A 1568 giorni dal terremoto, si tornerà a pagare il parcheggio in centro storico. O meglio, intorno a quel che resta del centro storico. La decisione dell’amministrazione di ripristinare strisce blu e parcometri intorno alla Villa comunale e alla Fontana luminosa, da viale Gran Sasso a viale Nizza fino a viale Duca degli Abruzzi ha scatenato, come prevedibile, discussioni e polemiche.
"Dobbiamo cominciare a muoverci verso una riqualificazione complessiva di certe zone", ha detto l’assessore ai lavori pubblici Alfredo Moroni, "L'Aquila ha bisogno di ricominciare a muoversi attraverso il rispetto delle regole".
"Si tratta di una ripresa parziale di meccanismi che guardano alla normalità, ma anche per trovare una transazione con la ditta che gestiva i parcheggi prima del sisma", ha spiegato Moroni. "Contrattualmente questi parcheggi vanno riattivati, sempre al costo di 0,50 euro per 30 minuti e 1 euro per 1 ora".
Rispetto delle regole, normalità, riqualificazione: parole condivisibili se non fosse che il centro storico della città è ancora, in larga parte, zona rossa interdetta ai cittadini. Se non fosse che il cuore della città è ancora puntellato, transennato, soffocato dalle macerie e, peggio, dalla sporcizia e dalle erbacce. Se non fosse che le strade e le piazze, nel corso della giornata, sono frequentate solo da operai, dalle maestranze impegnate nei cantieri e dai pochissimi coraggiosi commercianti che hanno deciso di riaprire le loro attività o, addirittura, di aprirne di nuove. Buon senso consiglierebbe di sostenerli. Al contrario, l’amministrazione non smette di ingegnarsi per convincere i temerari che ancora hanno voglia di crederci che è inutile, il centro storico non tornerà a vivere. Non come lo conoscevamo, almeno.
E se qualcuno è ancora così testardo da pensare che l’Università e i suoi studenti siano un patrimonio su cui investire per dare una speranza alla ricostruzione, si decida finalmente a mettersi l’anima in pace. L’intenzione, a quanto pare, è convincere gli universitari a scegliere un’altra città. Come spiegare, altrimenti, le strisce blu intorno alla nuova sede del dipartimento di scienze umane? A San Basilio, la ricostruzione e le ferite del terremoto si incrociano e provano a dialogare. E’ li che rinasce la città, avevamo provato a raccontare e raccontarci in un dibattito aperto e partecipato da molti studenti all’Asilo Occupato con Paola Inverardi che, di lì a qualche giorno, avrebbe conquistato il Rettorato, Francesco Vegliò e Angelo Longo, sfidanti alla successione di Ferdinando Di Orio.
Aveva voluto sottolinearlo anche il giovane segretario del Partito Democratico, Stefano Albano, all’apertura della quattro giorni “Aquila Bene Comune”. Parole al vento.
"Nel centro storico stanno tornando alcuni uffici, anche importanti, ed alcune attività commerciali. Si pone il problema della rotazione dei parcheggi", scrive su Facebook il sindaco Massimo Cialente. "I giovani e i dipendenti dell’Università parcheggiano tutto il giorno o, almeno, l’intera mattinata. Ciò non è possibile. Tra l’altro, si avvia così la riapertura del parcheggio di Collemaggio e, quindi, torneranno a lavorare i dipendenti in Cassa integrazione da oltre quattro anni. I giovani studenti possono parcheggiare negli stalli liberi un po’ più distanti. Non credo abbiano problemi a camminare quattro minuti". Nell’attesa, dove andranno a parcheggiare i ragazzi e i professori? Dove troveranno, a quattro minuti di cammino, stalli liberi per la sosta? Saranno a pagamento? Il parcheggio di Collemaggio, una volta riaperto, sarà a pagamento? Se sarà così, come faranno ragazzi e professori a permettersi di sborsare 1 euro all’ora per la sosta?
Siamo tra i tanti che sognano un centro storico pedonalizzato e interdetto alle automobili. Ci vorrebbe, però, innanzitutto un centro storico vissuto e attraversato, di nuovo, dai cittadini. E poi, bisognerebbe garantire ai cittadini parcheggi bianchi in proporzione e, soprattutto, un servizio di trasporto pubblico efficiente, con corse continue e regolari, fondamentale in una città di 70mila abitanti dispersa lungo un asse di trenta chilometri. Ad oggi, come raccontato in una inchiesta di StudenTown, la mobilità urbana è assolutamente inadeguata, a voler essere eleganti. Per non dire che sarebbe necessario immaginare degli stalli di sosta per i commercianti, così da favorirli nel loro difficile lavoro.
Parlare di normalità imponendo il pagamento del parcheggio nelle strisce blu che cingono una zona rossa, pare francamente grottesco e di cattivo gusto. Alcune scelte, stanno procurando maggiori danni del terremoto. Si presentano aeroporti che dovrebbero garantire il collegamento, un paio di volte alla settimana, con Milano così da incentivare il turismo in città, si racconta di megaparcheggi sotterranei che serviranno centri commerciali nel ventre della piazza del mercato, si inaugurano auditorium immaginati dalle matite di note archistar e prontamente inagibili e, con il centro storico soffocato e asfissiato da una ricostruzione non ancora partita, non si trova nulla di meglio da fare che imporre il pagamento ad ore dei parcheggi.
Qualsiasi commento pare davvero superfluo.