Giovedì, 20 Novembre 2014 21:09

ADSU, Regione interviene per il problema mense. Restano le criticità

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Un primo segnale, dopo le polemiche dei giorni scorsi. 

La Regione Abruzzo, su impulso del presidente della seconda commissione consiliare Pierpaolo Pietrucci, ha proposto un provvedimento legislativo che verrà esaminato il 25 novembre dal Consiglio regionale e che è finalizzato a consentire all’ADSU di poter riprogrammare i fondi di cui alla legge regionale 41/2011 (la così detta legge 'De Matteis') per assicurare la regolare erogazione dei servizi a favore degli studenti iscritti all’Università dell’Aquila. 

Un’iniziativa volta a dare una concreta risposta alle aspettative studentesche, a garantire il livello occupazionale delle maestranze occupate nell’erogazione dei servizi, e a consentire all’Azienda per il diritto allo studio dell’Aquila di poter individuare risorse finanziarie atte a sopperire alle attuali criticità dei bilanci statali e regionali in materia di diritto allo studio.

Si tratta in concreto di poter utilizzare il milione e mezzo proveniente dalle donazioni e già a disposizione della Regione, e da questa trasferito all’ADSU, per realizzare e gestire centri di aggregazione, sviluppare programmi culturali, sportivi e musicali ma, soprattutto, garantire i servizi ristorativi. "E’ una significativa e tempestiva risposta alle nostre richieste - ha sottolineato il presidente dell’Adsu, Francesco D’Ascanio - ringrazio il consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci e tutte le componenti politiche regionali, che all’unanimità hanno approvato la proposta di modifica alla legge regionale 41/2011, consentendo all’azienda di poter contare per il triennio 2015-2017 sulle rilevanti e risolutive risorse finanziarie che contribuiranno in termini significativi a reperire fondi per la gestione delle diverse strutture a servizio degli studenti universitari".

I tre anni saranno utili per uscire dall’attuale fase ancora emergenziale e consentire sia all’Università che all’Azienda di concentrare l’erogazione dei servizi all’interno degli storici poli universitari di Roio (facoltà di Ingegneria ed Economia e Commercio), Coppito (facoltà Scientifiche) e del centro storico (facoltà di Scienze Umane). "Aspettiamo con positività un ulteriore segnale dalla Direzione regionale - ha sottolineato D'Ascanio - un segnale affidato all’assessore Marinella Sclocco, che in concreto dovrà approvare la proposta di rimodulazione delle risorse finanziarie della suddetta legge regionale anche sulla scorta della modifica legislativa".

Anche la Filcams-Cgil, per voce di Emilio Speca, ha inteso esprimere apprezzamento per le iniziative regionali volte a dare soluzioni alle molte problematiche che riguardano i servizi agli studenti universitari. "Un primo passo necessario ma che non risolve la problematica della continuità dei servizi stessi. Si rischia infatti l’interruzione del servizio mensa a gennaio, in quanto l’appalto scadrà il 31 dicembre e prima delle scelte effettuate in Regione sulla riprogrammazione dei fondi non vi era la possibilità di fare il nuovo bando".

"L’incontro avuto con il presidente dell’Adsu - ha concluso Speca - è stato positivo ma abbiamo entrambi (Filcams-Cgil e Adsu) espresso la necessità del mantenimento e miglioramento dei servizi, e l’importanza della salvaguardia occupazionale, ricordando che rispetto al servizio bar siamo dovuti ricorrere a una vertenza sindacale in quanto parte delle lavoratrici non sono state riassunte. Non escludiamo che concluso l’iter burocratico del provvedimento, chiederemo un tavolo di confronto all’assessore Marinella Sclocco per un’analisi più approfondita della situazione".

Giusto qualche giorno fa, in occasione della giornata internazionale degli studenti, l'Udu L'Aquila aveva organizzato un'assemblea all'interno dei locali della mensa universitaria di Coppito proprio per discutere, insieme agli studenti, della situazione delle mense aquilane. Come sottolineato dalla Filcams-Cgil, infatti, per le difficili contingenze economiche dell'ADSU, l'attuale gestione delle mense è in scadenza al 31 dicembre 2014 e non è stato ancora istruito il bando per l'affidamento del servizio di ristorazione. Trattandosi di una gara europea, per il suo adempimento sono necessari 52 giorni. Dunque, già ad oggi c'è la certezza che almeno per una parte del mese di gennaio, l'Univaq sarà sprovvista di qualsivoglia struttura mensa. A ciò si aggiunge la delibera 42 del 9 ottobre 2014, approvata dal CdA dell'Azienda, con quattro dimissionari e tre membri in attesa di sostituzione su un totale ordinario di nove membri, che imporrà l'erogazione del solo pasto ridotto.

Per questo, l'Udu aveva annunciato un sit-in innanzi al palazzo della Regione Abruzzo, alla Villa Comunale, in occasione del Consiglio regionale che, a questo punto, potrebbe dare il via libera al provvedimento legislativo proposto da Pierpaolo Pietrucci che consentirebbe all'ADSU di trovare almeno un pò di respiro. Anche se le criticità restano. Non ultima, il mancato rinnovo dei consiglieri di competenza regionale in seno al Cda dell'Azienda e del Presidente, scaduto e in regime di prorogatio dal 1 giugno 2014. 

 

Le difficoltà dell'ADSU

Fino al terremoto del 2009, l'ADSU ha gestito le mense dell'Univaq con servizio affidato all'esterno, in immobili di proprietà della Regione Abruzzo assegnati ad uso gratuito: all'interno dei poli di Roio e Coppito, e alla Casa dello Studente.

Nel 2008, i pasti erogati furono circa 323mila. Poi, il sisma ha interrotto le attività dell'Azienda allo studio che, in questi anni, ha riconfigurato il servizio nei moduli prefabbricati forniti dalla Protezione civile a servizio del polo di Coppito (fino al mese di agosto 2012, la Protezione civile ne ha sopportato gli oneri economici, oggi a carico dell'Usra e fino al 31 dicembre prossimo), nei locali della ex Campomizzi, anche con risorse dell’AVIS, a Monteluco di Roio e al polo di Pile.

Il servizio ristorazione ha erogato, negli anni 2012 e 2013, circa 200mila pasti l'anno. Tra evidenti criticità, dovute - stando all'Azienda - alla insufficienza di fondi necessari alla gestione delle strutture e alla organizzazione delle attività didattiche che lasciano poco tempo agli studenti per sfruttare il servizio. Dunque, servirebbero maggiori risorse e bisognerebbe recuperare al più presto la struttura polifunzionale di Coppito, danneggiata dal terremoto. Anche perché la già difficile situazione economica sarebbe aggravata dalla riduzione del numero di studenti vincitori di borsa di studio, con contestuale diminuzione della quota vitto della borsa che l'azienda introitava.

I problemi sono anche altri: innanzitutto, il frazionamento sul territorio delle strutture universitarie. Poi, la riduzione del numero di studenti che frequentano le strutture dell'azienda con il conseguente calo del numero dei pasti erogati. Al settembre 2014, gli 'inattivi' erano quasi 9mila su un totale di 24mila iscritti. Parliamo di studenti che non hanno conseguito alcun credito formativo. E che dunque non usufruiscono dei servizi.

Ad oggi, nelle mense garantite dall'Adsu - a Coppito, Roio, Pile e nella ex caserma Campomizzi - vengono erogati circa 150 pasti per ogni turno lavorativo. Con una tariffa esigua, lamenta tra l'altro l'Adsu, che vorrebbe un adeguamento: le tariffe di ristorazione per l’accesso a mensa sono da sempre stabilite dalla Regione Abruzzo e le attuali sono ferme al 2007.

Insomma, le strutture di ristorazione sono scarsamente utilizzate, a fronte di costi gestionali assai elevati che si aggirano intorno ai 450mila euro l'anno, senza considerare le tasse e i tributi corrisposti dall'Azienda, per circa 50mila euro. A fronte delle spese, le entrate collegate al pagamento diretto degli studenti non borsisti si sono attestate a 330mila euro nel 2011, 327mila euro nel 2012 e 266mila euro nel 2013.

Per questo, si è arrivati al provvedimento legislativo che verrà esaminato il 25 novembre dal Consiglio regionale e che è finalizzato a consentire all’ADSU di poter riprogrammare i fondi di cui alla legge regionale 41/2011. Così, in assenza di risorse integrative regionali, l'Adsu potrà almeno sostenere, nel periodo 2015/2017, parte degli oneri connessi alla gestione delle strutture aziendali, impossibili da garantire con i canali di finanziamento ordinari. Si avrà una disponibilità annua di 233mila euro con la quale coprire alcune spese.

Le criticità però restano. Infatti, le disponibilità di bilancio consentiranno di destinare al servizio di ristorazione 800mila euro, a fronte dei 200mila pasti che si prevede dovranno essere erogati. Dunque, c'è la necessità di somministrare pasti alternativi o ridotti, nella speranza che ci siano gestori ugualmente interessati al servizio che rispondano al bando.

Bando europeo, come detto, che dovrà rispettare inderogabilmente i termini previsti dalle normative vigenti: per quasi 2 mesi dall'istruzione, se tutto filerà liscio, non potrà essere garantito il regolare funzionamento del servizio ristorazione alla scadenza dell'attuale contratto, il 31 dicembre.

Ultima modifica il Venerdì, 21 Novembre 2014 22:36

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