“Quanto sta accadendo in relazione alla chiusura dello storico reparto di Medicina Interna Ospedaliera ha dell’incredibile. Nell’imbarazzante silenzio di tutte le Istituzioni, di tutti i partiti e di quasi tutti i Sindacati, si sta permettendo un vero e proprio scempio ai danni sia del nosocomio che dell’intera collettività”.
In una affollata conferenza stampa, organizzata stamane nelle stanze della segreteria regionale della Ugl, la segretaria provinciale, Giuliana Vespa, ha inteso sostenere le ragioni dei tanti che si stanno opponendo alla chiusura del reparto, chiedendo insieme al dottor Vittorio Festuccia e al dottore e consigliere comunale di maggioranza Antonello Bernardi, un immediato confronto pubblico al quale dovranno necessariamente partecipare tutti i protagonisti di questa vicenda: il manager Asl, il Presidente della Regione e il Sindaco dell’Aquila.
“A tale incontro”, ha sottolineato Vespa, “il dottor Silveri farebbe bene a presentarsi dimissionario in quanto, nel corso degli anni, ha dimostrato poca attenzione nei confronti dei problemi reali distinguendosi, però, nel taglio dei nastri. Un errore per tutti: ha sempre dato poco ascolto alla collettività e a determinate parti sociali. Oltre ad essersi contraddistinto per le indagini che lo hanno coinvolto: l’ultima vicenda, la scelta di una agenzia interinale del Nord, dove erano iscritti parenti di sindaci e sindacalisti del nostro territorio, per assumere del personale. Chiediamo inoltre se il governatore, Gianni Chiodi, è a conoscenza di quanto sta accadendo nella Asl aquilana”.
Una richiesta avanzata anche dall’"Associazione per i diritti del cittadino", per bocca del presidente Fabrizio Ettorre: “Protestiamo vivamente circa la decisione del Direttore generale di chiudere il reparto di Medicina. Un provvedimento inaccettabile, in considerazione del fatto che l’attività svolta da questa unità risale al 1925 e che rappresenta un raro esempio di buon finanziamento della sanità pubblica. Chiediamo, da subito, le dimissioni di Giancarlo Silveri, nonché un tempestivo ed efficace intervento del Presidente della Regione e delle autorità politiche tutte”.
La mobilitazione guidata dalla dott.ssa Laura Natali, insomma, sta assumendo contorni che in pochi avrebbero immaginato qualche settimana fa. La petizione cittadina ha superato, oramai, le 5mila e 200 firme e la vicenda sta sollevando un polverone politico: “Ho voluto questa conferenza stampa”, ha chiarito Giuliana Vespa, “perché è inaccettabile il silenzio intorno ad una questione che riguarda l'intera collettività. La vicenda è paradossale, nasconde un qualcosa di sconosciuto. Per questo chiediamo un incontro pubblico che, speriamo, sia finalmente chiarificatore. Ci piacerebbe per esempio conoscere l’utilità del reparto di “Predimissione ospedaliera” , (siamo forse dinanzi ad un doppio D.R.G.?), e soprattutto quanti casi analoghi esistano in Italia. A tal riguardo, nei prossimi giorni, presenteremo un esposto alla Corte dei Conti. Inoltre, visto che a leggere l’atto aziendale firmato da Silveri si legge che Medicina sarà sostituita non solo dall’unità specialistica di “Predimissione” ma anche da “Immunologia e malattie del tessuto connettivo”, si è tenuto in considerazione che il reparto già esiste ed è guidato dal dottor Giacomelli?”
“Il Direttore Generale dovrebbe iniziare a far chiarezza dentro di sé”, ha sottolineato Laura Natali, “rilascia giornalmente delle dichiarazioni contraddittorie. Aveva detto che, da oggi, il reparto di Medicina Ospedaliera sarebbe stato chiuso. Ora, invece, parla di accorpamento dei reparti per le ferie estive e afferma che la chiusura di Medicina sarà completata nei prossimi mesi. Inoltre, scopro solo oggi che a differenza di quanto sostenuto fino ad ora, la Regione ha sessanta giorni e non trenta per rigettare o emendare l’atto aziendale”.
“Sono qui per parlare dell’Ospedale di oggi, non di quello del passato”, incalza, “e il nostro reparto è una risorsa fondamentale per l’Ospedale San Salvatore. Abbiamo più di 600 ricoveri l’anno, e il trand è sempre in crescita. Offriamo più di 1500 prestazioni ambulatoriali e strumentali e non sopporto che si svilisca il nostro lavoro quotidiano parlando di altri reparti che offrirebbero un servizio simile ai pazienti. Chi controlla la qualità e la quantità di queste prestazioni? Chi le certifica? Chiediamo al Manager di rendere pubblici tutti i dati, non si può svilire così quanto abbiamo costruito, a fatica, in questi anni. Lavoriamo da oramai vent’anni, in piena sintonia, con il reparto di Medicina Universitaria. Abbiamo, naturalmente, funzioni diverse: loro sono deputati all’insegnamento e alla specializzazione con 20 ore di assistenza ospedaliera, noi al contrario offriamo più di 40 ore di assistenza con grande abnegazione e professionalità. Non ha senso, dunque, parlare di reparti gemelli, di doppioni”.
“Se è vero che il taglio del nostro reparto”, continua Natali, “è dovuto alla necessità di contenere i costi, riducendo da 50 a 23 le Unità Ospedaliere Complesse, vorrei capire come mai ci sono ancora quattro unità di Chirurgia. Questo vuol dire razionalizzare? Fa molto male il silenzio dei sindacati e delle autorità cittadine. E’ un caso che ai vertici di alcune associazioni di categoria siedano responsabili di Unità Operative Complesse che non sono state sfiorate dal riordino aziendale voluto da Silveri? E’ forse un caso che il sindaco Cialente, nonostante quanto dichiarato a NewsTown, non stia muovendo un dito per salvare il reparto di Medicina? Non dimenticate che il primo cittadino è anche un dipendente della Asl e che, grazie ad un particolare accordo con il Direttore Generale, può permettersi di lavorare ad orari e con mansioni assai particolari”.
“Colpisce molto questo accanimento contro di noi”, conclude la dott.ssa Natali, “e vorremmo capire perché. Ora, forse, sono più chiari i motivi della mancata sostituzione del dottor Trotta, ultimo Direttore del reparto. Evidentemente, volevano renderci più vulnerabili. Purtroppo, le persone chiamate ad amministrarci non sanno nulla di Medicina: il momento della dimissioni di un paziente è cruciale nel rapporto tra Medico e paziente. Si decide insieme la cura da seguire, gli accertamenti che andranno eseguiti. Come si può pensare di delegarlo ad una unità di "Predimissione", a medici di un altro reparto che non conoscono la storia clinica del malato? Che senso ha dimettere un paziente da un reparto per poi ricoverarlo in un altro per un paio di giorni? La nostra battaglia continuerà e, sia chiaro, non è una battaglia che sto combattendo da sola: abbiamo raccolto più di 5mila firme, molte sono di colleghi e colleghe, e non faticheremo a raggiungere le 10mila. Andremo avanti fino a che non ci si renderà conto di quanto sta accadendo al San Salvatore: stanno smantellando un reparto fondamentale nella vita dell’Ospedale. Tornare indietro non è difficile: stiamo parlando di un atto aziendale che, come tale, può essere modificato in qualsiasi momento”.