LA FRANCIA SI GIOCA CANNES - Non godrà dello stesso clamore dei risultati agli europei di calcio, ma anche il cinema vede celebrare uno dei suoi eventi più importanti in questa nuova estate: il Festival di Cannes è iniziato il 6 luglio nella nuova era covidiana.
Come a settembre 2020 fu per la Mostra del Cinema di Venezia, svoltasi tra misure di sicurezza, tamponi e nervi tesi per la paura del focolaio lagunare, anche in questo caso lo spettro che si aggira per la Croisette è quello del virus. Quindi tamponi ogni 48 ore per i non vaccinati, oltre al resto del corredo “protettivo”, sebbene tra qualche lamentela per file e scarsa efficienza dei sistemi di prenotazione dei posti in sala. Ma intanto la macchina è in moto con una giuria capeggiata da Spike Lee, la Palma alla carriera a Jodie Foster e, soprattutto, i film: «Perché in fondo – ammettiamolo – vorremmo chiedere ai film di offrirci risposte proprio là dove scienza e politica hanno mostrato la loro fallibilità. Il problema è che ormai i festival più importanti devono fare i conti con la loro industria nazionale e la Francia, che sul cinema scommette da decenni (con ottimi risultati, anche), aveva bisogno di una passerella di prestigio per riportare da subito il pubblico nelle sale, senza dover aspettare l’autunno (come invece sembrano aver deciso di fare in Italia)», scrive Mereghetti sul Corriere della sera, riferendo la sua personale “sensazione” di un festival che si trovi in mezzo al guado.
Tra i tanti incontri eccellenti del programma di Cannes, si segnala Frederick Wiseman, 91 anni e 50 film, maestro statunitense del cinema documentario, Leone d'Oro alla carriera a Venezia nel 2014 e Oscar alla carriera nel 2016, ha tenuto una masterclass in occasione della consegna della Carrosse d'Or, ci informa Cinecittà news: «Amo le sequenze che mostrano allo stesso tempo fatti quotidiani e concetti astratti... La mia vita è totalmente controllata dal caso – ha aggiunto - sicuramente quella professionale, ma credo anche quella privata. Ogni film è un rischio, è come essere a Las Vegas con i dadi e la roulette». A ribadire la funzione metaforica, disvelante, imprevedibile, del grande cinema.
«TU, L’HAI VISTO?» - A proposito di come e perché andiamo al cinema, leggiamo libri, andiamo a teatro, guardiamo una serie, sappiamo che si tratta di una composita miscela di motivazioni: per trovare risposte, per curiosità e voglia di conoscere mondi mentali e reali nuovi, ma anche per condividere un “contenuto” con gli altri, per avere un riconoscimento dei propri consumi culturali dalla comunità che frequentiamo.
Di quest’ultimo aspetto sono persuasi i grandi distributori streaming, ai quali ilpost.it dedica un approfondimento a partire dalla poca trasparenza sui loro dati di gradimento del pubblico per i vari titoli in catalogo, avendo invece più disponibilità a divulgare altre informazioni «come raccontato da Vulture, che ne ha parlato con alcuni dirigenti di Netflix, che certi servizi di streaming diventino molto specifici nel dare ai loro utenti un certo tipo di dati. Per esempio mostrando qual è la serie più vista in una certa città o addirittura in un suo quartiere, o tra chi ha dimostrato interesse per un certo argomento: un dato che interessa pochissimo a chi vuole capire quanto ha davvero successo un certo contenuto, ma magari utilissimo a chi, per usare le parole di Yellin, vuole “essere parte della conversazione”», cioè noi utenti finali.
CIAO – Muore Richard Donner, a 91 anni, soprattutto conosciuto come regista del primo Superman con Christopher Reeve, di I Goonies e dei quattro film della saga Arma letale con Mel Gibson. Ci lascia Raffaella Carrà, anche attrice e diplomata in recitazione al Centro Sperimentale di Cinematografia, nel 1960.
IN SALA – Il titolo più pubblicizzato è Black Widow di Cate Shortland, con Scarlett Johansson, The Book of Vision di Carlo Hintermann, malattia e medicina, Occhi blu di Michela Cescon, con Valeria Golino, indagini e misteri, Atlas di Niccolò Castelli con Matilda De Angelis vittima di un attentato terroristico, poi l’horror Notte del giudizio per sempre di Everardo Gout, Ritorno in apnea di Anna Maria Selini che torna nella sua città originaria, Bergamo, in piena esplosione dell’epidemia Covid.