Per arrivare da Paganica al centro commerciale L'Aquilone in autobus, andata e ritorno, si impiegano più o meno tre ore. A L'Aquila, città che vorrebbe essere "smart".
Abbiamo percorso insieme a Erica Cioni, residente nel progetto Ca.s.e. di Paganica 2, tra i più affollati, la tratta della corsa 106-108: è stato un viaggio estenuante. "Se devi andare a lavoro o hai un appuntamento è un problema - racconta Erica sconsolata - perché devi uscire di casa almeno un'ora prima, sperando di trovare una coincidenza che ti porti a destinazione".
Come avevamo già scritto qualche giorno fa - seguendo insieme agli studenti universitari la tratta del bus 83, da via Ugo Piccinini alla ex-Optimes - il trasporto pubblico urbano, a L'Aquila, è uno dei tanti dis-servizi con cui i cittadini sono costretti a convivere quotidianamente.
La pianificazione oraria dell'Ama, infatti, non tiene conto delle possibili coincidenze tra le diverse corse, e la situazione è ulteriormente aggravata da autobus che viaggiano in ritardo o, addirittura, in anticipo.
"Più volte ho fatto presente all'Ama i disagi che riscontro con determinate corse - spiega Erica - ho anche parlato direttamente con il Presidente dell'Azienda, ma non ho mai ottenuto alcun riscontro".
'Le segnalazioni rappresentano strumenti importanti per conoscere le motivazioni di insoddisfazione dei clienti, e per attivare le azioni volte a migliorare le problematiche segnalate', scrive l'Ama sul suo portale web. Eppure, nonostante il malcontento diffuso suscitato dall'inadeguatezza del servizio offerto, l'Azienda della mobilità urbana continua a sopprimere le corse.
E' soprattutto nel periodo estivo che il taglio si fa più pesante: le corse "scolastiche", infatti, vengono sospese: "Come se non dovessi comunque muovermi da casa per andare a fare la spesa o andare dal medico -protesta un viaggiatore - l'Ama ha il dovere di fornire un servizio efficentissimo, o almeno efficente! E invece è addirittura inadeguato".
In una città con una così ampia estensione territoriale (quattro volte superiore a quella di Milano, 467km quadrati contro i 187 del capoluogo lombardo), i trasporti pubblici dovrebbero in effetti soddisfare le esigenze quotidiane di chi non può o, semplicemente, non vuole usufruire di un mezzo privato.
Soprattutto se si vuole davvero "ricominciare a muoversi attraverso il rispetto delle regole", come ha dichiarato l'assessore Alfredo Moroni, parlando dell'intenzione dell'amministrazione di ripristinare i parcheggi a pagamento in prossimità del centro storico. Una scelta che ha sollevato decise polemiche, in città, tanto da spingere la Giunta ad un improvviso passo indietro.
Speriamo si sia finalmente capito che, prima di chiedere ai cittadini di pagare per un parcheggio, è necessario garantire un servizio di trasporto pubblico efficiente, con corse continue e regolari, fondamentale in una città di 70mila abitanti dispersa lungo un asse di trenta chilometri. Solo così si potrà iniziare a vivere L'Aquila come una città 'normale', per quanto possibile.