La storica Festa dell'Unità (dal 2007 Festa Democratica) si chiamerà quest'anno L'Aquila Bene Comune. Dopo la defaillance dello scorso anno, dal 10 al 13 luglio torna la festa del Pd aquilano in un luogo diverso dal consueto parco del sole: Piazza San Basilio, a due passi dalla nuova sede del Dipartimento di Scienze Umane dell'Univaq e dall'Asilo Occupato.
E' solo una delle novità presentate stamane durante la conferenza stampa tenutasi presso la sede del Partito Democratico. Eccetto le “vecchie guardie” Maurizio Capri e Fabio Ranieri, a presentare L'Aquila Bene Comune i giovani Stefano Albano (segretario cittadino), Mauro Marchetti e Mario Schettino: “Non l'abbiamo chiamata Festa Democratica anche perché ritieniamo che questa quattrogiorni sia l'inizio di un progetto, un percorso che vogliamo sia duraturo, di ricostruzione culturale e sociale della città” esordisce Stefano Albano “L'Aquila Bene Comune rappresenta il lancio di questo percorso”. Ha le idee chiare il giovane segretario democrat, ed è spigliato al punto giusto da promettere bene per il futuro. E' consapevole di essere lui parte della classe dirigente del Pd che verrà.
Dicevamo delle novità. Una delle più rilevanti è sicuramente la creazione di un sito web, che vuole essere - secondo gli ideatori - una piattaforma virtuale di interazione e confronto, affinché “la politica torni con umiltà all'ascolto”. Insomma, la parola d'ordine della festa sarà partecipazione.
Denso il programma della manifestazione, con dibattiti nel pomeriggio e musica alla sera, come nella migliore tradizione. “I dibattiti saranno tematici” assicura Albano “vogliamo candidarci a essere interlocutori con la cittadinanza tanto quanto i nostri rappresentanti delle istituzioni”.
'Ascoltare la città, ripensarla insieme', 'Beni comuni, beni culturali', 'La città dei saperi e dei talenti', a leggere i titoli dei dibattiti sembra essere una festa ideata da un Ettore Di Cesare qualsiasi. Temi, chiavi di lettura e parole d'ordine tipiche del movimentismo, quantomeno di quello civico. Il concetto stesso di 'bene comune' è riconducibile – almeno in Italia – a un universo per lo più lontano dal Pd: utilizzato già da un paio d'anni per chiamare tutte le liste civiche in Italia riconducibili all'area afferente ai centri sociali del nord-est (i cosiddetti “ex disobbedienti”) è stato richiamato ultimamente dalla Costituente dei Beni Comuni, un gruppo di giuristi presieduti da Stefano Rodotà, ospite all'Aquila del movimento civico Appello per L'Aquila. “Il nome della festa è un ammiccamento a sinistra” afferma Fabio Ranieri, responsabile organizzativo della manifestazione “anche se ci teniamo a sottolineare che la coalizione con Bersani premier, alle ultime politiche, si chiamava 'Italia Bene Comune'”.
Tanti gli ospiti politici e non: Luciano D'Alfonso (primo e finora unico candidato nel centro sinistra per le prossime elezioni regionali), gli immancabili Massimo Cialente e Stefania Pezzopane, ma anche il vice Ministro dell'economia Stefano Fassina, il capogruppo Pd al Parlamento Europeo David Sassoli, il capo dell'Ufficio Speciale per la Ricostruzione (Usra) Paolo Aielli e la neo Rettrice dell'Università dell'Aquila Paola Inverardi.
La parte serale presenta novità e conferme: a fianco agli evergreen delle feste dell'Unità aquilane Modena City Ramblers e Aprés la Classe, si esibiranno anche i bravissimi Sick Tamburo, progetto parallelo dei più famosi Prozac+. L'ultima sera, in programma, la proiezione del film Diaz, sul massacro delle forze dell'ordine all'interno della scuola Diaz di Genova durante il G8 del 2001.
Una festa, quella del Pd, all'interno della quale gli organizzatori hanno cercato di inserire più contenuti possibili sull'Aquila e la sua ricostruzione, piuttosto che dibattiti che riguardassero l'attività politica del partito. Certo, anche grazie alla presenza di D'Alfonso quello delle elezioni regionali sarà un tema inevitabilmente incombente, come anche lo strascico che sta lasciando all'interno del Pd aquilano la vicenda Cialente-Pietrucci, di cui abbiamo scritto abbondantemente, e nei confronti della quale si sono appassionati (e scatenati) alcuni colleghi giornalisti durante la conferenza stampa.
“L'obiettivo è quello di aprire un laboratorio di idee e di confronto tra soggetti diversi, per una visione collettiva” conclude Stefano Albano. Un momento di riavvicinamento al territorio, insomma, per una realtà come il Pd che negli ultimi anni non si può dire che sia stata “tra la gente”, come gran parte dei partiti che hanno governato il Paese. Una festa che ti aspetti da movimenti civici che fanno della trasparenza e della partecipazione propri cavalli di battaglia, come Appello per L'Aquila o L'Aquila che Vogliamo, che però difficilmente riuscirebbero ad organizzare un evento così, soprattutto per mancanza di risorse (30mila euro il costo della festa stimato stamane da Ranieri), di strutturazione e, forse, di capacità.