"Il momento più difficile di questo mio primo anno in Parlamento? Quando decisi che non avrei votato Franco Marini alla Presidenza della Repubblica. Una scelta sofferta ma motivata dalla presa di coscienza che si stava delineando, in quei giorni, un cambiamento irreversibile del quadro politico, cambiamento poi sfociato nell'uscita di scena di Bersani. Il momento più esaltante? L'approvazione dell'emendamento, da me fortemente voluto e difeso, che conteneva il miliardo e duecento milioni di euro per la ricostruzione dell'Aquila".
E' già tempo di bilanci per la senatrice del Pd Stefania Pezzopane, che, in una conferenza stampa, ha voluto ripercorrere e analizzare i passaggi più significativi del suo primo anno da parlamentare.
Stefania Pezzopane venne eletta al Senato un anno fa in Abruzzo, dove era candidata come capolista per il Partito democratico, davanti a due big come Franco Marini e Anna Paola Concia. Il deludente risultato elettorale del partito, allora guidato ancora da Pierluigi Bersani, il ritorno di fiamma di Berlusconi e soprattutto il boom del Movimento 5 Stelle fecero sì che la senatrice aquilana fosse l'unica eletta abruzzese nelle fila del Pd, che ottenne, complessivamente, un solo seggio, contro i quattro della coalizione di centrodestra e i due del M5S (uno dei quali andò a un'altra aquilana, Enza Blundo).
"In questi 12 mesi sono successe tantissime cose" ha affermato la senatrice democratica "In un lasso di tempo così breve abbiamo eletto un presidente della Repubblica e due presidenti del consiglio. Un'accelerazione degli eventi che ha fatto sì che abbia dovuto imparare in fretta e direttamente sul campo".
Nell'analisi condotta dalla Pezzopane, le grandi questioni nazionali si intrecciano con quelle locali, più strettamente legate all'Aquila e all'Abruzzo. La senatrice è membro di diverse commissioni parlamementari (di recente è entrata anche in quella del Lavoro e della Previdenza sociale) nonché della Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari, di cui è vicepresidente.
"Un momento per me molto importante" ha ricordato infatti la senatrice "è stato il voto sulla decadenza di Silvio Berluconi, anche perché l'ho vissuto nelle vesti di vice presidente della Giunta. Ma il risultato maggiore è stato l'aver portato a casa, con l'approvazione del decreto sulle emergenze, il miliardo e due per la ricostruzione, al quale si sono aggiunti, poi, i 600 milioni di euro della legge di stabilità. Era dal 2009 che non si stanziavano nuove risorse per la ricostruzione dell'Aquila".
E sempre a proposito di ricostruzione, l'ex presidente della Provincia dell'Aquila ha auspicato che il nuovo ministro dell'economia, Padoan, assegni la delega per L'Aquila al sottosegretario Giovanni Legnini, riconfermato proprio alcuni giorni fa: "Se la delega fosse attribuita a Giovanni, persona di grande esperienza, otterremmo in un colpo solo due risultati: anzitutto a seguire la ricostruzione sarebbe un sottosegretario abruzzese; in secondo luogo, avremmo un sottosegretario all'Economia, e considerando che, in questi ultimi mesi, i problemi maggiori li abbiamo avuti proprio con il dicastero di via XX Settembre, sarebbe un'occasione unica per superare certe impasse verificatesi in passato ".
"Sui sottosegretari indagati Pd ambiguo". Legge elettorale: "La condivido ma bisogna reintrodurre la rappresentanza di genere".
Commentando le recenti polemiche sollevatesi in seguito alla decisione del governo Renzi di non rimuovere i quattro sottosegretari in quota Pd nominati pur essendo da tempo indagati - dopo che lo stesso Pd aveva voluto le dimissioni da sottosegretario ai trasporti del senatore del Nuovo Centrodestra Antonio Gentile (non indagato ma travolto da un ciclone mediatico, quello scatenato dalle rotative bloccate di un giornale calabrese in procinto di pubblicare un articolo sun un'indagine che coinvolgeva il figlio) - Stefania Pezzopane ha affermato: "Non c'è dubbio che sulle vicende che riguardano parlamentari o membri del governo colpiti da avvisi di garanzia il Pd continui a essere ambiguo: in certe occasioni pone il problema, in altre no. Credo che su queste questioni, una volta presa una decisione, si debbe tenere ferma la rotta".
Un'ultima osservazione la senatrice democratica ha voluto riservarla alla legge elettorale, il cosiddetto Italicum, molto contestato sia per l'assenza delle preferenze sia per il mancato inserimento dell'obbligo della rapresentanza di genere: "E' una riforma che in larga parte condivido" ha detto la Pezzopane "Da una che si è sempre sottoposta alle preferenze, e sempre con successo, dico però che, per come si è evoluta la politica, per come sono aumentati i suoi costi, andare a votare con le preferenze può comportare dei pericoli enormi. Lo scorporo di Camera e Senato? E' ragionevole, visto che il Senato, così come l'abbiamo conosciuto finora, non esisterà più e diventerà una camera di compensazione delle autonomie locali, un orgamismo di natura non elettiva. Sulle quote rosa, invece, ho sottoscritto un appello, insieme ad altri parlamentari, per reintrodurre la parità di genere nelle liste".