"Sarebbe il caso che il Governo iniziasse a trasferire al Comune dell'Aquila i soldi per la rimozione delle aree map, a cominciare da quella di Cansatessa, non più abitata".
A dirlo a NewsTown, a margine di un incontro organizzato dall'assessorato alla Ricostruzione e alla Pianificazione del Comune dell'Aquila all'Auditorium del Parco per illustrare il documento preliminare del nuovo Piano Regolatore, è l'assessore Pietro Di Stefano.
Mesi fa, il sindaco Massimo Cialente aveva affermato che, per rispettare il principio dell'abbattimento del consumo di suolo - uno dei punti fondanti del programma di mandato con cui lo stesso Cialente vinse le elezioni amministrative nel 2012 - si sarebbe dovuta prendere in considerazione la possibilità di abbattere, con la fine dell'emergenza abitativa, alcune piastre del progetto Case nonché i map.
"La rimozione dei map e di alcune delle aree del progetto Case" dice Di Stefano "non deve essere un tabù. Certo, il Governo dovrà darci i soldi, perché è impensabile che ad accollarsi i costi delle demolizioni sia il Comune. Io inizirei con lo smantellamento dell'area map di Cansatessa, ormai disabitata da tempo. Per quanto riguarda le Case, alcune palazzine dovranno essere abbattute, per altre dovremo mettere in campo politiche che in grado di valorizzarle come edilizia sociale".
Con la presentazione del documento preliminare, è entrata nel vivo la discussione propedeutica all'approvazione del nuovo Prg.
"Ci siamo dati, come obiettivo, la chiusura di questa fase entro il 15 luglio" afferma Di Stefano "La palla, poi, passerà alla seconda commissione e al consiglio comunale. Il documento è disponibile sul sito del Comune, ci aspettiamo osservazioni scritte con cui integrarlo prima che giunga in consiglio per la discussione. E'un work in progress, l'importante era partire. Il termine ultimo che ci siamo dati per l'approvazione del Prg è la fine del 2016. Se non ci riusciremo entro la fine della legislatura, avremmo perso una magnifica occasione".
In merito al nuovo Prg, Di Stefano puntualizza: "Abbiamo ancora un residuo del vecchio Prg che utilizzeremo per la ricucitura dei luoghi e per la riduzione della dispersione urbana. Nella crescita della nostra città abbiamo conosciuto diverse fasi: quella della città storica, l'invasione delle aree situate tra la città storica e le mura cittadine, che invece andavano preservate e oggi sono il dramma della ricostruzione. Abbiamo conosciuto l'isolamento delle frazioni, la costruzione di periferie anonime come Pettino. Non è più il caso di guardare a quel sistema. Dobbiamo invece prendere quello che c'è e trasformarlo in un'unità di intenti. Più che un Prg, dunque, un nome che richiama una visione antica di strumento che si occupa solo del costruire, vorremmo che il nuovo documento avesse una funzione strategica e di visione del futuro".