“Io personalmente sono molto sereno. L'operato di Sel è sempre stato trasparente e leale nei confronti di questa giunta. Aspettiamo che il sindaco convochi una riunione di maggioranza per sentire quel che avrà da comunicarci”.
Non ci sta, Giustino Masciocco, consigliere comunale di Sinistra Ecologia e Libertà, a passare per colui che - insieme a Enrico Perilli, di Rifondazione comunista, e ai Socialisti - ha tentato, votando a favore di un emendamento (presentato da Perilli) che prevedeva lo stralcio dal piano triennale delle opere pubbliche della cabinovia di Montecristo, di affossare la maggioranza.
Pur senza minimizzare quanto accaduto ieri notte nell'aula consiliare, Masciocco tenta di stemperare gli animi e le polemiche: “Sicuramente” dice a NewsTown “delle fibrillazioni ci sono state, come dimostra anche la revoca delle deleghe di assessore a Giancarlo Vicini. Ma da parte nostra non c'è stata e non c'è alcuna volontà di provocare una crisi. Il consiglio ha votato, senza modifiche, il bilancio di previsione e questo anche grazie a Sel e Rifondazione. Prima di ieri, mai Sel aveva votato contro la giunta o la maggioranza”.
“Non sono un professionista della politica” prosegue Masciocco “nella vita faccio altro. Mi considero una persona che si è sempre messa al servizio della comunità, il resto non mi interessa, le polemiche non mi interessano. Capisco che possano esserci, da parte di qualcuno, delle necessità di riposizionamento in vista delle prossime elezioni ma questi sono giochi politici che non mi riguardano”.
A mettere sul banco degli imputati Sel e Masciocco è stato lo stesso Cialente, che, in una nota pubblicata su Facebook questa mattina, ha scritto: “La maggioranza è a rischio soprattutto perché Enrico Perilli di Rifondazione Comunista e Giustino Masciocco , con Padovani e il centrodestra (Liris, Imprudente, Raffaele Daniele, Piccinini, D'Eramo, Ferella), hanno votato un emendamento, proposto da Rifondazione, che chiedeva di cancellare dal programma triennale delle opere pubbliche la Cabinovia di Montecristo. Fortunatamente l'emendamento, per soli due voti, non è passato. Se fosse stato approvato avremmo dovuto ritirare il bando di privatizzazione, perso i 3 milioni del finanziamento regionale, i 40 milioni che con tanta fatica ho preso letteralmente di peso a Roma e portato sulla nostra montagna. E' chiaro però che ormai non c'è più una maggioranza. E La mia amministrazione, quasi sicuramente, cadrà”.
E' curioso come Cialente non menzioni, nel suo sfogo, Pierluigi Mancini dell'Api, che pure ha votato a favore dell'emendamento Perilli.
Val la pena fermarsi un attimo e capire quello che è successo questa notte.
E' vero, come scrive Cialente, che l'emendamento incriminato è stato votato, oltre che dall'opposizione, da quattro consiglieri di maggioranza. Ma è pur vero che, al momento del voto, in aula mancavano cinque consiglieri: uno – Giuseppe Ludovici - appartenente al gruppo misto, e quattro - Vincenzo Vittorini, Giorgio De Matteis, Pierluigi Properzi e Roberto Tinari – all'opposizione. Con la loro presenza la maggioranza sarebbe andata sotto.
Eccezion fatta per Vittorini - assente perché richiamato all'improvviso per un'emergenza nell'ospedale dove lavora come chirurgo - gli altri, stando alle notizie di cui è in possesso NewsTown, sarebbero tutti assenti ingiustificati.
Per quanto riguarda la materia dell'emendamento, ciò che esso prevedeva nella sostanza, Cialente ha scritto che, votando a favore, si sarebbe mandato in fumo il piano di investimenti per il rilancio turistico del Gran Sasso.
Ma chi conosce le carte sa che un progetto esecutivo per la cabinovia di Montecristo ancora non c'è e che dunque si tratta di un'opera, per il momento, solo virtuale. E comunque, anche qualora l'emendamento fosse passato, la giunta avrebbe potuto ripresentare il progetto a ottobre, quando, di solito, viene predisposto e presentato il piano triennale delle opere pubbliche.
Insomma, il quadro politico sembra essere più complesso e sfaccettato rispetto alla versione data da Cialente, secondo il quale ci sarebbe una parte della maggioranza desiderosa di far saltare il banco.
Non è da escludere che proprio Cialente stia bluffando. E' improbabile che il sindaco voglia andare alle urne proprio adesso. Il voto anticipato getterebbe per alcuni mesi la città nel caos e mai come in questo momento ci vorrebbe un po' di stabilità per dare continuità a una ricostruzione che, con il nuovo pacchetto di norme approvate nel decreto enti locali e i finanziamenti stanziati lo scorso anno, sembra aver ingranato la marcia giusta.
Perché sollevare questo polverone? Forse per mettere in cattiva luce una parte della coalizione di centrosinistra – quella rappresentata appunto da Sel e Rifondazione – in vista dell'attuazione di un disegno strategico che Cialente non ha mai nascosto di voler perseguire per le prossime elezioni. Quello, cioè, della creazione di una lista civica forte, composta da persone fidate, a supporto del Pd e dell'eliminazione delle "frange estreme" rappresentate, appunto, dai partiti di sinistra come Sel o Rc.
Nè più né meno, l'attuazione, su piccola scala, del piano neocentrista di Renzi, che punta all'isolamento di tutto ciò che sta a sinistra del Pd e alla trasformazione di quest'ultimo in un partito moderato acchiappatutto.
La fine, insomma, del centrosinistra e la nascita del partito della nazione.
Enrico Perilli (Rc): "Cialente vuole un esercito di servi"
Anche Enrico Perilli, capogruppo di Rc/Federazione della sinistra, riespinge le accuse mosse dal sindaco a Sel e al suo partito di voler giocare al tanto peggio tanto meglio: “Quella sugli impianti del Gran Sasso” spiega Perilli a NewsTown “è una battaglia storica per Rifondazione comunista. La zona dove dovrebbero sorgere la nuova cabinovia è una zona Sic e in zone Sic non si possono fare impianti. Quindi o si spostano i perimetri delle zone Sic o si spostano gli impianti. Continuare a proporre cose dove non si possono fare è solo propaganda a fini elettorali”.
“In più” continua Perilli “dei 40 milioni di cui parla Cialente non c'è traccia nel bilancio di previsione tra le voci in entrata. E non è vero nemmeno che tocca alla Regione riperimetrare le aree: quello è un compito che spetta all'Unione europea su proposta della Regione. Ma quest'ultima, a oggi, non ha presentato nulla”.
“Non è possibile” afferma Perilli “quando si è capo di un'istituzione, mistificare i fatti aggredendo e delegittimando chi la pensa diversamente. Vorrei ricordare che ieri, grazie a Rifondazione, è stata sventata l'alienazione dei terreni del Tratturo Magno e della Polveriera, perché l'assessore all'Urbanistica non si era accorto che erano finiti nel Piano alienazioni, dopo, peraltro, che nel nuovo Prg sono state messe 200 pagine sulla valorizzazione del Tratturo”.
Poi l'affondo: “Sulle tematiche ambientali e urbanistiche ci vuole molta attenzione, noi accusiamo l'amministrazione Cialente di aver portato avanti un'aggressione all'ambiente: dalla strada Aragno-S. Giacomo al progetto, per fortuna non realizzato sempre grazie a Rifondazione, dei parcheggi a S. Pietro alla Jenca l'elenco è lungo. Cialente deve dire se vuole una maggioranza composta da persone che ragionano con la propria testa o una schiera di yes men. Il vero problema non siamo noi ma gli uomini soli al comando che pretendono eserciti di servi. E di energumeni, visto che ieri un assessore ha tentato di aggredirci fisicamente”.
“E' chiaro” conclude Perilli, che smentisce la notizia secondo cui Cialente avrebbe chiesto a Fabio Pelini, l'assessore di Rifondazione, di riconsegnare le deleghe “che dopo quello che è successo non si può fare finta di niente ma noi vorremmo ragionare sui problemi dicendoci la verità e lasciando perdere la caccia alle streghe. Ogni decisione verrà presa solo dopo aver riunito il partito, dove discuteremo di quello che è successo, e dopo che ci saremo confrontati con la maggioranza”.