STREAMING CULT - Come procede la piattaforma del Mibact dedicata agli eventi culturali, per far fronte alla pandemia? Intanto è stata battezzata si chiama ITsART e ha un sito internet www.itsart.tv che la definisce: “il nuovo palcoscenico virtuale per teatro, musica, cinema, danza e ogni forma d'arte, live e on-demand, con contenuti disponibili in Italia e all'estero: una piattaforma che attraversa città d'arte e borghi, quinte e musei per celebrare e raccontare il patrimonio culturale italiano in tutte le sue forme e offrirlo al pubblico di tutto il mondo”. Fin da ora si possono inviare proposte di contenuti, eventi e manifestazioni culturali scrivere a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. .
La piattaforma è controllata al 51% da Cassa Depositi e Prestiti, con nove milioni di euro, e al 49% da Chili, piattaforma di streaming cinematografico.
SENTIAMOCI IN COLPA: Pure se stiamo sul divano a guardare film durante la pandemia. “Secondo l’associazione indipendente The Shift Project che considera il sistema nel suo complesso ed elabora stime medie, guardare 10 minuti di video in streaming consuma 1500 volte più elettricità che la ricarica della batteria di uno smartphone. Secondo la International Energy Agency (IEA), il consumo è invece di 150 volte, perché le stime sono effettuate su dati di singoli player (in particolare Netflix) e su casi specifici di combinazioni: il tipo di dispositivo, risoluzione del contenuto, e di connessione. […]Solo in Italia, dal 24 al 26 dicembre, la visione di film in streaming è passata dai 2,8 milioni di ore nel 2019, a 6,5 milioni del 2020. L’utilizzo via smart tv è cresciuto del 1000%, dello smartphone del 143%. E l’analisi Sensemakers ha considerato solo gli editori nazionali, perché Netflix a Amazon Prime non si fanno rilevare” Questo scrive Milena Gabanelli su Corriere.it, forse bisogna tornare a giocare a briscola o a fare il solitario.
RICONVERSIONI - La crisi dei parchi a tema Disney è iniziata quando non è stato più possibile viaggiare e assembrarsi senza pensieri, ora si tenta una temporanea riconversione dei luoghi; in California, nei prossimi giorni, Disneyland sarà trasformato nel più grande centro di vaccinazione anti-Covid della regione. Chissà se la stessa sorte toccherà alle sale cinematografiche, come aveva ipotizzato la virologa Ilaria Capua, per far fronte alle vaccinazioni di massa, quando le masse ci saranno.
GLI EFFETTI DELLA PANDEMIA SULL’ESTREMISMO – «Le epidemie portano le comunità a chiudersi in loro stesse, ad avere meno interesse per la cultura e l’educazione» e questo «le rende più ricettive verso i messaggi razzisti e nazionalisti». È Paolo Mereghetti sul Corriere della sera che cita una ricerca del giugno 2020 di Kristian Blickle, un ricercatore finanziario della Federal Reserve Bank of New York, sulle conseguenze che la Spagnola ha avuto nella Germania degli anni Venti (https://www.newyorkfed.org/medialibrary/media/research/staff_reports/sr921.pdf). E prosegue Mereghetti “di fronte a un calo degli investimenti pubblici per istruzione e cultura, la ricerca ci dice che nei länder dell’Est, quelli che avevano avuto il maggior numero di decessi, «a ogni un per cento in più di morti per l’influenza corrisponde uno 0,8 per cento in più di voti per i nazisti»”. E, alla luce di questi dati ci invita a rifettere: “Per questo, una vera politica culturale post-Covid non dovrebbe occuparsi solo di sanare i problemi provocati dalle chiusure dei luoghi di spettacolo ma preoccuparsi di quando e come potranno ripartire. Soprattutto senza limitarsi a indicare una data per la riapertura e la riduzione di posti disponibili […] Inutile sperare che il pubblico torni subito a riaffollare cinema e teatri, conservatori e musei, tanto più se le proposte più interessanti verranno tenute gelosamente nel congelatore. Bisognerà che l’offerta sia all’altezza delle aspettative, che la comunicazione sia efficace e capillare ma soprattutto bisognerà aiutare chi vuole offrire le proprie opere”.