Quello in foto è il cartellone apparso quest'anno alla base della funivia dopo la riapertura degli impianti sciistici a Campo Imperatore, L'Aquila, avvenuta il 2 gennaio. E un cartellone del genere non poteva che generare giustificate polemiche.
Dopo la tragica morte di un anno fa del giovane medico aquilano Mario Celli, travolto da una valanga sul fuori pista dei valloni, il Comune - tramite l'apposita commissione valanghe - aveva decretato l'impellente necessità di dotare il Centro Turistico di un Piano di Sicurezza. Questo è quanto riportato lo scorso 7 febbraio da questo giornale dopo aver sentito l'attuale vice presidente della Regione Abruzzo Giovanni Lolli che partecipò alla Commissione:
Un anno dopo, il risultato di quella che era stata annunciata come una "rivoluzione culturale" di fronte una questione che non si poteva più affrontare con generiche quanto ipocrite ordinanze di divieto di fuori pista, ecco il risultato: un cartellone giallo con raffigurato in rosso uno sciatore barrato e la scritta cubitale "vietato sci fuoripista".
Una frase difficile anche da un punto di vista grammaticale, utilizzata per una comunicazione sulla sicurezza vergognosa sul piano dell'arretratezza culturale. Un passo indietro rispetto la precedente ordinanza ancora in vigore e l'annuncio, reiterato in questi giorni dal Sindaco dell'Aquila Cialente, di "mettere in sicurezza i valloni" tramite la tecnologia Gaz ex.
Un cartellone evidentemente improvvisato e contraddittorio, per almeno due motivi: il primo è che si contraddice già nel testo stesso. Se l'annuncio vuole incutere timore nel divieto, poi, leggendo le righe più in basso si evince: "In ogni caso i praticanti dello sci-alpinismo devono munirsi di appositi sistemi elettronici per il rilevamento de il soccorso". In ogni caso il fuori pista dunque si può fare, almeno come dice la legge regionale n.24 ricordata sul tabellone si tratti di "sci fuoripista lungo pendii interessati attivamente o passivamente da rischio di eventi valanghivi potenzialmente connessi con l'area sciabile attrezzata".
La seconda contraddizione riguarda quanto viene riportato sul sito del Centro Turistico che fa del free ride la ciliegina sula torta della sua offerta turistica: "Campo Imperatore Free ride paradise" recita il main slogan sulle pagine on line, come si può anche vedere dall'elaborazione fotografica diffusa dall'associazione Gran Sasso Anno Zero in polemica con il Comune per la mancata realizzazione degli investimenti annunciati sul Gran Sasso e per questo clamoroso passo falso del Centro Turistico sulla cultura della sicurezza in montagna.
"Si tratta - scrive su facebook l'associazione che durante il Festival della Montagna ha organizzato specifici incontri sulla sicurezza in alta quota - dell'ennesimo approccio inopportuno e sterile da parte del Ctgs al problema del rischio valanghe e della sicurezza in montagna d'inverno, che ha l'unico effetto di respingere i frequentatori.
"Questa politica, se così si può chiamare - continua la nota - ci sembra a dir poco paradossale, ridicola e dannosa per il comprensorio del Gran Sasso. Va esattamente contro la creazione di un turismo invernale rispettoso e sicuro. Freeride e scialpinismo sono sport che già richiamano sulle nostre montagne migliaia di appassionati, potrebbero attirarne molti di più. Possono e devono essere praticati in modo responsabile, limitando il più possibile i rischi. Diffusione delle informazioni di sicurezza, mappatura e monitoraggio degli itinerari fuoripista sul Gran Sasso sono le iniziative da prendere in questo senso, come noi proponiamo pubblicamente ormai da quasi un anno. Il rilancio delle nostre montagne passa anche, forse soprattutto da qui. Ma nonostante molte promesse, Comune e Centro Turistico sono a quanto pare sordi a questo tema (e a molti altri). Così non si va da nessuna parte. Il Gran Sasso merita di meglio!"