"Il Corriere della Sera" e "Il Giornale" hanno riportato entrambi in questi giorni un video che su YouTube dall'11 al 17 aprile ha fatto registrare oltre 400 mila visualizzazioni.
Si tratta di 32 secondi che raffigurerebbero un castoro killer. E usiamo il condizionale perché è sempre affascinante assistere a questi fenomeni in cui si abusa della fiducia dello spettatore, andando ben oltre il "principio di sospensione della incredulità", cioè un patto che in genere si sottoscrive con chi ci racconta una storia di finzione e per cui un film che riassume in novanta minuti una vita lunga decenni a noi sta bene, oppure che un burattino possa trasformarsi in un bimbo in carne e ossa non ci insospettisce.
Su questo si basa però spesso anche il meccanismo dei video-fake su internet, brevi sequenze che simulano la ripresa di un evento improvviso e sconvolgente. Molti ricorderanno l'aquila che rapisce i bambino mentre gioca in un parco, poi rivelatosi appunto un falso.
Torniamo allora al castoro che nel video del Corriere viene descritto così: "Un pescatore in Bielorussia è stato morsicato da un castoro ed è morto per le ferite riportate. Come si vede in queste immagini, il castoro viene infastidito dall'uomo che lo riprende con la sua videocamera. Improvvisamente si gira e lo attacca. Il pescatore, proveniente dalla città di Brest, era in gita in compagnia di due amici al lago Shestakov. Il castoro lo ha morso due volte alla coscia e gli ha reciso l'arteria femorale. Gli amici hanno tentato di bloccare il sangue, ma il pescatore è morto dissanguato in pochi minuti. Secondo gli esperti, gli attacchi dei castori sono rari e quando avvengono è perché gli animali hanno la rabbia".
Ora scorrendo i 32 (trentadue) secondi di video si vede molto poco di quello che viene descritto, c'è un castoro che passeggia, poi cambia idea prende la rincorsa e si dirige verso la telecamera, poi più nulla: un fruscio, qualche lieve mugugno, immagini confuse e il tutto si dissolve al nero. Dunque niente sangue, nessuna arteria femorale, né tanto meno urla strazianti o di terrore di uno o più uomini per l'attacco da parte di una belva. Eppure chi non urlerebbe vedendosi inseguito da una bestia? E poi: gli amici citati da "Il corriere", mentre la vittima filmava il castoro, è strano non facessero la stessa cosa. Quante volte ci capita di sfoderare collettivamente i nostri telefoni cellulari per scattare fotografie o riprendere insieme un evento o un oggetto bizzarro o inconsueto? Invece qui niente. C'è un solo punto di vista, immagini piuttosto "neutre" e un testo (che si ripete uguale tra siti italiani e stranieri) che le accompagna che descrive quello che non vediamo, né vedremo mai, speriamo. Perché sì, al dubbio che sia vero possiamo sempre dare una possibilità ma, osservando veramente ciò che ci viene mostrato è davvero difficile credere al racconto del castoro killer.
Che c'è di pericoloso in tutto questo? Che un evento filmato venga spacciato per "vero" facendo leva su un meccanismo psicologico tipico della finzione. Accade tutti i giorni a vari livelli di manipolazione, ma il castoro ci ricorda una volta di più di prestare attenzione e di considerare l'atto di vedere come un atto consapevole e critico.