Si è tenuto ieri, presso l’aula magna del Dipartimento di Scienze Umane, il welcome day per gli studenti erasmus organizzato dall’associazione ESN l'aquila-Aquilasmus. L'aula magna era insolitamente piena di giovani studenti provenienti da tutto il mondo e per un attimo L'Aquila è sembrata davvero "uscire dalle proprie mura".
Le politiche di mobilità studentesca, al centro ormai da anni del sistema universitario europeo, hanno portato in città, tra settembre ed ottobre, 50 ragazzi da tutta Europa (Spagna, Turchia, Repubblica Ceca, Bulgaria, Polonia e Ungheria) e altri 40 sono attesi per il mese di febbraio, all’inizio del secondo semestre. Ci sono poi altri 100 studenti che fanno parte del programma Erasmus Mundus e che provengono da Paesi di tutto il mondo, anche fuori Europa, come Uzbekistan, Giordania, Siria, Palestina, Cuba, India e Cina.
La professoressa Anna Tozzi, prorettrice per l'internazionalizzazione dell'Università degli Studi dell'Aquila, ha spiegato ai ragazzi come l’Europa si stia muovendo verso l’internazionalizzazione. "La mobilità - ha spiegato - è la chiave dell'internazionalizzazione e l'Europa sta portando avanti questa politica, così da essere attrattiva per gli studenti di tutto il mondo". La professoressa Tozzi ha poi illustrato l’offerta accademica della nostra università e ha dato una panoramica storica e geografica del territorio, che altrimenti, tutti sappiamo, non sarebbe certamente arrivata dall'amministrazione locale. Fortunatamente, oltre al giro turistico 'virtuale', i ragazzi saranno accompagnati durante la loro permanenza dall'associazione Aquilasmus in gite locali e 'fuori porta' per conoscere l'Abruzzo e l'Italia. "Non siamo solo birra e party", ha detto scherzosamente Marco Pasqua di Aquilasmus.
Ad accogliere gli studenti c’erano anche associazioni locali come l’Arci ed i ragazzi di Viviamolaq che hanno raccontato i loro progetti e tutte le attività in cui i ragazzi possono cimentarsi presso le loro strutture. Progetti che prevedono anche il contatto con altri ragazzi stranieri, come quello lanciato dall'Arci, in modo da creare una rete che possa davvero rompere le righe di una città troppo chiusa su se stessa.
“Vogliamo ricominciare dagli studenti”, ha detto Claudia membro di Viviamolaq. La situazione era un po' paradossale: al di là dell'università, rappresentata dalla professoressa Anna Tozzi e dalla docente di lingua tedesca Barbara Hans-Bianchi, non erano presenti altre istituzioni. La sensazione è stata che, con o senza l’appoggio delle istituzioni, i giovani aquilani siano disposti ad inventarsele tutte per rendere questa città un posto vivibile, cosa che non puo' prescindere dall'aprirsi ad altre culture.