medio di famiglie morose sarebbe passato dalle 558 del 2011 alle 431 del 2014 (ma nel 2013 e nel 2012 era, rispettivamente, di 397 e 393).

Sessanta di questi nuclei, afferma Cialente, sono stati identificati e per loro sarebbe già pronta l'ordinanza di sfratto: "Ma è una scelta" precisa il sindaco "che rimetteremo al prefetto, al questore e al Comitato provinciale per la pubblica sicurezza, perché non è giusto che a rimanere col cerino in mano sia solo il Comune".

Come a dire che, in tempi di crisi, disoccupazione endemica e nuove povertà, l'amministrazione non è disposta a fare da sola la parte del carnefice.

"Gli sfratti implicano delle problematiche sociali; qualora cacciassimo queste famiglie, non sapremmo dove sistemarle. Stiamo controllando tutti gli Isee per vedere se tra i morosi si annida anche qualche furbetto ma sappiamo con certezza che la maggior parte dei queste persone si trova realmente in situazioni di grave fragilità o indigenza".

Un altro esempio di condotta virtuosa messa in atto dal Comune sarebbe, secondo Cialente, il trasferimento dei nuclei familiari che a giugno 2013 ancora alloggiavano a Coppito presso la caserma della Guardia di Finanza nel progetto Case: "Grazie a quella scelta abbiamo risparmiato circa 1 milione di euro. Il Comune, nel 2012, era arrivato a pagare 419mila euro solo per il servizio mensa e 44mila euro al mese esclusivamente per il servizio di portierato".

Anche secondo Pelini il Comune sarebbe riuscito, in questi anni, nel difficile compito di coniugare rispetto della legge, razionalizzazione delle risorse e attenzione verso le fasce più deboli.

Prova ne siano i 750mila euro di cas non dovuto recuperati dall'agosto 2014 a oggi: "Dal 2009 al 2014 lo Stato ha versato, per il pagamento del contributo di autonoma sistemazone, 250 milioni di euro (ai quali bisogna aggiungere 9 milioni di fondo immobiliare e 7 di affitti concordati, ndr). Nel triennio 2009-2011, finché, cioè, a gestire l'assistenza è stata la Sge, la struttura commissariale, sono stati pagati 190 milioni, ridottisi a 60 nel triennio 2012-2015, quando è subentrato il Comune. Una diminuzione dovuta senza dubbio al ritorno di molte persone nelle proprie abitazioni ma anche alla nostra attività di controllo. Purtroppo in questa città c'è una cultura del sospetto che distoglie l'attenzione dalle cifre reali. Se c'è qualcuno che deve recitare un mea culpa, quelli non siamo certo noi".

 

Ultima modifica il Martedì, 21 Aprile 2015 20:16

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