E' stata la maglia rosa Simon Yates, britannico della Mitchelton - Scott, a vincere la nona tappa del 101° Giro d'Italia di ciclismo, da Pesco Sannita (Benevento) al Gran Sasso d'Italia (L'Aquila), località Campo Imperatore, lunga 225 chilometri.
Yates ha battuto, in uno sprint ristretto, il francese Thibaut Pinot, secondo, e il colombiano Esteban Chaves, terzo; Domenico Pozzovivo è giunto quarto, a 4": a seguire, l'ecuadoriano Richard Carapaz, Davide Formolo, il neozelandese George Bennett, 'olandese Tom Dumoulin, ottavo, a 12". Ci ha provato il chietino Giulio Ciccone a regalarsi il tappone abruzzese e ha dato spettacolo sui tornanti del Gran Sasso: alla fine è giunto decimo, a 24". Il vantaggio più grande Yates lo ha scavato, però, nei confronti di Chris Froome e Fabio Aru, che vanno incontro a una giornata difficile; il sardo ha perso le ruote dei migliori a 3 km dalla cima arrivando in vetta con 1’14" di ritardo. Un km dopo è andato in difficoltà anche Froome che, pure scortato da Henao e Poels, ha ceduto 1’07": sono distacchi pesanti.
D'altra parte, che il Gran Sasso potesse dire molto dello stato di forma dei migliori era chiaro a tutti: la salita verso Campo Imperatore è tra i luoghi 'mitici' del ciclismo, resa immortale dall'impresa di Marco Pantani che, 19 anni fa, trionfò sul traguardo a oltre 2mila metri. In migliaia gli appassionati che, ricordando l'impresa del Pirata romagnolo, hanno affollato i tornanti verso il traguardo e il piazzale antistante l'albergo e l'ostello.
La tappa di oggi che, prima di arrivare a Campo Imperatore, è passata anche per Calascio e S. Stefano di Sessanio, è stato il terzo arrivo in salita del Giro 2018. Dopo i primi 100 km lungo la strada a scorrimento veloce da Benevento a Rionero Sannitico, il gruppo ha affrontato la salita verso Roccaraso seguita dalla lunga discesa fino a Sulmona e Popoli. Dopo i due traguardi volanti, è stata la volta della salita finale di circa 45 km, intervallati da brevissime contropendenze, suddivisa in due parti: la prima fino a Calascio e la seconda, più breve, e pendente, fino all’arrivo.
Gli ultimi 7 km sono stati quelli più spettacolari: si sono superati i 2mila metri di altitudine, i corridori hanno dovuto affrontare pendenze importanti, attorno al 9% ma con picchi del 13%.
Domani il Giro osserverà una giornata di riposo. Una delegazione salirà a Rigopiano di Farindola con i parenti delle vittime per un momento privato dedicato al ricordo delle 29 persone scomparse a seguito della valanga che il 18 gennaio 2017 ha travolto il resort.
Sarà un'opportunità di rilancio per Farindola: "Siamo felicissimi di ospitare la 'carovana rosa' in un territorio che ha vissuto una terribile tragedia e che ha bisogno di promuovere le sue bellezze e le sue eccellenze - le parole del sindaco Ilario Lacchetta - Voglio ricordare anche oggi il sacrificio di quei 29 angeli di Rigopiano e far sì che si possa però ripartire, nel ricordo di chi non c'è più".
Il 15 maggio il Giro d'Italia ripartirà da Penne per giungere, dopo aver percorso 239 km, a Gualdo Tadino.