Candidatasi a Garante dei detenuti abruzzesi, la segretaria dei Radicali Italiani ed ex deputata Rita Bernardini è stata esclusa dalla competizione elettorale a causa delle condanne riportate per la disobbedienza civile (legalizzazione cannabis).
"Per nostra storia e comportamenti - dice - non abbiamo mai ritenuto che ci fossero 'posti' da riservare ai radicali. Fra l'altro, nella lista degli 'ammessi', c'è un altro radicale di grande valore, Danilo Montinaro, psichiatra che si è battuto (e si batte) con grande professionalità e militanza sociale e civile per l'effettiva chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari".
Tuttavia Bernardini fa sapere che d'accordo con il segretario dell'associazione amnistia Giustizia e Libertà Abruzzo Vincenzo Di Nanna, impugnerà il bando e quindi la legge (oggi, Legge Severino) "che prevede - dice - la mia incandidabilità alle elezioni amministrative e, di conseguenza, a Garante regionale".
Bernardini, che ha informato della sua iniziativa il vice segretario regionale della Uil penitenziari Mauro Nardella e tutti i componenti del Consiglio regionale, nella sua lettera scrive che "Paradossalmente, io posso candidarmi a Garante nazionale delle persone private della libertà, ma non a quello regionale. Trattasi, per le regioni e i comuni, di legge 'proibizionista' che non prevede l'esclusione per condanne relative ad altri reati; l'attenzione - spiega - viene posta infatti su tre tipologie di reati, quelli attinenti alle associazioni mafiose, quelli contro la pubblica amministrazione (concussione, etc.) e quelli riguardanti le sostanze stupefacenti, anche se riferiti a fatti di lieve entità".