L'ultima volta era stata il 7 ottobre 2006. La partita, un match di qualificazione ai mondiali di Francia 2007 contro il Portogallo. Quel giorno finì 83 a 0 per gli azzurri, all'epoca guidati da Pierre Berbizier. Nel diluvio di mete e trasformazioni italiane, tra le mura amiche del Fattori andarono a segno anche Andrea Masi (due volte) e Carlo Festuccia, aquilani di nascita, e Gert Peens, aquilano d'adozione.
Nove anni dopo quell'incontro senza storia contro i fragili e piccoli lusitani, L'Aquila torna a ospitare la Nazionale italiana di rugby per un raduno pre-mondiale che durerà dal 12 al 25 luglio.
Il quindici allenato da Jacques Brunel ha scelto infatti il capoluogo abruzzese come sede per svolgere parte della preparazione in vista della competizione iridata, che si terrà il prossimo settembre in Inghilterra.
Castrogiovanni e compagni alloggeranno presso il S. Donato Golf a Santi di Preturo e si alleneranno a Centi Colella, Piazza d'Armi e al Fattori.
L'Aquila sarà la seconda tappa di un lungo ritiro che inizierà il 14 giugno a Villabassa, in provincia di Bolzano, e proseguirà anche a Fiuggi e Torino, dove ci sarà il primo test match contro la Scozia. A seguire, gli azzurri voleranno a Edimburgo e a Cardiff per altre due amichevoli (una ancora una volta contro la Scozia, l'altra contro il Galles), per poi far ritorno a Roma il 12 settembre. Due giorni di raduno e poi di nuovo Oltremanica per l'inizio ufficiale dell'avventura nella Rugby World Cup 2015.
Girone di ferro quello degli azzurri, con due avversari tostissimi - Francia e Irlanda - e altri due più abbordabili, Canada e Romania. Esordio previsto il 19 settembre a Twickenham contro i Bleus. L'obiettivo sarà conquistare il passaggio del turno e approdare ai quarti di finale, impresa sinora mai riuscita.
"Siamo consapevoli della difficoltà del compito" dice a NewsTown il team manager della nazionale, l'aquilano Gino Troiani, "ma sono sicuro che faremo un'ottima preparazione e arriveremo pronti".
294 presenze ufficiali in serie A con la maglia dell'Aquila, miglior marcatore assoluto nella storia del club con oltre 2500 punti realizzati, due scudetti vinti (quello del 1981 e quello, storico, del 1994 in finale contro il Milan), 47 caps, due Coppe del mondo disputate come giocatore (Inghilterra 1991 e Sud Africa 1995): Gino Troiani è una leggenda vivente della palla ovale italiana.
Dal 2010 Troiani è il team manager azzurro. Arrivato in epoca Mallet, l'ex numero 10 neroverde è rimasto anche con Jacques Brunel.
Cosa vi ha spointo a scegliere L'Aquila come tappa della preparazione pre-mondiale?
In verità in un primo momento come sede per il secondo blocco di lavoro era stata scelta Bormio. Scelta alla quale, però, abbiamo dovuto rinunciare per una serie di problemi logistici. L'idea di scegliere L'Aquila è venuta a me e a Jacques Brunel un giorno in cui eravamo di passaggio in città. Una volta presa la decisione, abbiamo trovato subito la massima disponibilità ad accoglierci da parte di tutti, dall'amministrazone comunale alle varie realtà rugbistiche cittadine.
Il fatto che abbiate deciso di venire qui vuol dire che avete giudicato gli impianti e le strutture di cui la città dispone adeguati e di livello.
Sì, è così. Per fortuna, oltre alla ricostruzione delle case e dei palazzi, qualcosa si sta muovendo anche dal punto di vista degli impianti sportivi. Tra il sintetico di Centi Colella, il nuovo campo di Piazza d'Armi che speriamo sarà pronto per quando arriveremo, il Fattori, gli impianti per fare attività non mancano. In più abbiamo trovato una bella struttura ricettiva al S. Donato Golf di Santi di Preturo. Ci sono tutte le condizioni per fare una buona preparazione.
Era importante riportare la nazionale all'Aquila, l'ultima apparizione risaliva al 2006.
Da aquilano sentivo molto questa mancanza. Negli ultimi anni, anche per via del terremoto, ci sono state poche occasioni per fare venire in città le varie squadre nazionali. Di recente c'è stata l'under 18 ma la nazionale maggiore mancava da un po'. Sarà un ritorno importante sotto tanti aspetti, darà sicuramente un po' di entusiasmo alla città, agli appassionati di rugby e in generale a tutti gli sportivi, aquilani e abruzzesi. E spero che possa essere di aiuto anche alle società che, con fatica, si muovono in questa realtà e cercano ogni anno di raggiungere dei risultati che possano finalmente riportare L'Aquila ai livelli di una volta. Per me in particolare sarà una grande emozione e avrò l'onere di fare in modo che tutto vada per il meglio.
L'Italia, inserita nel girone D insieme a Francia, Irlanda, Romania e Canada, esordirà il 19 settembre a Twickenham contro i francesi. Con quale spirito e in quali condizioni psico-fisiche arrivate a questo mondiale, considerando anche che la stagione che si è appena conclusa non è stata tra le migliori disputate negli ultimi anni?
Effettivamente ci aspettavamo di più, soprattutto dall'ultimo Sei Nazioni, non solo perché avevamo tre partite in casa ma perché due di queste le abbiamo giocate proprio contro Francia e Irlanda, i nostri prossimi avversari. Al mondiale, dopo la Francia, affronteremo Canada, Irlanda e infine Romania. L'obbligo è di vincerne almeno tre e questo significa che, per sperare di passare il turno e conquistare quei quarti di finale ai quali non siamo mai arrivati, dovremo battere almeno una tra Francia e Irlanda. Il gruppo è consapevole del compito che lo attende. Sono convinto che la preparazione sarà fatta al massimo e che arriveremo pronti. Poi, certo, sarà il campo a dire la verità, e ci vorrà probabilmente anche un pizzico di fortuna.
Che accoglienza vi aspettate a luglio?
Sono sicuro che saremo accolti con entusiasmo non solo dalla città ma da tutta la Regione. Mi piacerebbe che tutto l'Abruzzo sentisse l'importanza di questo evento.