Martedì, 16 Febbraio 2016 14:40

"Detenuto in condizioni non dignitose", lo Stato dovrà risarcire (anche) Davide Rosci

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Ha avuto buon fine il ricorso presentato dall'avvocato Filippo Torretta, legale dell'attivista antifascista teramano, Davide Rosci.

Rosci sta scontando una durissima pena a cinque anni e due mesi inflitta sulla base del famigerato reato di "devastazione e saccheggio" per i fatti accaduti durante la manifestazione romana degli indignati del 15 ottobre 2011. Adesso lo Stato dovrà risarcirlo di 2.700 euro perché il giudice Ciro Riviezzo del Tribunale dell'Aquila, accogliendo il ricorso presentato da Torretta, ha stabilito che è stato detenuto per 340 giorni in celle troppo piccole, con una sola piccolissima finestra nel bagno, in assenza di acqua calda e restando circa 20 ore al giorno in cella. Condizioni ritenute, secondo la Corte Europea, "non compatibili con la dignità umana".

Rosci - che in passato è stato sballottato tra le carceri di Viterbo Rieti e Teramo (dove si trova attualmente) - così come hanno fatto centinaia di detenuti italiani dopo la sentenza Torreggiani che ha fatto scuola, si è appellato all'articolo tre della Convenzione dei diritti dell'uomo che sancisce l'obbligo di assicurare che ogni persona sia reclusa "in condizioni compatibili con il rispetto della dignità umana".

La convenzione prevede infatti che per ogni detenuto siano almeno tre i metri quadri calpestabili, uno spazio minore di quello riservato a Rosci e ad altre migliaia di detenuti nelle sempre sovraffollate carceri italiane.

Comunque amaro il commento del segretario regionale di Rifondazione Comunsta, Maurizio Acerbo:

"Quello di "devastazione e saccheggio" è un reato ereditato direttamente dal codice penale fascista, ma ancora in vigore nel nostro paese, che consente di infliggere condanne fino ai 15 anni senza dover materialmente provare una condotta criminosa. E' sufficiente trovarsi in un luogo dove ci sono dei disordini, venire fotografati o riconosciuti, sorridere o dimostrare "empatia" nei confronti di quello che accade. E' accaduto nel processo per il G8 di Genova, è accaduto a Davide Rosci per i fatti del 15 ottobre 2011. Certo non saranno i circa 2.700 euro di risarcimento che restituiranno a Davide gli anni trascorsi in carcere e ai domiciliari, l'odissea di trasferimenti in varie carceri, i disagi e le sofferenze subite. Questa condanna ci ricorda l'illegalità e il mancato rispetto dei diritti che caratterizzano le carceri italiane e la necessità di proseguire il nostro impegno su questi temi" 

 

Ultima modifica il Martedì, 16 Febbraio 2016 16:39

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