"Un disastro è uguale all'impatto dell'agente naturale - il terremoto, nel caso dell'Aquila - moltiplicato per la vulnerabilità della comunità colpita - si pensi all'inadeguatezza delle infrastrutture - e l'esposizione al rischio a cui si sottopone la comunità in questione, poiché culturalmente l'agente naturale non viene identificato come pericolo". A dirlo è Antonello Ciccozzi, professore di 'Storia dell'antropologia culturale' dell'Università dell'Aquila, durante la prima sessione del convegno 'Le narrazioni del sisma', tenutosi ieri presso il Dipartimento di Scienze Umane.
L'incontro si inserisce nell'ambito del 'Programma di Residenza Studio Roma', a cura dell'Istituto Svizzero della Capitale, il cui obiettivo è permettere agli studenti svizzeri beneficiari del progetto di conoscere, osservare e comprendere concretamente le dinamiche che interessano la comunità aquilana nel dopo terremoto.
Ospite dell'iniziativa, insieme a Ciccozzi - illustratore degli sconvolgimenti antropologici che hanno interessato L'Aquila dal 2009 a oggi - è stato il pubblico ministero Fabio Picuti, narratore delle vicende giuridico-giudiziarie legate al post-sisma.
Al centro del dibattito, le cause e le dinamiche del processo alla Commissione Grandi Rischi (CGR).
Nessuno meglio di Antonello Ciccozzi e Fabio Picuti avrebbe potuto trattare con più dettaglio e perizia le vicende che legano il capoluogo abruzzese alla CGR.
Ricordiamo che Picuti è, insieme alla pm Roberta D'Avolio, la pubblica accusa del processo, e Ciccozzi è autore della consulenza antropologico-culturale in campo giudiziario (la prima in Italia), richiesta dal Tribunale dell'Aquila, sul rapporto tra le rassicurazioni fornite alla popolazione dalla Commissione Grandi Rischi e la reazione della comunità aquilana di fronte al parere degli esperti.
Ancora una volta è stato sfatato il mito del 'processo alla scienza' che, purtroppo, continua ad avvolgere la sentenza che tanto ha fatto discutere.
"Non è possibile prevedere il terremoto in maniera deterministica - ha spiegato Picuti nel corso della discussione - infatti la condanna in primo grado agli imputati è stata inferta per 'inadeguata valutazione del rischio sismico', poiché non hanno preso in considerazione tutti i dati che avevano a disposizione", ha sottolineato.
Il pm ha sottolineato inoltre l'importanza del caso legale della CGR: "Questo processo evidenzia il bisogno di un dibattito, o comunque di regole specifiche per quanto riguarda la gestione dei rapporti tra i doveri dello stato per la tutela dell'incolumità dei cittadini e le responsabilità che derivano da tali doveri".
Per il secondo appuntamento di 'Le narrazioni del sisma' saranno centrali la geografia e la pedagogia del territorio aquilano. Lina Calandra, ricercatrice nel campo della 'Geografia' presso l'Univaq, Maria Vittoria Isidori, ricercatrice nell'ambito della 'Pedagogia' e Alessandro Vaccarelli, professore di 'Pedagogia' dell'Univaq affronteranno i delicati temi proposti. L'incontro si terrà dalle 18 alle 20 presso l'aula 1G del Polo Umanistico.