Ci mette cuore, corsa e impegno L'Aquila calcio, ma non basta: a Matelica, la capolista vince 2-1 e prosegue la corsa solitaria in vetta alla classifica del girone F di Serie D.
Battistini non si copre, anzi: in campo il collaudato 3-4-3 con Boldrini e Valenti a sostegno di Ibe in attacco, la linea di centrocampo con Pupeschi, Steri, Ruci e Marra, e il trio Cafiero, Esposito, Ibojo davanti al portiere Farroni.
La partita inizia nel segno dell'equilibrio. Al quarto d'ora, però, lo strappo del Matelica che va in vantaggio: l'attaccante Magrassi colpisce di testa sul primo palo, bruciando la difesa rossoblu. Un minuto prima, la capolista si era resa pericolosa con un cross in area di Angelilli: Ibojo lesto a liberare. Il mister rossoblu corre ai ripari, passando al 3-5-2 col Boldrini arretrato sulla linea di centrocampo: poco prima della mezz'ora, occasione per Valenti che, in area, viene anticipato d'un soffio da Brentan. Al 35°, altra occasione per L'Aquila: cross col contagiri di Boldrini, Pupeschi di testa sfiora il palo. Poco prima del riposo è Ruci a spaventare Kerezovic con un gran destro; sugli sviluppi del corner, Pupeschi di testa va ancora vicino al pareggio.
La ripresa si apre con due cambi: Sieno subentra a Marra e, per la capolista, D'Apollonia sostituisce ad Angelilli. Tre giri d'orologio e L'Aquila pareggia, con un fantastico tiro di Ibe da 25 metri che finisce all'incrocio dei pali. Al quarto d'ora i rossoblu potrebbero andare persino in vantaggio, ma Kerezovic ipnotizza Valenti servito in area da un lancio perfetto di Ruci.
Reagisce la capolista: prima Gabianelli da lontano, Farroni in angolo; poi, al 22esimo minuto D'Apollonia trova il nuovo vantaggio con tocco in area a due passi dalla linea di porta su corner da sinistra. E' una brutta sberla per i ragazzi di Battistini che non riescono a reagire: Di Paolo e Brenci subentrano a Ibe e Ibojo ma l'inerzia del match non cambia. Un ultimo sussulto in pieno recupero: punizione di Boldrini in area, forse c'è un tocco di mano di un giocatore del Matelica ma l'arbitro lascia correre e, dopo cinque minuti di recupero, fischia la fine della partita.
L'Aquila esce a testa alta, pagando oltre misura le occasioni sprecate nei 20 minuti finali del primo tempo.