Mercoledì, 22 Aprile 2015 19:56

Convenzioni dimenticate, Comune in difficoltà nel recuperare i soldi

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Recuperare le convenzioni urbanistiche cadute per molto tempo nell'oblio, ora non sarà semplice per il Comune di L'Aquila.

Come ricorda il testo di una delibera di Giunta dello scorso 3 aprile (ma di cui si è discusso anche nella secondo commissione di Enrico Perilli), se la convenzione non viene rispettata "il Comune esercita la facoltà di provvedere direttamente all'esecuzione delle opere di urbanizzazione" ovviamente a spese "dei lottizzanti inadempienti" tramite "l'escussione della polizza fideiussoria".

Peccato però che queste fideiussioni non sono a tempo indeterminato e le compagnie assicurative con cui si era contratta la polizza a volte non sono più esistenti. Nel "migliore" dei casi invece le somme prestate a garanzia sono diventate nel tempo troppo esigue rispetto ai costi correnti. Così l'Amministrazione è costretta ad avviare "procedimenti di rivalsa in danno per il valore non coperto dalla somma garantita dalla polizza" e ciò fa si che "l'effettiva realizzazione delle opere è rinviata alla soluzione della controversia".

E' questo il caso di Palazzo il Palmerini in Via Angelo Colagrande nel quartiere San Francesco (qui la vicenda per intero), la cui convenzione risale niente meno che al 2000. Il Comune infatti ha chiesto alla società Pal Impianti l'escussione della polizza per circa 500mila euro, ma Palmerini si è appellato al Tar che ha sospeso tale escussione trovando la cifra richiesta troppo elevata, in attesa di pronunciarsi nel merito.

Allo stesso tempo lo scorso 4 marzo il Comune ha proceduto, stavolta in accordo con la proprietà, all'immissione in possesso della palestra ( da completare ) e di 118 metri quadri dell'edificio in questione ad uso ufficio. La convenzione originaria prevedeva che la Pal Impianti, in cambio dell'autorizzazione a costruire un palazzo in un'area non edificabile, si impegnava a realizzare la rete viaria carrabile e pedonale, parcheggi a raso, piazze per 610mq, parco e spazi attrezzati, strutture sportive polivalenti per 880 mq e, appunto, attrezzature amministrative per 118mq e una palestra di 1000 mq. L'accordo prevedeva che le opere di urbanizzazione secondaria venissero realizzate e cedute entro il 27 giugno del 2003. Ad eccezione della palestra, che Palmerini avrebbe potuto gestire per tre anni. Fino al giugno del 2006.

Ma la materia delle convenzioni si è arricchita anche di alcune novità con il recente decreto del fare e dello sblocca Italia. Per venire incontro, evidentemente, alla crisi del settore edilizio e dare nuovo impulso alle ditte che non sono riuscite a realizzare l'intervento previsto nei termini, il Governo Renzi ha prorogato di tre anni il fine lavori negli accordi di convenzione stipulati sino al 31 dicembre 2013. Non solo: "L'attuazione degli interventi - recita lo Sblocca Italia - può avvenire per stralci funzionali e per fasi e tempi distinti".

Nella delibera di Giunta 119 a cui si accennava anche ad inizio articolo, il Comune dell'Aquila specifica che la proroga in questione "è applicabile alle sole convenzioni in corso di validità alla data dell'entrata in vigore della legge" e che "non è riconosciuta nel caso in cui gli interventi privati siano stati completati da oltre sei mesi".

Per quanto riguarda poi gli "stralci" citati nello Sblocca Italia invece, il Comune da questa interpretazione: "Per il conseguimento dell'agibilità anche per stralci funzionali, scaturisce evidentemente che l'esecuzione delle opere di urbanizzazione deve avvenire contemporaneamente e gradualmente alla costruzione degli edifici privati in modo da assicurare la giusta proporzionalità dei servizi necessari e indispensabili in rapporto alla effettiva realizzazione degli edifici stessi".

Sempre la delibera di Giunta in questione del 3 aprile 2015, sancisce per i casi per cui non è prevista la proroga la possibilità da parte dell'interessato a presentare "proposte alternative/migliorative con impegno di realizzazione delle opere entro sei mesi dall'approvazione [...]. La soluzione è considerata migliorativa se compensa il mancato godimento del bene pubblico causato dall'inadempimento." Sarà la stessa giunta a valutare l'interesse pubblico della proposta alternativa. Se l'esito sarà negativo "si procederà all'adempimento forzoso della convenzione" tramite la famosa escussione della polizza fideiussoria.

Sempre che non sia troppo tardi.

 

Ultima modifica il Giovedì, 23 Aprile 2015 11:33

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