Martedì, 02 Luglio 2013 12:07

Pelini in Commissione controllo: cosa nasconde il pasticcio CASE e MAP?

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In molti avevano immaginato che la riunione della Commissione Controllo e Garanzia, convocata per il pomeriggio di ieri, sarebbe stata assai tesa. E così è stato. In audizione, l’assessore alla popolazione Fabio Pelini era chiamato a rispondere dei dati presentati dal presidente Raffaele Daniele, settimana scorsa, che denunciano una gestione quantomeno confusa degli alloggi del progetto C.a.s.e., dei villaggi M.a.p. e dei Contributi di autonoma sistemazione erogati, in alcuni casi, anche a cittadini deceduti da tempo.

In realtà, le sue verità Pelini le aveva già raccontate alla stampa, in una conferenza stampa dai toni assai concitati. Non avevano convinto allora, non hanno convinto ieri.

Difficile raccontare quanto accaduto nel corso di una riunione fiume, durata più di tre ore alla presenza di molti cittadini che vivono negli alloggi provvisori costruiti nel post-sisma e che, a dire il vero, a tratti è sembrata più l’udienza di un processo che una Commissione di garanzia. Non torneremo sulla battaglia dei numeri: ne abbiamo scritto spesso e non è utile domandarsi, ora, se al 29 marzo 2013 gli alloggi disponibili fossero 135 o 92, se il Contributo di autonoma sistemazione fosse stato erogato a chissà quanti cittadini che non ne avevano diritto. Non torneremo su di una domanda a cui dovrebbe essere semplice dare risposta: quanti alloggi sono liberi, ad oggi? Per l’ufficio assistenza alla popolazione, in Commissione era presente la dirigente Del Principe, sono 23. A leggere, invece, i dati raccolti dal censimento iniziato dai cittadini del Comitato civico, che ha preso in esame 41 piastre su 185 scovando già 27 unità abitative vuote, evidentemente sarebbero molti di più. Non torneremo sulle parole dell’assessore Pelini che, nella Commissione convocata il 12 aprile 2013, dichiarava che non c’erano alloggi liberi e che ieri, dinanzi alle carte presentate da Raffaele Daniele per dimostrare che a quella data le abitazioni a disposizione erano 25, non ha voluto (saputo?) rispondere.

E’ un fatto grave, certo. A lasciare davvero interdetti, però, è che dinanzi alla Commissione l’assessore Pelini e la dirigente del suo ufficio non siano stati in grado di produrre dei documenti in grado di confutare, o quantomeno giustificare, le denunce del Presidente Daniele. “A breve la situazione tornerà sotto controllo”, ha promesso Pelini. Segno che, ad oggi, non lo è affatto. La responsabilità politica non può essere che sua. Al di là di questo, però, ci sarebbe da ragionare sulla organizzazione degli uffici comunali. “Le parole della dirigente Del Principe mi hanno fatto cadere le braccia”, ha detto il consigliere Alessandro Piccinini. Ha ragione.

La responsabile dell’ufficio assistenza alla popolazione ha ammesso che ci sono dei problemi nell’inserimento dati nella Bde che, giusto chiarirlo, raccoglie informazioni inserite dal suo ufficio e dall’ufficio ricostruzione e poi rielaborate dal Sed, Spa a totale partecipazione del Comune. “Problemi dovuti alla mancanza di personale, alla sofferenza cronica dell’ ufficio, almeno fino all’aprile di quest’anno”, ha sottolineato Del Principe. Non può essere una giustificazione: a domanda del consigliere Di Cesare, che elabora dati per professione, la dirigente ha spiegato che l’ufficio è chiamato a compiere 7, massimo 8, operazioni al giorno. “Se ci fossero delle procedure certe, delle modalità di inserimento dati chiare”, ha spiegato il consigliere di Appello per L'Aquila, “è un lavoro che non prenderebbe più di un quarto d’ora”.

E’ questo il punto: mancano le procedure. E’ evidente che siamo dinanzi ad una scarsa alfabetizzazione informatica e, soprattutto, a scarse infrastrutture di elaborazione. La dirigente Del Principe ha ammesso che, prima della digitalizzazione, i dati vengono elaborati su fogli di carta. Tanto che in Commissione si è presentata con dei documenti cartacei evidenziati con diversi colori e pieni di appunti presi a penna. Come si pensa di poter gestire così un patrimonio immobiliare di 5000 alloggi? Come è possibile che il Comune non sia in grado di dotarsi di un sistema informatico unico, capace di far comunicare i diversi uffici, con un criterio di inserimento dati uniformato, incrociabile, leggibile e facilmente interrogabile? Evidentemente, non bastano le ricche convenzioni stipulate dall’amministrazione con il Sed.

Il problema non è solo dell’ufficio assistenza alla popolazione: il ritardo nell’inserimento dati è cronico anche per l’ufficio ricostruzione. I diversi settori non sono in grado di comunicare tra di loro: i defunti ricevono il Cas, giusto per fare un esempio, perché l’Anagrafe non aggiorna i dati in tempo reale. Sono problemi già riscontrati quando si è trattato di divincolarsi nei labirinti di autorizzazioni concesse ai costruttori che non avevano rispettato le convenzioni edilizie stipulate. Se questa situazione poteva essere accettabile fino al 6 aprile 2009, da allora il Comune avrebbe dovuto organizzarsi in una maniera più smart (non usiamo la parola a caso, visto che tanto si parla di smart city in queste settimane).

Le Banche dati, infatti, non servono solo per l’assistenza alla popolazione: se non è chiaro, ad esempio, quanti siano gli alloggi liberi come farà il Comune ad inviare le bollette o a far pagare il Canone che sarà richiesto agli abitanti delle abitazioni del progetto C.a.s.e. e dei villaggi M.a.p.? Non solo: il controllo della ricostruzione, in ogni suo passaggio, dall’approvazione dei progetti all’erogazione dei fondi fino alla dichiarazione di fine lavori, necessita di un sistema informatico all’altezza di una sfida difficilissima.

E’ per questo che la prima Commissione, presieduta dal consigliere Giustino Masciocco, convocherà a breve Paolo Aielli, titolare dell’ufficio speciale per la ricostruzione, i dirigenti Fabrizi e Del Principe che dovrebbero assicurare l’inserimento dati quotidiano, e Adolfo Paravano, dirigente del Sed. Bisogna risolvere, al più presto, l’impasse.

Il silenzio della Giunta non può che preoccupare. In questi giorni, l’assessore Pelini sta pagando al di là delle sue effettive responsabilità. E c’è un’altra questione che andrà chiarita: con i 300 nuovi assunti del concorsone, i 400 dipendenti di cui il Comune a vario titolo si è dotato in questi anni, è possibile che uffici decisivi per la ricostruzione della città siano sprovvisti di personale?

Ultima modifica il Martedì, 02 Luglio 2013 18:36

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