Una rete regionale che rafforzi il lavoro di ogni comitato territoriale sulle rispettive battaglie. E' l'auspicio forte emerso dall'assemblea organizzata ieri dal Comitato 3e32 all'Aquila. A CaseMatte, nello spazio sociale nell'ex ospedale psichiatrico di Collemaggio, si sono confrontati molti dei comitati abruzzesi che si battono contro la petrolizzazione della costa adriatica, le centrali a biomasse e il metanodotto Snam.
Presenti rappresentanze provenienti da Sulmona e presente anche Zona 22, centro sociale di San Vito Chietino (Chieti), tra gli organizzatori della manifestazione contro la piattaforma petrolifera Ombrina, prevista per il prossimo 23 maggio a Lanciano. Presenti anche presidi territoriali di realtà nazionali, come Libera contro le mafie e Legambiente, e associazioni che agiscono quotidianamente sul territorio, come Pro Natura.
"La solita scusa della creazione di lavoro, nel caso di Ombrina non regge - ha sottolineato Luigi Iasci di Zona 22 - sarebbero un centinaio le persone occupate con il nuovo progetto, a scapito di un'intera costa e di un'intera regione: la volontà è quella di far diventare l'Abruzzo un distretto minerario, come nel caso della Basilicata, ma non lo permetteremo". La scelta di fare la manifestazione a Lanciano, e non a Pescara, come successo un paio d'anni fa, è frutto di una strategia di "riperiferizzazione", ossia del decentramento territoriale delle lotte ambientali, contro opere che toccano sempre più da vicino la salute e la vita della provincia italiana.
Si è sviluppata una riflessione che ha portato le realtà a trovare minimi comuni denominatori, oltre che - naturalmente - peculiarità che ogni comitato individua e sviluppa sul proprio territorio. Uno dei punti emersi è quella che è stata chiamata "ambiguità" delle istituzioni locali, in primis la Regione Abruzzo, che "si dice sempre contro le opere devastanti ma poi non pone in essere atti concreti per intavolare una battaglia reale, alimentando invece un ridicolo gioco delle parti ormai inaccettabile", ha evidenziato Angelo Venti, responsabile del presidio di Libera in Abruzzo.
E' lo stesso giornalista marsicano a tracciare un fil rouge dei soggetti e dei personaggi, con incarichi privati e pubblici, che si trovano spesso in mezzo alla promozione dei progetti come la mega centrale a biomasse Powercrop nella Marsica, quella di Bazzano (L'Aquila), il metanodotto Snam e la petrolizzazione della costa. "Gruppi di pressione e lobbisti" che, secondo il Comitato 3e32, "sono gli stessi che ritroviamo all'Aquila nella ricostruzione, con nomi identici a quelli che promuovono le grandi opere come Tav e Mose, per non parlare dei grandi eventi come l'Expo".
L'incontro ha rappresentato un primo importante punto di contatto tra piccole e grandi realtà di una regione che ha sempre faticato a sentirsi come un unicum, divisa morfologicamente dagli Appennini e antropologicamente dalle differenze, anche di approccio culturale, tra le popolazioni delle aree interne e quelle della costa. L'assemblea si riaggiornerà il 24 maggio - il giorno successivo alla manifestazione di Lanciano contro Ombrina - giorno in cui è stato lanciato, a Pescara, un incontro nazionale contro lo "Sblocca Italia" del governo Renzi.
Ieri, intanto, si è verificata una prima "prova di trasmissione" dell'embrionale rete abruzzese di realtà, per lo più autorganizzate, contro la speculazione economica (non solo ambientale) nei territori della regione. (m. fo.)