"Questa città non è né Sodoma né Gomorra. Non esiste un problema L'Aquila ma un problema di legalità comune a tutti i luoghi in cui ci sono grandi interessi e grandi quantità di denaro. Le inchieste? Bisogna vederne anche gli aspetti positivi, denotano che c'è qualcuno che il malaffare lo scopre".
Franco Gabrielli ne è convinto: malgrado le indagini della magistratura continuino a portare alla luce nuovi casi di corruttela e malaffare legati alla ricostruzione, non esiste nessun "sistema L'Aquila".
Il prefetto di Roma, in visita in città per partecipare al Premio Fondazione Carispaq per la Solidarietà, spiega che il vero problema non è legato ai luoghi geografici ma agli interessi in gioco: "Anche in Emilia, regione che io avevo elogiato rispetto all'Aquila attirandomi molte critiche, ci sono state vicende di malaffare. Il tema non è questo e non è neanche la politica - troppo spesso demonizzata quando invece il nostro Paese avrebbe bisogno proprio della politica con la p maiuscola - ma è quello degli interessi, delle grandi risorse che suscitano appetiti che vanno ovviamente combattuti, repressi e emarginati. Purtroppo fino a che ci sarà il genere umano con la sua caducità e la sua limitatezza, ci saranno queste cose. Come si dice, lo spirito è forte ma la carne è debole. Dobbiamo essere severi nel giudizio ma anche essere contenti quando queste cose emergono. Mi preoccuperei più di una situazione dove tutto fila liscio, perché vorrebbe dire che non ci sono occhi attenti per guardare".
Prima di prendere parte all'evento di beneficenza, Gabrielli ha visitato la chiesa di S. Bernardino, che sarà la basilica santa durante il Giubileo, vista l'inagibilità di S. Maria di Collemaggio: "Oltre a essere un monumento dell'arte, questo è un monumento dello spirito. Rivederlo così apre veramente il cuore, è un bel messaggio di quello che sarà il futuro di questa città. Ogni volta che torno vedo segnali molto positivi".
Nessun commento particolare, invece, sulla vicenda dei balconi pericolanti. Gabrielli, a suo tempo, mise in guardia contro il rischio di infiltrazioni della malavita nella ricostruzione e nei giorni in cui era ancora a capo della Protezione civile aveva annunciato che il dipartimento si sarebbe costituito parte civile qualora fossero stati dimostrate frodi nelle pubbliche forniture: "Distinguerei le cose che attengono alle infiltrazioni criminali e quelle che attengono alle questioni tecniche. A me non piace passare da coglione quando non lo sono o passare da eroe quando non lo sono. Aspiro a una bieca normalità".