"Ho chiesto venga messa agli atti la mia eccezione di illegittimità rispetto al documento di questa mattina e chiedo vengano ripristinati i criteri utilizzati nel documento di ieri".
Flavia Tortorella, legale dell'Aquila calcio, riassume così a Newstown il suo intervento fatto questo pomeriggio, presso il tribunale Federale nell'ambito del Processo Dirty Soccer, in cui L'Aquila ha ricevuto la richiesta di penalizzazione più alta della storia, 32punti.
Una richiesta a cui il procuratore Palazzi ha replicato giudicandola infondata: "La procura ha modificato un atto interno correggendo un errore e uniformando le sanzioni a quelle chieste per altre squadre" si è giustificato il Pm.
Eppure la richiesta di penalizzazione della Procura (passata dai 32 punti di ieri ai 31 di oggi) è parsa viziata da alcuni errori sollevati proprio dalla difesa rossoblù composta anche da Marco De Paulis,verso cui sembrano piuttosto deboli le spiegazioni date dalla Procura federale.
L'Aquila infatti nel documento rilasciato ieri dalla Procura era stata citata in 20 provvedimenti a vario titolo per illecito , omessa denuncia e responsabilità presunta. Solo che nei capi d'accusa apparivano capi d'accusa doppione senza i quali il conto dei punti sarebbe dovuto essere di 25 anziché 32.
Sollevata l'opposizione da parte dell'avvocato De Paulis, la Procura ha quindi parlato di errori di trascrizione riformulando l'ammontare dei punti di penalizzazione a 31. Come? Attribuendo in maniera anacronistica 7 punti di penalizzazione anziché 3, alle gare in cui è coinvolta L'Aquila.
"Noi chiediamo vengano utilizzati gli stessi criteri utilizzati per altri procedimenti" precisa l'avvocato Tortorella a Newstown sottolineando che "questa insicurezza dei criteri di determinazione della sanzione tradisce un'insicurezza della Procura che non può che essere un bene per la situazione dell'Aquila".
L'avvocato afferma inoltre di aspettare alla finestra anche lo svolgimento di altri procedimenti paralleli che coinvolgono indirettamente i rossoblù. Dovessero intopparsi ne beneficerebbe anche la posizione dell'Aquila.
A parlare nel tardo pomeriggio anche il Supporter Trust "L'Aquila Me'":
"Come associazione che mira a essere quanto più possibile rappresentativa della intera tifoseria rossoblù, non reclamiamo né indulgenze né colpi di spugna: siamo stati i primi a dissociarci dalla indegna condotta di Ercole Di Nicola e a chiedere alla società L'Aquila Calcio 1927 di fare pulizia. Vogliamo giustizia e siamo pronti come tifosi a pagare le conseguenze per la responsabilità oggettiva del nostro club, ma pretendiamo che questa giustizia sia equa e che rispetti i princìpi basilari della parità di trattamento e della certezza del diritto".
"Le richieste avanzate dalla Procura Federale - continua la nota del supporter Trust - con i risvolti inquietanti emersi in queste ultime ore, non rispondono a questi requisiti e condannerebbero sostanzialmente L'Aquila Calcio a una retrocessione per via giudiziaria, falsando un campionato che la squadra rossoblù sta invece onorando con dignità e con la volontà di conquistare la permanenza nel calcio professionistico nonostante l'attesa penalizzazione. Sarebbe stato più coerente, a questo punto, anticipare all'estate scorsa il giudizio sulla Società e decretarne la retrocessione diretta in una categoria inferiore".
"Chiediamo pertanto - conclude l'associazione -, ai soci e alla dirigenza de L'Aquila Calcio 1927, a tutte le Istituzioni cittadine e a ciascun tifoso aquilano di mobilitarsi, in queste ore e nei giorni che seguiranno, con l'orgoglio e la dignità che hanno sempre contraddistinto la nostra gente nella sua storia non solo sportiva, affinché il sodalizio rossoblù non si trovi a essere il capro espiatorio di un sistema che merita di essere riformato drasticamente, ma non certo sotto l'egida di chi fino ad oggi ne è stato corresponsabile".