Assolti perché il fatto non sussiste.
Il Tribunale collegiale dell'Aquila, presieduto dal giudice Giuseppe Greco, ha prosciolto da tutte le accuse tre dirigenti comunali - Domenico De Nardis, Renato Amorosi e Eugenio Vendrame - l'ex City Manager dell'ente, Massimiliano Cordeschi, e l'imprenditore Luigi Palmerini, indagati nell'inchiesta sulla realizzazione (mai avvenuta) dei Mar, i moduli abitativi removibili.
I reati contestati erano abuso d’ufficio, turbativa d’asta e abuso edilizio.
L'inchiesta, avviata nel 2012, era relativa a una vicenda risalente al 2009: sfruttando un'Opcm, la numero 3817, la giunta dell'epoca autorizzò l'installazione di questi moduli provvisori, in pratica casette su ruota da utilizzare come alloggi temporanei nell'immediato post terremoto, in quattro siti ("I Platani" tra S. Elia e Bazzano, Sassa Scalo, Preturo, Nucleo industriale di Bazzano). Un affare da 40 milioni di euro.
L'operazione, però, non andò mai in porto. Cialente ritirò la delibera dopo che alcuni consiglieri comunali presentarono in aula una mozione che invitava l'ente a revocare il provvedimento, inviando contestualmente gli atti alla magistratura.
Negli esposti si ravvisavano anomalie nell'individuazione del privato a cui affidare l'appalto, nella scelta dei siti e più in generale nella tempistica dell'iter amministrativo, viziato anche da pareri tecnici discordanti.
Il pm che aveva condotto le indagini aveva chiesto l'assoluzione per Vendrame e Amorosi e una condanna a un anno e quattro mesi gli altri imputati, con l'eccezione di Palmerini, per il quale la condanna richiesta era stata di un anno e sei mesi.
Accademia Immagine: pm Corte dei Conti chiede conferma condanne
E sempre sul fronte giudiziario, il pm della Corte dei Conti di Roma ha chiesto la conferma della sentenza di primo grado con cui la magistratura contabile aveva condannato per danno erariale il sindaco dell'Aquila Massimo Cialente e altre sette persone in seguito alle indagini sulla gestione dell'Accademia dell'Immagine.
A riferirlo è il quotidiano Il Centro.
Cialente (all'epoca dei fatti presidente dell'Accademia) e gli altri imputati (Vito Bergamotto, Giovanni Moscardelli, Magda Stipa, Fabrizia Aquilio, Nello Bernardi, Francesca Ruzza e Carlo Petricca) erano stati condannati a risarcire alla Regione la somma di 396 mila euro per buchi di bilancio e perdite di esercizio relative agli anni 2007 e 2008 e per altri presunti artifizi contabili messi in atto per evitare la messa in liquidazione dell'ente.
Il primo cittadino dovrebbe risarcire 80 mila euro, gli altri imputati cifre comprese tra i 10 mila e i 95 mila euro.
Secondo il pm, Cialente, in qualità di presidente dell'Accademia, "avrebbe dovuto, con i propri poteri di impulso, richiamare la dirigenza amministrativa, compresi i revisori, ai principi di corretta gestione contabile e di controllo della spesa, affinché tutti fossero responsabilizzati dall'uso delle risorse pubbliche, relativamente, in particolare, alle perdite di esercizio nel 2007 e situazioni di dissesto economico, nonché gravi irreogolarità nella redazione dei bilanci consuntivi del 2007 e 2008".
Gli avvocati difensori, tra ci Carlo Benedetti, legale di Cialente, hanno respinto tutte le accuse. Il verdetto dovrebbe arrivare entro due mesi.