Si attendeva una risposta dell’assessore Fabio Pelini alle parole del consigliere di opposizione Raffaele Daniele che, dopo aver riunito la Commissione garanzia e controllo, aveva denunciato ieri che ci sarebbero 41 famiglie che hanno visto ricostruire la loro abitazione e che non hanno ancora restituito le chiavi dell’unità abitativa provvisoria assegnata loro a seguito del terremoto, che risulterebbero inoltre diversi casi di persone defunte ancora beneficiarie del Contributo di autonoma sistemazione e, infine, che gli alloggi liberi al 29 marzo 2013 sarebbero 135. Almeno a leggere i dati forniti dal Comune. Numeri che non tornano, però: per l’Enel gas, che visiona i contatori staccati, le unità abitative vuote sarebbero 157. A sfogliare la Banca dati emergenze, gestita dal Sed, verrebbe fuori un altro numero: 178 alloggi disponibili.
Un vero e proprio balletto di cifre. Una situazione paradossale e complicata ulteriormente dall’Assessore che, in Commissione, il 12 aprile scorso, aveva dichiarato che non c’erano abitazioni libere. Nel corso del Consiglio comunale del 13 giugno, invece, sollecitato da una cittadina, si era mostrato sicuro nel sostenere che a disposizione c’erano 32 unità abitative. Per poi essere smentito, qualche ora dopo, dalla dirigente Patrizia Del Principe, che ne aveva contati 16.
Si attendeva una risposta di Fabio Pelini, dicevamo, ed è arrivata nel corso di una tesissima conferenza stampa, dai toni nervosi e concitati, organizzata in tutta fretta questa mattina. “Titolo della vicenda: tanto rumore per nulla”, ha esordito l’Assessore. “Le accuse di queste ore sono infamanti per la mia storia politica e personale”.
In primo luogo, Pelini ha contestato al consigliere Daniele la modalità della sua azione: “poteva tranquillamente convocarmi nella seduta di lunedi. Non ho mai mancato un invito a riferire del mio operato. Al contrario, il consigliere e presidente della Commissione non mi ha invitato, ha discusso i dati in suo possesso e, ieri, ha convocato una conferenza stampa per denunciare chissà quale grande scandalo. Solo allora sono stato convocato a riferire: un invito per lunedi prossimo, quando oramai la discussione è esplosa in città. L’uscita a favore di stampa se la sono litigata in Commissione, per un pizzico di visibilità”. Chiaro il riferimento al consigliere Enrico Verini che, nei minuti in cui si discuteva dei dati raccolti da Raffaele Daniele, comunicava le stesse informazioni alla stampa.
Poi, l’affondo: “i numeri presentati da Daniele sono datati 29 marzo 2013. Non è un caso: i nuovi assunti, nel nostro ufficio, sono arrivati solo nei primi giorni di aprile. Fino ad allora, con soli cinque lavoratori - che Pelini ha voluto accanto a sé, in conferenza stampa, per ringraziarli pubblicamente del lavoro svolto – abbiamo gestito l’assistenza di più di 22mila cittadini in difficoltà. Vi ricordo che, con l’emergenza, la Sge svolgeva le stesse mansioni con 38 persone”.
L’Assessore ha voluto rispondere nel merito dei numeri snocciolati da Daniele in conferenza stampa: “carte del Comune alla mano, gli alloggi liberi al 29 marzo erano 135 (92 nel progetto C.A.S.E. e 43 nei M.A.P.). Li abbiamo verificati uno per uno: a quella data, 22 risultavano pre-assegnati, con delibera approntata per dare una sistemazione a quanti vivevano nelle palazzine Ater di Monticchio, 9 risultavano assegnati, 6 in riparazione e 6 non censiti. Il totale è 43 alloggi: a fare di conto, dunque, parliamo di 92 unità libere (che poi sono servite a dare un tetto a molte delle 108 famiglie sfrattate dai M.A.P posti sotto sequestro giudiziario). Vorrei ricordare che, al momento del passaggio di consegne, la Sge aveva 60 unità abitative non assegnate. E, lo ripeto ancora, loro lavoravano in 38. Noi eravamo solo in cinque”.
Sfogliando l’ultimo report, Pelini ha poi chiarito che, ad oggi, gli alloggi a disposizione sono dieci: “i numeri cambiano continuamente, però. Già domani potrebbero essere disponibili più o meno unità abitative”.
Resta la questione dei 6 alloggi che risultano non censiti: “stiamo cercando di fare chiarezza. Da una spiacevole vicenda, almeno, sono venute fuori queste unità abitative fantasma. Siamo parte lesa, come amministrazione: se la questione non sarà chiarita, faremo ricorso alla magistratura”.
Insomma, a sentire le parole dell’assessore Pelini, se è vero che i numeri sono stati poco chiari, è vero anche che ci sono state difficoltà oggettive nel passaggio dalla gestione d’emergenza a quella ordinaria. Non sempre, inoltre, l’aggiornamento della Banca dati da parte del Sed è stata tempestiva, per alcuni problemi di natura burocratica. Di qui la differenza tra i numeri in possesso dell'amministrazione e quelli raccolti nella Bde. E’ quanto accaduto, ad esempio, per il pagamento dei Contributi di autonoma sistemazione: “se c’è qualche deceduto”, ha spiegato Pelini, “è il servizio anagrafe che deve comunicarlo. Quando arriva la notizia, blocchiamo immediatamente l’erogazione. Il problema è che non sempre la comunicazione arriva in tempi brevi anche perché i parenti, che hanno dieci giorni per denunciare la morte del loro caro, spesso non lo fanno nei tempi prescritti dalla legge. Inoltre, abbiamo tante persone che percepiscono il Cas e vivono in altri Comuni: cosa dovremmo fare, chiamare tutte le amministrazioni d’Italia per chiedere se i nostri cittadini stanno bene? E, comunque, non c’è stato alcuno spreco: paghiamo i contributi con un mese di ritardo, dunque quasi sempre riusciamo a sopperire alla mancanza di comunicazione tempestiva”.
L’Assessore incalza, non ci sta, la voce spesso si rompe: “questo ufficio, grazie al censimento, ha recuperato 4 milioni di euro di Cas tra il 2011 e il 2012. Abbiamo scovato molti furbetti. Da 3 milioni e mezzo, siamo passati ad un esborso, ad oggi, di 1 milione e 750mila euro. E’ grazie a noi se i contributi vengono ancora versati a chi ne ha diritto. Il ministro Barca, al 31 dicembre 2012, aveva intenzione di tagliarli. Siamo riusciti a convincerlo dimostrando di voler combattere gli sprechi”.
Le stesse criticità riscontrate per l’erogazione dei Contributi di autonoma sistemazione, si sono registrate anche per quanto attiene alle famiglie che risultavano ancora assegnatarie di alloggi provvisori pur avendo l’abitazione principale ricostruita: “anche qui, i tempi di comunicazione della fine lavori, stabilito per legge in 60 giorni, non sempre viene rispettato. Ci sono, poi, altre questioni: alcuni hanno visto ricostruire la loro abitazione ma, al 6 aprile 2009, l’avevano affittata e legge vuole che debbano riaffittarla per due anni ai precedenti inquilini. Altri hanno presentato ricorsi al Tar. Per non parlare dei nuclei familiari che si sono aggregati per ottenere l’alloggio. Insomma, la questione è molto più complessa di quanto sembri”.
In conclusione di conferenza stampa, Pelini si toglie qualche sassolino dalla scarpa. E le sue parole non potranno che fare rumore: “il consigliere Daniele dovrebbe chiedere scusa alla città. Non è questo, però, che mi preoccupa: sento una strana atmosfera in seno al Consiglio comunale. Non posso non ricordare che il mio partito (Rifondazione Comunista, ndr) sta conducendo battaglie molto scomode per la trasparenza e la legalità: l’ultima, per fare luce sulle convenzioni mancate con alcuni importanti costruttori (Enrico Perilli è presidente della Commissione che ha messo le mani nell’annosa vicenda, ndr). In questa città, in molti hanno rendite di posizione e interessi personali rilevanti. Noi non ne abbiamo e le nostre battaglie, forse, iniziano davvero a dar fastidio a qualcuno”.
Che l’assessore tema si stia tentando di farlo fuori politicamente? E’ la sola minoranza a volere il suo allontanamento o forse, dietro le quinte, anche la maggioranza sta tentando di mettere in cattiva luce l’operato di Pelini? Inutile ricordare che anche i consiglieri vicini al sindaco Cialente hanno fatto richiesta, con i colleghi delle opposizioni, di un Consiglio comunale straordinario per discutere della questione C.A.S.E. e M.A.P.
Se fosse davvero così, non sarebbe certo una sorpresa: l’assessorato di Pelini, con delega all’assistenza della popolazione, è tra i più ambiti. Rappresenta, infatti, una importante rendita politica. Così si spiegherebbe l’eccessivo nervosismo mostrato in conferenza stampa. Chissà. Resta il fatto che, a quattro anni dal sisma, l’amministrazione non è stata ancora in grado di dotarsi di un sistema informatico capace di rispondere in maniera trasparente e, soprattutto, precisa, sulla situazione abitativa nei progetti C.A.S.E e M.A.P.
La vera notizia è che, ad oggi, non c’è ancora chiarezza sullo stato delle cose. E l’assessore, spiegandone i comprensibili motivi, non ha fatto altro che confermarlo.