PIOVONO PAPI – La promozione dell’uscita su Sky, a inizio gennaio, di The New Pope, diretto da Paolo Sorrentino, è ormai paragonabile a altri eventi cinematografici ‘imperdibili’, come il Pinocchio di Garrone, giovedì prossimo in sala.
Dai fiumi di inchiostro che stanno accompagnando la nuova stagione della serie, scegliamo uno stralcio dall’intervista a uno dei protagonisti, Silvio Orlando. L’attore racconta di essere stato selezionato con un casting per il quale ha dovuto studiare un copione di 13 pagine in inglese, che non è il suo forte: ‘Non mi ero mai reso conto di quanto fossero lunghe le scene di Paolo…poi mi ha visto e ha detto subito sì”. E sul protagonista John Malkovich: ‘Per una distrazione non me l’hanno presentato. Provavo una scena e l’ho visto arrivare, come sfumando nella nebbia, meraviglioso…abbiamo iniziato a recitare, lui con la sua voce ipnotizzante, io povero e piccolo nel mio saio. Dopodiché, è stato il primo anglosassone di cui sono diventato quasi amico’.
E Jude Law?: ‘È anche un ragazzo semplice, gli piace il calcio, ma resta una divinità’. Poi su Sorrentino dice ‘è gentile e premuroso, poi viene posseduto dal suo dark side: ha in testa un film già fatto che tu devi rifare e puoi solo rovinare. Allora, a te viene l’ansia e in lui senti la minaccia di un uragano in arrivo…Paolo sta sempre per esplodere e non esplode mai. Lui ti costringe a rompere i tuoi automatismi’. Come indicazioni sul personaggio ha dato a Orlando una sola parola per la prima serie ‘robotico’ e per la seconda ‘ieratico’, scrive Candida Morvillo su Il Corriere della sera.
Ma di Papi c’è abbondanza a dicembre, I due papi, è il film proposto da Netflix dal 20 dicembre, diretto da Fernando Meirelles con Jonathan Pryce e Anthony Hopkins, rispettivamente nei ruoli di Papa Francesco e Papa Benedetto XVI. Infine al cinema questa settimana Il nostro Papa di Tiziana Lupi e Marco Spagnoli che esce in contemporanea con il compleanno del pontefice, Jorge Mario Bergoglio, il 17 dicembre, è la storia della famiglia Bergoglio tra Italia e Argentina.
MINI VIDEO MILLENNIAL - Di Tik tok, social network basato sulla condivisione di brevi video originali, abbiamo già parlato in altre occasioni, non è cinema, ma è certo qualcosa che fa capire come e quanto vengano usati i ‘racconti per immagini’, soprattutto dai giovanissimi. Il post.it segnala che sono stati raccolti i migliori 100 video del 2019, divisi per categoria, e per vederli e capirci qualcosa di più ecco il link ufficiale: https://newsroom.tiktok.com/en-us/tiktok-top-100-2019.
Non ci sconvolgerà certo la visione di un esperimento elefantiaco con acqua ossigenata e ioduro di potassio, o una ciabatta con la crema depilatoria o un orso che va in moto. Tik tok è utilizzabile in Italia e in oltre 150 Paesi e tradotta in 75 lingue. Gli hashtag dei video più popolari sono stati #wasabisong, con 62 milioni di visualizzazioni, #backtoschool con 45 milioni e #greenscreen con 44 milioni. Tra le sezioni: Animali, Arte, Famiglia, Beauty, Food, Sport e Travel, con creatori di contenuti alla ricerca di popolarità, poi ci sono anche le ‘star’ di Hollywood o della musica.
VIULENTEMENTE - Il produttore hollywoodiano Harvey Weinstein da due anni a questa parte è stato accusato pubblicamente da oltre 80 donne, tra queste Salma Hayek, Ashley Judd e Angelina Jolie, di molestie e di violenza sessuale, l’anno scorso è stato incriminato per violenza sessuale per due distinti episodi nel 2013 e nel 2006. Il 6 gennaio a New York ci sarà il processo penale, mentre le cause civili con lo stuolo di accusatrici si potrebbero chiudere un risarcimento complessivo di 25 milioni di dollari che verranno coperti dalle compagnie di assicurazione e non dal patrimonio di Weinstein che intanto ha dichiarato bancarotta, oltre a dichiararsi innocente. Nell’udienza per prorogare la libertà vigilata gli è stata aumentata la cauzione da 1 a 5 milioni di dollari, visto che il giudice, a New York, gli ha contestato le 57 volte in cui ha tentato di manomettere il dispositivo di controllo alla caviglia.
Roman Polanski intanto respinge su tutta la linea le accuse di violenza di Valentine Monnier per un fatto accaduto 40 anni fa.
IN SALA – Tra gli altri, in uscita questa settimana, la commedia americana Che fine ha fatto Bernadette?, di Richard Linklater con Cate Blanchett, dalla Macedonia invece Dio è donna e si chiama Petrunya di Teona Strugar, altra commedia, presentata al festival di Berlino, poi il thriller Nancy di Christina Choe e Il primo Natale, di Salvatore Ficarra e Valentino Picone, promette risate natalizie all’italiana. Il 16 dicembre, abbiamo detto prima, Il nostro Papa di Tiziana Lupi e Marco Spagnoli.
Tratto da: Hai letto di... #64 - frankenstein discrezionale di notizie di cinema, 8-13 dicembre 2019.