Lunedì, 22 Giugno 2015 14:13

Il Decreto ricostruzione è entrato in vigore: ora i due mesi "anomali"

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Con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, datata sabato 20 giugno, il Decreto legge Enti locali è entrato in vigore. Al suo interno, il discusso articolo 11, che contiene le nuove norme che regolano la ricostruzione dell'Aquila e del cratere sismico.

Ora, dovranno passare 60 giorni prima che il testo venga convertito in legge. In questi giorni l'articolo 11 ha infiammato la discussione tra la politica e le organizzazioni di categoria, costringendo la senatrice Stefania Pezzopane ad ammettere i "gravi errori" contenuti nel testo. Come questo giornale ha sottolineato già all'indomani della presentazione del Decreto, restano molti dubbi su come sia stata gestita la vicenda, considerando anche che i massimi esponenti del centrosinistra aquilano andavano avanti da un anno con l'annuncio di voler concertare il decreto con stakeholders e cittadini.

Alle storture evidenziate dal Decreto, probabilmente, si riparerà in sede di conversione in legge, con la modifica di alcuni commi e addirittura lo stralcio di altri. Oltre al dato politico, però, ci sono anche alcuni aspetti tecnici da prendere in considerazione: i commi contestati duramente da Ordine degli ingegneri, associazioni dei costruttori e degli amministratori di condominio sono, ad oggi, in vigore e dunque immediatamente eseguibili.

Questo significa che, in alcuni casi, potrebbero potenzialmente nascere diversi problemi. Ad esempio, il comma 7 prevede che, "in caso di fallimento dell'affidatario dei lavori o di liquidazione coatta e concordato preventivo dello stesso, [...] il contratto per la realizzazione dei lavori di riparazione o ricostruzione s'intende risolto di diritto". E' il caso del più grande appalto della ricostruzione privata, quello che riguarda i 201 appartamenti di Pettino all'Aquila, detenuto dalla Taddei Spa e dall'impresa ravennate Acmar, quest'ultima attualmente in concordato preventivo. Se il committente (il consorzio formato dai presidenti delle cooperative proprietarie degli edifici da ricostruire) volesse, potrebbe rescindere il contratto già da oggi.

Parlando di un altro comma (il n. 2) contestato dalle organizzazioni di categoria, da oggi - e almeno per i prossimi due mesi - non sarà possibile vedere affidati i lavori di progettazione e di direzione dei lavori a professionisti che abbiano intrattenuto nell'ultimo triennio rapporti con l'impresa cui sono stati affidati i lavori di ricostruzione, anche in subappalto.

Inoltre, per quanto riguarda la difficile e lenta ricostruzione pubblica, l'entrata in vigore del Decreto istituisce con il comma 10 di fatto la Stazione unica appaltante (Sua), organo di controllo e aiuto nei bandi di gara indetti dagli enti che devono ricostruire il patrimonio pubblico. Ma da chi è formato il nuovo organo? Chi è il responsabile? Quali sono i rapporti, le analogie, le differenze con la Centrale unica di committenza?

E' giusto ribadire che meccanismi, dinamiche e conseguenze dell'entrata in vigore del Decreto Enti locali non saranno applicati, fino a quando gli organi preposti al controllo non faranno applicare la legge. E' altrettanto innegabile, però, che siamo di fronte a due mesi quantomeno anomali, frutto di un "pasticcio" politico e amministrativo che ha lasciato interdetti molti in città.

Ultima modifica il Lunedì, 22 Giugno 2015 15:25

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