Sabato, 24 Gennaio 2015 19:57

L'Aquila, Udu: "Mense universitarie chiuse per l'ennesima volta"

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Sembra infinita la storia delle mense nei poli universitari e nella residenza per studenti "Campomizzi" dell'Aquila. Alla fine dello scorso anno, la scadenza della convenzione con la società che gestisce il servizio per conto dell'Agenzia regionale per il Diritto allo Studio Universitario (Adsu) aveva causato la chiusura del servizio, importantissimo per i fuori sede che - già faticosamente - frequentano l'università in una città "particolare" come L'Aquila. Un tira e molla tra società e Adsu, che dipende dalla Regione Abruzzo, fece sì che - come anticipò questo giornale prima di Natale - si raggiungesse a un affidamento temporaneo del servizio mensa, in attesa di quello definitivo.

Ma l'associazione studentesca Unione degli Universitari (Udu) lancia un nuovo allarme, attaccando la "inadeguatezza" del consiglio di amministrazione dell'ente regionale: "Da domani, se nulla accadrà, L'Aquila avrà questo scenario: mense chiuse in tutti i poli universitari e nell'unica residenza universitaria - si sottolinea nella nota dell'associazione - serve ribadire ancora come sia impossibile vivere a Campomizzi senza servizio ristorazione?".

La nota dell'Unione degli Universitari

 

Siamo qua a ribadirlo nuovamente e a indignarci ancora di più, nonostante le nostre proteste e i nostri allarmi, la lunga lista di errori nella gestione del diritto allo studio in Abruzzo mostra tutti i suoi effetti: mense chiuse!!!!

Abbiamo lanciato l'allarme nel lontano 9 ottobre, ma sin da subito siamo stati tacciati di catastrofismo. Ci auguravamo che non si arrivasse a tanto, ma ad oggi il nostro realismo di allora ha dimostrato di essere,ancora una volta,la dura realtà. L'Azienda del Diritto allo Studio Universitario per mesi ha avuto un CdA inadeguato per affrontare l'ordinario, figuriamoci lo straordinario.

L'amministrazione regionale non è però esente da colpe, in quanto in una situazione che si paventava estremamente grave ha preferito non assumersi nessuna responsabilità. Ad oggi ci si ritrova senza l'organo di indirizzo politico dell'ente, consiglio di amministrazione o commissario e con il servizio di ristorazione chiuso.

Le nostre denunce sulle inadempienze dell'Adsu sono state trattate con sufficienza; per farci ascoltare i nostri rappresentanti sono stati costretti alle dimissioni. Insufficienti anche queste a svegliare dal torpore la Regione, siamo stati obbligati a scendere in piazza, prima in Campomizzi e poi davanti al Consiglio Regionale stesso.

A nulla sono servite le nostre rimostranze. L'unico risultato ottenuto è stato che la Regione si è "chiusa nei suoi palazzi", fingendo di capire la situazione e cercando di coprire le inadempienze del CdA che, a sua volta, tentava di "arrampicarsi sugli specchi", cercando di scaricare le proprie responsabilità un giorno su uno, un giorno su un altro.

Da domani, se nulla accadrà, L'Aquila avrà questo scenario: mense chiuse in tutti i poli universitari e nell'unica residenza universitaria.
Serve ribadire ancora come sia impossibile vivere a Campomizzi senza servizio ristorazione?

Noi l'abbiamo fatto troppe volte, con toni pacati quando ci è stata data l'opportunità di parlare nelle opportune sedi, e gridando quando la governance regionale sceglieva di non ascoltarci o, in un finto stato di tranquillità, ci forniva soluzioni alternative non sempre praticabili e al limite della legalità.

Lo diciamo alla politica regionale: ci avete sfidato, avete operato ritenendo che che solo "la politica delle belle parole e del nulla di fatto" avrebbe potuto risolvere la realtà, avete delegittimato le funzioni di un consiglio di amministrazione anche tramite il suo mancato rinnovo, avete negato il diritto di rappresentanza studentesca e, grazie anche a tutto ciò, non solo ci state togliendo il diritto a mangiare, ma avete reso invivibile la nostra "casa universitaria" (Campomizzi).

Noi dell'Unione degli Universitari ribadiamo con forza il nostro sdegno per la inaccettabile gestione della questione DSU, auspichiamo, pertanto, una risoluzione di emergenza che garantisca la fornitura di pasti fino all'espletamento della gara d'appalto. Sino ad allora noi non cederemo un millimetro delle nostre posizioni, ma anzi, se dovesse essere necessario, le ribadiremmo con forza ancora maggiore.

 

Ultima modifica il Sabato, 24 Gennaio 2015 20:16

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