Stando ai dati del consorzio Alma Laurea, l'Università degli Studi dell'Aquila è tra le migliori del centro-sud per percentuale di occupati a tre anni dal titolo di studio. La laurea ottenuta a L'Aquila, infatti, 'vale più' di quelle rilasciata da altri Atenei.
A sfogliare il rapporto, si evince che i neo-laureati del nord hanno sia un reddito maggiore che una probabilità più elevata di trovare un impiego. Se uno studente dell'Università di Foggia, a tre anni dalla laurea, ha meno del 70% delle possibilità di trovare un lavoro, e dichiara un reddito che oscilla tra i 1.000 e i 1.100 euro netti al mese, un collega del politecnico di Torino ha il 96% di possibilità di essere occupato entro 3 anni dal titolo universitario, con un reddito che arriva a poco meno di 1600 euro.
Fra i due estremi si colloca l'Univaq con l'86.1% di possibilità, per i neo laureati, di trovare un lavoro nel giro di tre anni. Si tratta della miglior performance per un ateneo del sud Italia, ben al di sopra delle Università di Chieti-Pescara (81%) e Teramo (79.5%). Ma l'Univaq fa meglio anche di altri Atenei del centro Italia, come Siena, Perugia, Pisa, Roma Tre, Roma La Sapienza, con un risultato vicino a università come quella di Bologna o di Pavia.
Confrontando quanto spesso lavorano i neo-laureati e quanto lo fa la popolazione complessiva nell'area in cui si trova l'università - e i dati dovrebbero quanto meno raccontare che è più probabile trovare un impiego per i ragazzi appena usciti dalle Università rispetto alla media generale dei lavoratori - si evince, di nuovo, che l'Univaq è il migliore tra gli Atenei del sud, in media con altri, pure importanti, del centro Italia. L'80.5% dei neo-laureati, infatti, lavora, rispetto all'impiego medio nell'area di riferimento che si attesta al 53.9%. Teramo è al 78.1% sul 55,8% del territorio, Chieti al 65.5% sul 53,8% generale.
In ultimo, il reddito dichiarato dai neo-laureati degli Atenei italiani già occupati: a L'Aquila, gli studenti che - in tre anni - hanno ottenuto un lavoro, dichiarano 1338 euro netti al mese, poco meno di Chieti-Pescara (1370 euro) e Teramo (1429). In controtendenza rispetto ai dati di molti Atenei italiani, il reddito degli uomini è cresciuto, se raffrontato almeno al 2010: da 1384 a 1408 euro al mese. In calo, invece, come da media nazionale, lo stipendio mensile delle donne, che passano dai 1234 euro del 2010 ai 1135 del 2015.