Venerdì, 06 Novembre 2020 12:57

Curva pandemica, picchi malinconici, visioni domiciliari

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ORDINARIA PANDEMIA - In questo lockdown diluito, disomogeneo, fatto di sfumature, vissuto con uno stato d’animo completamente diverso da quello della scorsa primavera, con più rabbia, fastidio, pessimismo, l’unico arcobaleno è quello dei colori assegnati alle regioni e anche il mondo dello spettacolo accusa il colpo emotivo.

Non assistiamo più alle proposte di performance e visioni per riempire il tempo in casa. Si va verso una normalizzazione della gestione tempo privato pandemico, ormai abbiamo la nostra ‘cassetta degli attrezzi’ dell’isolamento, fatta di schermi, passeggiate, corse, letture, lavoro o richieste di indennizzi, disordini alimentari e così via.

Con rassegnazione anche la stagione della Scala di Milano inaugurerà in forma inedita, molti festival cinematografici si stanno regolarmente svolgendo on line, le piattaforme in streaming o on demand hanno cataloghi in continuo movimento. Del resto da giugno si è tornati sui set a girare seguendo i vari protocolli, ma adesso ci si chiede dove queste cose potranno essere viste, se non sugli schermi di casa? A Natale le sale cinematografiche si riempiranno di folle affaticate dai pranzi consumati con i conviventi per vedere un potenziale campione di incassi al cinema? Poco credibile. Disney, per dirne una, non la pensa proprio così, i suoi film aspetteranno tempi migliori o le visioni domiciliari.

SQUILIBRATI - E cosa succederà ai cinema indipendenti, come usciranno da questo fermo imposto dalla pandemia e dai governi di tutto il mondo?

“Un giorno potremo dire che il Covid è stato il Cigno nero che ha facilitato un riproporzionamento dell’esercizio che sarebbe dovuto accadere più organicamente nell’arco degli ultimi dieci, quindici anni. Il consolidamento e la monopolizzazione dell’universo dei multiplex, con 3 o 4 delle grandi catene che sono arrivate a possedere una fetta abnorme delle sale, il passaggio dal 35mm al digitale e la minaccia costante di una monocultura sempre più omogeneizzata, hanno costituito una grossa sfida per le sale arthouse di questo paese. L’idealista che è in me spera che la possibile bancarotta di alcune catene o almeno la chiusura di alcuni dei loro cinema ci porti a una situazione di maggiore uguaglianza”. Parla Adam Birnbaum, direttore dell’Avon Theatre di Stamford, nel Connecticut e rappresentante di 45 sale che programmano cinema d’essai negli Stati Uniti, intervistato da Giulia D’Agnolo Vallan su Il manifesto e conclude con la previsione che i cinema non spariranno, ma continueranno ad essere una parte della vita di un film, nell’incontro col pubblico.

Intanto è uscito il rapporto annuale di Federculture: “Un approfondimento sui venti anni che hanno preceduto l’attuale crisi per capire quali erano le dinamiche in atto prima che il Coronavirus destabilizzasse l’intero sistema e da dove ripartire quando la crisi sarà superata”. Tra i dati disponibili quello sull’afflusso nei cinema, nei teatri e nei musei negli ultimi 10 anni. Se dal 2010 le sale cinematografiche perdono il 6.1% e i teatri l’8.8%, guadagnano i musei con un +7%. “La pandemia ha colpito molto duramente, ma i dati ci indicano anche che nel momento in cui è arrivata la crisi già erano in essere tendenze non positive”.

MORTI - Sono settimane che maciniamo nuove informazioni che prospettano nuovi scenari, continuamente: alla polemica sulla chiusura totale di cinema, teatri, spazi performativi e parziale di ristoranti e bar, la sera, è seguita quella sui grandi anziani, i ‘vecchi’, ipotizzando aberrazioni come i ‘lockdown anagrafici’ per categorie ‘meno produttive’, per tutta risposta  abbiamo letto della morte di due rappresentanti della categoria con lunghe e gloriose carriere, come Sean Connery, 90 anni e Gigi Proietti, 80 anni e anche di Ferdinando Taviani, 78 anni, docente universitario e innovativo storico teatrale. Oltre alla curva pandemica sale anche quella malinconica, alleggerita dalla circolazione dei meme sui vari Dpcm.

I CINEMA ON LINE - Dal 31 ottobre ha ripreso la programmazione online di iorestoinSALA, circuito cui aderiscono più di 50 cinema italiani.

Si acquista il biglietto dal sito internet di una sala cinematografica di riferimento e con un codice e un link si accede alla sala virtuale. Dal primo click sono 48 le ore a disposizione per vedere film in prima visione e introdotti da autori e interpreti.

Anche Wanted Cinema propone una programmazione on line di film inediti e d’essai. Per l’8 novembre è prevista una manifestazione in diretta Facebook “Il cinema è di chi lo guarda”, promossa da una trentina di sale cinematografiche, per una maratona di visioni on line, dalle 9.30 di mattina. Tre i festival cinematografici frequentabili on line, su MyMovies: MedFilmFest, Sulmonacinema, Ravenna Nightmare.

Tratto da: Hai letto di... #91- frankenstein discrezionale di notizie di cinema, 1-5 novembre 2020.

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