Mercoledì, 17 Febbraio 2016 17:20

Borse lavoro per disabili psichici: arriva il finanziamento per il 2016

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Saranno rifinanziate per il 2016 le borse lavoro per i disabili psichici. Sembra dunque avere avuto esito positivo la battaglia portata avanti dall'associazione Carrozzine Determinate d'Abruzzo, insieme alla CGIL di Pescara e all'Associazione Percorsi!.

Le polemiche si erano sollevate all'inzio del mese, quando era stato annunciato che, dal 29 febbraio, non sarebbero state più finanziate le borse lavoro e l’ergoterapia a più di 300 malati psichiatrici. A regolamentarle è legge regionale 94 del 2000, che - come aveva raccontato a News-Town Claudio Ferrante, presidente di Carrozzine Determinate d'Abruzzo - da 16 anni permette a 300 ragazzi di godere di programmi innovativi di riabilitazione psichiatrica e di reinserimento lavorativo in normali contesti di vita sociale.

La notizia dell'interruzione del servizio riabilitativo aveva dunque provocato le reazioni di quanti temevano il riacutizzarsi delle crisi e al peggioramento della situazione psicofisica dei ragazzi. Erano state annunciate proteste e manifestazioni ma, fortunatamente, il pericolo è stato arginato e il Dipartimento regionale per la Salute ed il Welfare ha inoltrato alla Asl di Pescara una nota in cui si dispone la prosecuzione delle borse lavoro.

"Fa piacere - commenta in una nota Maurizio Acerbo, ex-consigliere regionale di Rifondazione Comunista - che l'assessore Paolucci abbia compreso il valore di questi percorsi di riabilitazione e reinserimento sociale. Tuttavia, proprio per questo troviamo che sia preoccupante la raccomandazione che il dirigente del settore programmazione socio-sanitaria e il direttore regionale indirizzano alla ASL di Pescara. Infatti nella nota, dopo aver rappresentato assoluta necessità, forte valenza sanitaria, di un servizio definito essenziale e che quindi bisogna continuare ad assicurarne l'erogazione, si aggiunge possibilmente per un numero di pazienti non superiore a quelli attualmente in carico. Perché limitare il numero, se ci sono pazienti che attendono da anni di poter usufruire della borsa lavoro perché negare accesso?"

"Sarebbe opportuna - conclude Acerbo - cuna riflessione complessiva sulla salute mentale per una giusta allocazione delle risorse e finalmente adeguate strategie volte all'aumento del numero delle borse lavoro, dei gruppi appartamento, delle case famiglia. Investire in percorsi che costano poco ma funzionano è doveroso anche per affrontare il risanamento della spesa sanitaria regionale, evitando la logica stupida e cieca da tagli lineari che in questo campo non fa altro che aumentare la spesa".

 

Ultima modifica il Mercoledì, 17 Febbraio 2016 17:53

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