E' arrivata l'attesa nomina di Franco Gabrielli, oramai ex numero uno della Protezione Civile, a prefetto di Roma.
L'ufficialità è arrivata nella tarda serata di ieri, a margine del Consiglio dei ministri.
Il capo della Protezione civile, già direttore del Sisde e dell'Aisi e prefetto dell'Aquila, prende il posto di Giuseppe Pecoraro che ha appena lasciato il suo incarico. "E' una figura di straordinaria preparazione. Ne sono felice e gli faccio i miei migliori auguri di buon lavoro", ha commentato a Radio Radio il primo cittadino della capitale, Ignazio Marino.
Nato a Viareggio nel 1960, laureato in giurisprudenza, Gabrielli ha già lavorato a Roma. Come funzionario di polizia è diventato capo della Digos nel 2000. Poi, l'incarico di numero uno dei servizi segreti, come direttore del Sisde (poi diventato Aisi), fino al 2008. Il giorno del terremoto dell'Aquila, il 6 aprile 2009, il governo Berlusconi lo ha nominato prefetto del capoluogo abruzzese, dove è rimasto fino al 2010, quando ha sostituito Guido Bertolaso - di cui è stato vice commissario nel periodo dell'emergenza post-sisma - al comando del Dipartimento di Protezione Civile, organo della presidenza del Consiglio dei ministri.
Ovviamente, è personaggio molto noto - e altrettanto discusso - a L'Aquila. In particolare, negli ultimi mesi è tornato sulle pagine dei quotidiani nazionali e locali a seguito delle sentenze del processo alla Commissione Grandi Rischi. Dopo la condanna in primo grado, ebbe un lungo battibecco a distanza con Vincenzo Vittorini, consigliere comunale all'Aquila e membro dei comitati dei parenti delle vittime del sisma.
L'ex capo della Protezione Civile si è anche espresso a proposito dei compiti del Dipartimento in tema di rischio sismico, con un'intervista rilasciata a NewsTown, assunta dalla Procura generale nell'ambito del processo Grandi Rischi Bis, che vede come imputato il suo predecessore Bertolaso. Non solo. Giusto qualche giorno fa, alla vigilia del sesto anniversario del sisma, Gabrielli ha firmato una lettera inviata ai familiari delle vittime del terremoto risarciti delle 'provvisionali' a seguito della condanna in primo grado dei membri della Commissione Grandi Rischi chiedendo indietro il denaro.