Una cosa positiva questa stagione calcistica aquilana l'ha sicuramente partorita: il supporter Trust "L'Aquila me'" . Non più "costituendo" come ci si era quasi abituati a dire, ma propriamente "costituito" come testimoniano le elezioni delle scorsa settimana che con tutta probabilità confermeranno alla presidenza il giovane Marco Mancini.
Uno strumento, quello del trust, la cui importanza si può capire tanto più oggi, in virtù di questa stagione fatta di errori e "misteri". L'Aquila me' infatti può essere considerato anche come una sorta di "sindacato dei tifosi" a cui spetta un ruolo di controllo "dal basso", praticato tramile la partecipazione dei tifosi alla vita della società e la trasparenza che da questa partecipazione si dovrebbe ricavare.
Come? Acquistando per esempio l'1% delle quote societarie e quindi partecipando di diritto all'assemblea dei soci dell'Aquila calcio a cui va il merito di essersi dimostrata da subito più che disponiible verso l'iniziativa. Così i tifosi entreranno di fatto nella società, e casi come quello "Pacilli" o "Maccarrone" resteranno - si spera - solo un ricordo da "medioevo calcistico": un periodo in cui nel porto delle nebbie societario era difficile vedere qualcosa e così facendo però, ora i risultati sono sotto gli occhi di tutti.
Allo stesso tempo il supporter trust dovrebbe dare anche una responsabilità attiva ai tifosi che ne prenderanno parte. In tal modo dovrebbe almeno scalfirsi l'attitudine lamentosa, fatalista e a tal volta auto ammutinatrice e tafazzista spesso in voga all'Aquila. L'Aquila me' potrebbe avere invece in tal senso, la funzione di promuovere un atteggiamento più propositivo tra chi vuole il bene dll'Aquila calcio, intesa come bene comune della città a cui - in ultima analisi - appartiene.
Nell'assemblea dei soci del Trust - contestuale alle votazioni per le elezioni del Consiglio Direttivo e del Collegio Sindacale dell'Associazione - svoltasi all'auditorium dell'Ance lo scorso martedì 14 aprile, L'Aquila me' ha confermato di avere come priorità proprio quella di passare all'acquisto della fatidica quota. Sarà possibile grazie ai 152 soci che finora hanno aderito e ai 3mila871euro raccolti, sufficienti all'obiettivo preposto. "Meglio però aspettare un altro un po' a questo punto- ha specificato Marco Mancini - in quanto è più opportuno non acquistare fino a quando la società non avrà completato il processo di copertura delle perdite e ricapitalizzazione, legato anche all ingresso di nuovi soci".
Nell'incontro il presidente, insieme agli altri membri del (vecchio) consiglio direttivo Luca Frontera, Americo Angelini, Paolo e Mauro Rosati, hanno riassunto l'attività svolta quest'anno a partire dall'interlocuzione con la società dell'Aquila calcio e le istituzioni sul nuovo stadio di Acquasanta. Un'interlocuzione in realtà iniziata già in precedenza dal gruppo organizzato dei Red Blue Eagles che nel recente passato è riuscito ad imporre una modifica al progetto per il settore Curva.
Sono state ricordate le iniziative svolte quest'anno come il RossoB(l)us (il trasporto gratuito dalle periferie allo stadio), il questionario rivolto ai tifosi occasionali (per capire come incentivare le presenze al Fattori), l'iniziativa di commemorazione a Contignano, il rapporto stabilito con il trust della Lucchese "Lucca United" e l'adesione al network dei trust "supporters in campo" con l'appuntamento di Ancona . Sì perché in Italia di Trust ce ne sono tanti e fuori il nostro Paese ancor di più. Sopratutto in Inghirterra (di dove è originario) e in Germania.
In Italia i casi forse più famosi di trust sono forse quelli di Ancona, Cava dei Tirreni e Taranto. Tutte esperienze che vengono significativamente da una rifondazione seguita ad un fallimento societario e che nel caso di Taranto e Cava hanno preso una piega particolarmente significativa. Per i tifosi pugliesi la partecipazione alla quote societarie ha raggiunto in un primo momento il 18% delle quote, a cui è seguito successivamente un 5% dopo la ricapitalizzazione. E i risultati di questo tipo di ripartenza partecipata si vedono a giudicare dall'enorme presenza sugli spalti nell'attuale campionato di serie D.
Eccezionale poi il caso di Cava dei Tirreni dove dal trust "sogno Cavese" è sorto il primo comunity club italiano "Cava United", una squadra che si è iscritta in terza categoria gestita completamente dal basso, "dalla gente", tramite l'azionariato popolare.
Per il prossimo futuro L'Aquila me' punterà a mettere certamente il becco sui prezzi degli abbonamenti, quest'anno giudicati in generale troppo cari.
Nel breve termine sarà realizzato un sito internet del trust che - ed questo l'evento più imminente - dal 30 aprile organizzerà al palazzetto dei nobili una mostra convegno sulla storia dell'Aquila calcio con particolare focus sulle origini del club a partire dalla famosa partita del 15', di cui ricorre il centenario, fino alla promozione in serie B degli anni 30'.
Nel 2015 sembra essere iniziata una bella storia: quella del supporter Trust aquilano L'Aquila me'.