La morte di Giulio Regeni, 28enne friulano dottorando presso l'Università di Cambridge, trovato senza vita a lato di una strada nella periferia del Cairo, ha suscitato forti tensioni a livello nazionale e internazionale.
L'ipotesi di "delitto politico" è stata confermata dagli evidenti segni di tortura sul corpo del giovane, collegandolo al regime di Al-Sisi, attualmente al comando del paese.
E' proprio al presidente egiziano che si è rivolta l'Università di Cambridge in una lettera, chiedendo di far luce su quanto è accaduto e continua ad accadere alle persone scomparse e torturate in Egitto. All'appello aperto dell'Università inglese hanno risposto più di 4600 esponenti del mondo universitario, tra cui l'Università degli Studi dell'Aquila.
Di seguito la lettera integrale dell'ateneo aquilano
"Gli studenti, i docenti e il personale tecnico-amministrativo dell'Università dell'Aquila, come membri della comunità accademica più ampia di cui Giulio Regeni faceva parte, sono profondamente colpiti dalla notizia della sua morte.
Giulio era un dottorando dell’Università di Cambridge e si trovava a Cairo per condurre la sua ricerca sull’economia egiziana. È scomparso il 25 gennaio, giorno dell'anniversario dell'inizio delle manifestazioni che hanno portato alla deposizione del presidente Mubarak, e il suo corpo è stato rinvenuto giorni dopo, nei sobborghi del Cairo, con evidenti segni di tortura.
L'assassinio di Giulio Regeni colpisce duramente la libertà di pensiero, di ricerca e di espressione che anche l'Università dell'Aquila persegue e promuove quotidianamente attraverso la sua attività istituzionale. L'Ateneo esprime vicinanza alla famiglia e aderisce all'appello di numerose istituzioni accademiche nel mondo chiedendo alle autorità tutte di impiegare ogni possibile mezzo per far luce sulle circostanze della brutale uccisione di Giulio Regeni".
Paola Inverardi Rettrice dell'Università dell'Aquila