Lunedì, 29 Luglio 2013 01:05

Parcheggi, lettera alla città dei lavoratori della società: "Non fateci sentire in colpa"

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Continua a far discutere, e molto, la decisione dell’amministrazione comunale di ripristinare i parcometri intorno alla Villa comunale e alla Fontana Luminosa, lungo viale Gran Sasso e viale Nizza fino a viale Duca degli Abruzzi. Una scelta che non pare del tutto legittima se è vero che il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, con circolare prot. n° 1712 del 30 marzo 2012, ha ribadito la necessità della presenza di parcheggi liberi in prossimità delle strisce blu, come sancito da alcune sentenze del Tar, e chiarito che “qualora il comune assuma l’esercizio diretto del parcheggio con custodia o lo dia in concessione ovvero disponga l’installazione dei dispositivi di controllo di durata della sosta, su parte della stessa area o su altra parte nelle immediate vicinanze, deve riservare una adeguata area destinata a parcheggio rispettivamente senza custodia o senza dispositivi di controllo di durata della sosta”. 

Il consigliere di opposizione, Enrico Verini, ha presentato un ordine del giorno per chiedere la sospensione di ogni procedura volta al ripristino dei parcheggi a pagamento. “A me, come a tanti cittadini - ha sottolineato in una nota - non è sfuggita la laboriosa operatività di varie squadre di operai, intenti a mappare con strisce blu ampie porzioni di quel che resta della nostra città. Trovo la cosa davvero senza senso e, approfondendo la materia, persino al di fuori di quelle che sono le norme del codice che regola questo settore della vita amministrativa”.

“A tal proposito - chiarisce Verini - nell’ordine del giorno, ho ricordato come i Comuni possano predisporre strisce blu a piacimento solo nelle porzioni di città mappate nella cartografia del Piano regolatore generale come zone A. All’esterno di queste, invece, la normativa prevede che i parcheggi a pagamento non possano superare il 50% di quelli liberi, calcolati con un raggio di 500 metri. Ebbene, varie zone dove si stanno predisponendo le strisce blu, sono al di fuori della zona A (per esempio quella della Villa Comunale) e, accanto alle strisce blu, non si vedono quelle bianche, che pure dovrebbero essere presenti almeno nella stessa quantità delle blu. Tutto questo, ovviamente, darebbe modo al cittadino multato per un eventuale non pagamento del parcheggio di ricorrere contro la multa, vedendo con molta probabilità riconosciute le proprie ragioni”.

A seguito delle numerose segnalazioni dei cittadini, sulla questione è intervenuto anche il Difensore Civico Regionale, l’avvocato Nicola Sisti, che ha chiesto un fattivo intervento ai competenti organi politici e amministrativi in ordine alla sospensione dei lavori. “Si evidenzia - ha commentato - come questa iniziativa non può che essere penalizzante per la città, già paralizzata e gravemente danneggiata dal disastroso terremoto che l’ha colpita, a danno delle poche attività commerciali che hanno riaperto i battenti, nonché degli studenti universitari e dei dipendenti degli uffici che hanno trasferito le sedi nel centro storico, che saranno costretti a dover pagare per la sosta della propria auto non trovandosi in città aree di parcheggio libere a causa dell’intransitabilità di molte strade.Per non parlare – ha concluso il Difensore Civico - dell’effetto dissuasivo che tale misura potrebbe avere su coloro che desiderano trascorrere qualche ora in un centro storico che, sebbene abbia ben poco da offrire, resta pur sempre un luogo di ritrovo per molti aquilani”.

Una vera e propria stroncatura, quella di Sisti, che fa il palio con le tante arrivate, nei giorni scorsi, dal mondo economico, associativo e culturale della città. Prima il centro storico poi i parcheggi a pagamento, hanno reclamato in molti. In pochi, però, hanno preso in considerazione un aspetto non certo secondario della vicenda e che, in realtà, aveva sollevato l’assessore Alfredo Moroni: la necessità, per l’amministrazione, di trovare una transazione con la ditta che gestiva i parcheggi prima del sisma.

In altre parole, il contratto con la società di gestione dei parcheggi deve in qualche modo essere onorato, dopo la sospensione forzata. Parliamo della Società Consortile Mobilità e Parcheggi, nata in città nel 2002 e chiamata a lavorare nelle aree destinate a parcheggio delle città di L’Aquila e Teramo. Si occupa, oltre che della gestione degli stalli a pagamento, della progettazione dei parcheggi, della elaborazione dei piani Urbani della Mobilità, dei Piani Urbani del Traffico, nonché delle problematiche relative al Mobility Management. 

Naturalmente, il congelamento del rapporto con l’amministrazione cittadina dopo il sisma del 6 aprile 2009 ha comportato disagi ai lavoratori dipendenti della società stessa. Che hanno deciso di scrivere una lettera aperta, per coinvolgere la città, le Istituzioni e il datore di lavoro in una riflessione che nasce da un altro punto di osservazione della realtà. “Siamo abitanti di un territorio martoriato sotto il profilo sociale ed economico”, scrivono, “siamo genitori di figli che studiano e provano a vivere la loro infanzia e la loro giovinezza nei non-luoghi dell’Aquila, siamo lavoratori che hanno subito l’azzeramento della loro attività e sono costretti alla cassa integrazione con poche centinaia di euro al mese”.

“Siamo cittadini ai quali è stato imposto”, si legge nella lettera, “di rientrare nella normalità per il versamento delle tasse e che, come tutti, pagano per garantire ciò che in questo Paese è chiamato diritto allo studio e che per noi comporta, in questo momento a L’Aquila, pagare i libri a prezzo pieno, pagare la cancelleria per la scuola a prezzo pieno, pagare il biglietto dell’autobus e l’abbonamento per i trasporti a prezzo pieno, pagare l’abbigliamento e gli altri beni di consumo a prezzo pieno. In questa condizione, ci è stato spiegato che riusciamo ad essere inseriti in Cassa integrazione, con pagamenti che arrivano sempre in ritardo, perché è previsto il riavvio della nostra attività lavorativa ed il nostro datore di lavoro ha chiarito che, in assenza di questa ripresa, procederà con i licenziamenti”.

“Il nostro lavoro è legato al pagamento di un costo che, come per tutti gli altri costi, vorremmo fosse equo e compatibile con il salario e, più in generale, con il reddito delle persone”, continuano i lavoratori. “Noi ci occupiamo del pagamento dei parcheggi della città e soffriamo del fatto che a L’Aquila non siano più fruibili gli spazi e quegli agognati 1000 stalli perimetrati dalle strisce blu, soffriamo che non via sia più quell’affanno di un tempo per trovarne uno libero perché sappiamo bene che questo significa che non c’è più quella vitalità”.

“Si facciano, dunque, tutte le verifiche e gli incontri necessari per trovare una soluzione”, concludono, “ma vi preghiamo, non fateci sentire in colpa per via del fatto che si è ipotizzato di richiedere, a noi come a voi, di ricominciare a pagare il parcheggio in centro storico. E’ una normalità che non ha senso, è vero, ma come non hanno senso infinite altre cose di cui soffriamo tutti noi aquilani senza essere compresi. Siamo preoccupati per noi, per i nostri figli, per la nostra sopravvivenza, per il nostro lavoro. Si faccia quindi la cosa giusta per tutti ma non fateci sentire in colpa”.

Succede anche questo, a L’Aquila, a oramai più di quattro anni dal sisma. Succede che si rischia di ritrovarsi a raccontare una battaglia tra cittadini, che vivono una vita sempre più precaria. La drammatica emergenza occupazionale è oramai intrecciata con i tempi lunghi della ricostruzione, con l’impossibilità di una progettualità di vita dovuta alla mancanza di fondi certi, all’incapacità di pianificare una ricostruzione che non sia solo materiale, ma economica e sociale. Viviamo una normalità spesso priva di senso, hanno ragione i lavoratori della Mobilità e Parcheggi. Senza essere compresi.

Ultima modifica il Lunedì, 29 Luglio 2013 14:12

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