Martedì, 26 Maggio 2015 18:04

Consiglio regionale: Marini alla seduta solenne dedicata al centenario dell'entrata in guerra dell'Italia

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“Non c’è paese, frazione, borgo d’Italia che non sia stato segnato dal sacrificio di un caduto nella grande guerra, simbolo di una generazione sradicata dai luoghi comuni di vita e che ha vissuto giorni, mesi, anni in una lontana regione della Penisola, tra disagi estremi, uccidendo per non essere uccisa. A noi che guardiamo i monumenti ai caduti, in piazze e viali, è rivolto, allora, un appello pressante: come imparare finalmente a fare la pace? E’ questa la domanda che la solenne Assemblea di oggi pone alla nostra coscienza, individuale e collettiva, come cittadini ed esponenti istituzionali, facendo memoria di quel giorno in cui anche il popolo italiano fu coinvolto nel conflitto che già da un anno aveva infiammato il vecchio continente. Va raccolto la sfida ad ogni guerra e la scelta ad essere costruttori di pace: come rispetto dei diritti umani, impegno per lo sviluppo, custodia dell’ambiente, coesione sociale, sempre attraverso la non violenza e il perdono, quando esso va riconosciuto e donato”.

E’ un passaggio dell’intervento del Presidente del Consiglio regionale Giuseppe Di Pangrazio, nel corso della seduta solenne di questa mattina, dedicata al centenario dell’entrata in guerra dell’Italia nel primo conflitto mondiale.

Ai lavori hanno partecipato il Presidente emerito del Senato Franco Marini, che ha ricordato come “la cerimonia di oggi non sia un’occasione per celebrare una guerra, bensì per ricordare i milioni di caduti che hanno combattuto in quel conflitto, di cui in pochi avevano compreso quali potessero essere le drammatiche conseguenze, in termini di perdita di vite umane, che avrebbe prodotto”.

La ricostruzione del quadro storico e politico dell’epoca è stata affidata allo storico Enzo Fimiani, che ha ripercorso anche il dramma umano dei soldati chiamati al fronte. Una tragedia raccontata in alcune lettere, scritte ai loro familiari da militari abruzzesi, che sono state lette in Aula dagli attori Luca Serani e Matteo Di Genova, accompagnati da brani eseguiti all’arpa dalle studentesse del liceo musicale dell’Aquila. 

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