Martedì, 25 Agosto 2015 20:04

Renzi a L'Aquila, tra cambi di programma e fughe. Scontri tra manifestanti e polizia

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A 18 mesi dall'insediamento a Palazzo Chigi, il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha finalmente trovato il tempo di visitare L'Aquila. Una visita attesissima. Che si è rivelata assai deludente.

Innanzi alla platea radunata nell'aula magna del Gran Sasso Science Insitute, e composta per lo più da politici locali, rappresentanti dei sindacati e delle imprese, Renzi ha parlato per poco più di venti minuti, senza dire molto. "Ci eravamo detti che, quella di oggi, doveva essere una riunione di lavoro, operativa, e vorrei concepirla come tale", ha sottolineato in apertura del breve discorso.

Di operativo, però, si è sentito ben poco. "Avevo preso un impegno: non metto piede a L'Aquila fino a quando non è chiaro lo scenario", ha spiegato il Premier. "Talvolta, in passato, si è data l'impressione di far prevalere l'aspetto scenografico alla risoluzione dei problemi. Continuare a fare visite senza avere chiaro il quadro complessivo sarebbe stato quantomeno discutibile. Dunque, bbiamo atteso la delibera Cipe del 7 agosto scorso, che ha sbloccato 800milioni di euro, e la conversione del Dl 68/2015, con l'articolo 11 che contiene norme importanti per il cratere. Oggi, possiamo mettere le carte in tavola e fare una riunione davvero operativa".

In realtà, la riunione operativa doveva tenersi a porte chiuse, a Palazzo Fibbioni. Alla presenza del sindaco Massimo Cialente, del presidente della Giunta regionale Luciano D'Alfonso, del vice Giovanni Lolli, della senatrice Stefania Pezzopane, della sottosegretaria Paola De Micheli e di pochi altri. Se non fosse che il corteo di manifestanti, riunitosi alla Fontana Luminosa per contestare il Presidente del Consiglio, è riuscito ad aggirare gli stringenti controlli presentandosi fin sotto le finestre della nuova 'casa' comunale. Le forze dell'ordine, a quel punto, hanno risposto caricando i manifestanti: sono volate manganellate che hanno ricordato la terribile giornata del 7 luglio 2010, a Roma. Bilancio di un contuso e due feriti lievi: un attivista del comitato 3e32 dell'Aquila, colpito alla testa e immediatamente condotto in ospedale, e una poliziotta che, nella concitazione degli scontri, è scivolata sbattendo il viso contro le transenne di un palazzo ancora da ricostruire. 

Così, per motivi di ordine pubblico, il Presidente del Consiglio è stato invitato a recarsi direttamente al Gran Sasso Science Institute per una riunione che, a quel punto, aveva perso di gran parte del suo significato. 

Renzi ha voluto rassicurare il territorio. "I soldi ci sono", ha sottolineato, con riferimento ai 6miliardi di euro "rubricati nella competenza della contabilità pubblica", come ha ricordato Luciano D'Alfonso. Nessun riferimento, però, alla correntezza dei rifornimenti di cassa, in altre parole all'effettivo e costante trasferimento delle risorse in base alle esigenze dei processi di ricostruzione. Poche certezze anche sul destino delle imprese aquilane chiamate dall'Unione Europea a restiture tributi e contributi non versati nei mesi che seguirono il terremoto: "Continueremo a battagliare in Europa", ha detto Renzi. Aggiungengo, poi, che "rigore è quando arbitra fischia": come a dire, non sarà affatto semplice. 

"Continueremo a seguirvi con determinazione e tenacia - ha quindi aggiunto il Premier - come atto dovuto all'Aquila e ai suoi cittadini. Entro la fine dell'anno politico, la primavera-estate del 2016, daremo trasparenza al lavoro dei cantieri che verranno aperti", accennando soltanto ad una Legge organica che finalmente possa consentire semplificazioni e velocizzazioni procedurali. "Inoltre, verificheremo passo passo la difficile situazione economica della Provincia". 

Una provincia - quella dell'Aquila - che racconta una realtà molto diversa rispetto al quadro che Renzi si sforza quotidianamente di rappresentare al Paese. "La ripresa, effettivamente, c'è", ha sottolineato il Premier. "Ancora non si traduce in un aumento corposo dei posti di lavoro, ma non si può pensare di far ripartire l'economia dalla sera alla mattina. I segnali positivi, però, devono essere colti. I numeri dell'Aquila mi preoccupano, e in particolare le ore di cassa integrazione che si registrano e che sono in controtendenza rispetto al resto del Paese".

Poi, il Presidente del Consiglio ha allargato il suo orizzonte all'Abruzzo e, così, al mezzogiorno d'Italia. "Un pezzo d'Italia cresce più del 2% e un altro pezzo, invece, registra ancora segnali negativi. Per questo, abbiamo condiviso l'idea di un grande 'masterplan' per il Sud, che dovrà essere però diversificato. Lo dico qui, annunciandolo fin da ora: divideremo il 'mezzogiorno' in 15 territori, l'Abruzzo come Regione, il Molise, la Basilicata, le città metropolitane - Bari, Palermo, Catania, Reggio e Cagliari -, Taranto con la sua specificità e poi le altre regioni. Quindici diverse realtà. Di qui al 31 dicembre, siamo disposti a firmare un patto con i territori: tu mi dici cosa vuoi fare come Regione, come città metropolitana, noi diciamo cosa vogliamo fare come Governo. Un impegno reciproco che vale per 2 anni: in questo quadro, vorrei che l'Abruzzo fosse uno dei primi territori a firmare il contratto di sviluppo". Con due parole chiare: chiarezza e trasparenza. "Espliciteremo che strada si fa, quanto costerà, quale sarà la tempistica, chi controllerà. La mia proposta è: discutiamo. Ci sono dei punti che ci vedono in contraddizione con la Regione, penso al progetto Ombrina mare, ad altre questioni aperte sul territorio. Discutiamone e troviamo un accordo concreto che possa permettere al territorio di perseguire obiettivi di sviluppo reali". 

Promesse, progetti vaghi, poco altro. Renzi se ne è andato così come era arrivato, dalla porta sul retro, per evitare le contestazioni dei manifestanti. Non prima di aver speso parole di solidarietà per la poliziotta rimasta lievemente ferita nei tafferugli del pomeriggio, provocato dal consigliere comunale Ettore Di Cesare (Appello per L'Aquila) che aveva rovinato l'idillio in sala urlando che c'erano dei manifestanti aquilani manganellati. "Sono molto dispiaciuto per quanto accaduto", si è limitato a dire il Premier. "Voglio esprimere vicinanza e solidarietà al poliziotto contuso negli scontri, a chi evidentemente svolge un servizio di tutela dell'ordine pubblico". E giù applausi. 

 

 

La cronaca della giornata

Ore 19:00. L'intervento di Matteo Renzi si è già concluso. Il Presidente del Consiglio ha promesso di tornare a L'Aquila tra un anno, per verificare - in maniera operativa - lo stato dei cantieri e tenere sotto controllo la difficile situazione economica. Renzi ha poi promesso l'impegno del Governo nella difficile interlocuzione con l'Europa sulla spinosa questione della restituzione delle tasse non versate dalle imprese fino alla fine del 2010. Infine, ha proposto a Luciano D'Alfonso un 'contratto' per l'Abruzzo, pezzo di un masterplan che, nelle intenzioni di Renzi, dovrebbe rilanciare il mezzogiorno.

Ore 18:42. Ecco Matteo Renzi: "Ci siamo detti che, quella di oggi, doveva essere una riunione di lavoro e vorrei concepirla come tale. Avevo assunto un impegno: non metto piede a L'Aquila fino a quando non è chiaro lo scenario. Talvolta in passato, si è data l'impressione di far prevalere l'aspetto scenografico alla risoluzione dei problemi. Continuare a fare visite senza avere avuto chiaro il quadro complessivo sarebbe stato, dunque, discutibile. Abbiamo atteso la delibera Cipe del 7 agosto, la conversione del dl 68/2015 con l'articolo 11, e ora possiamo mettere le carte in tavola e fare una riunione davvero operativa".

Ore 18:30. Dopo le parole del primo cittadino, ecco il presidente della Giunta regionale, Luciano D'Alfonso, che sta esplicitando al Presidente del Consiglio le richieste già avanzate per l'Abruzzo con una lettera aperta pubblicata stamane su 'Il Centro'. 

Ore 18:15. In questi minuti, sta parlando il sindaco dell'Aquila Massimo Cialente che ha toccato vari temi e, tra gli altri, il più spinoso in queste ultime settimane: la richiesta di restituzione dei tributi e dei contributi non versati dal 6 aprile 2009 al 31 dicembre 2010 alle imprese ubicate nei comuni colpiti dal sisma. Cialente ha chiesto un intervento forte al Presidente del Consiglio.  

Ore 17:55. Dopo l'introduzione di Eugenio Coccia, gli interventi della Rettrice dell'Università dell'Aquila, Paola Inverardi, e del segretario provinciale della Cgil, Umberto Trasatti che sta delineando la durissima crisi occupazionale che afflige l'aquilano. 

Ore 17:45. Oltre ad un manifestante del 3e32, negli scontri è rimasta contusa anche una poliziotta che si è ferita sbattendo sulle transenne di un palazzo puntellato. 

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Ore 17:40. Matteo Renzi è arrivato nell'aula magna del Gssi, accolto dal sindaco Massimo Cialente, dal presidente della Giunta regionale Luciano D'Alfonso, dal vice Giovanni Lolli e dalla senatrice Stefania Pezzopane. In platea, il sottosegretario Paola De Micheli. A dare il benvenuto al Premier, il padrone di casa: il direttore Eugenio Coccia. 

Ore 17:30. Il video dei tafferugli tra manifestanti e forze di polizia. 

Ore 17:20. A quanto si apprende, il premier Matteo Renzi ha rinunciato all'incontro di Palazzo Fibbioni, convinto ad arrivare direttamente al Gran Sasso Science Institute per motivi di ordine pubblico. In questi minuti, l'istituto è presidiato da un ampio spiegamento di forze di polizia. 

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Ore 17:15. Altri manifestanti sono stati respinti mentre tentavano di avvicinarsi al Gran Sasso Science Insitute, alla Villa Comunale. Gli slogan dei contestatori: "Renzi, Renzi, l'Abruzzo non ti vuole".

Ore 17 - Le forze di Polizia respingono con durezza i manifestanti che hanno provato ad avvicinarsi a Palazzo Fibbioni, scendendo da San Bernardino. Il corteo - composto da un centinaio di attivisti arrivati da tutta la Regione - ha tentato invano di aggirare i controlli, passando da via Zara e raggiungendo, così, i Portici di San Bernardino. Le forze di polizia, impreparate all'arrivo dei manifestanti, sono venute a contatto con il corteo, respingendolo con grande durezza. E' seguito un breve parapiglia, con un contuso tra i manifestanti del comitato 3e32, immediatamente soccorso da una ambulanza. 

Ore 16:15 - Città blindata in attesa dell'arrivo del premier Matteo Renzi. Cordone di sicurezza intorno a Palazzo Fibbioni, dove il Presidente del Consiglio si intratterrà a porte chiuse con il sindaco Cialente e il presidente della Giunta regionale D'Alfonso, prima di spostarsi nell'aula magna del Gssi, su viale Francesco Crispi (nella foto, il blocco da Piazza Palazzo).

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Forze dell'ordine mobilitate anche alla Fontana Luminosa, appuntamento del sit-in di protesta organizzato da movimenti e comitati (nella foto).

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Ultima modifica il Mercoledì, 26 Agosto 2015 20:09

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