Accord Phoenix, ci siamo.
Con una conferenza stampa convocata a Palazzo Fibbioni, il sindaco Massimo Cialente e il vice presidente della Giunta regionale Giovanni Lolli hanno inteso salutare l'avvio dei lavori della società che, nei locali dell'ex polo elettronico di Pile, si occuperà del recupero e del trattamento di rifiuti elettronici.
Un investimento da 48 milioni di euro, 10.7 arriveranno dai fondi della ricostruzione destinati allo sviluppo economico, che, in due anni, occuperà 129 adetti globali, ex lavoratori e lavoratrici del polo elettronico. "Siamo già al lavoro", hanno assicurato il presidente del Consiglio d'amministrazione Ravi Shankar, il direttore generale Francesco Baldarelli e il CFO Michele Polini che, hanno spiegato, risiederanno a L'Aquila così seguire l'avvio delle attività. "In sei mesi - ha annunciato Baldarelli - sarà avviata la prima linea di produzione, entro un anno, poi, avvieremo la seconda".
Ci son voluti due anni e mezzo, tra cambi di assetto societario, verifiche di Invitalia sulla dubbia solidità e sulla scarsa trasparenza finanziaria della società, inchieste giornalistiche e interrogazioni parlamentari, polemiche politiche: sta di fatto che Accord Phoenix, oggi, è realtà, e si tratta di un investimento che può fare da volano alla asfittica economia aquilana. Rispetto all'ultima visura camerale internazionale che abbiamo documentato, intanto, il capitale sociale della società - trasformata da Srl in Spa - è passato da 10mila a 7 milioni di euro (3 già versati). Un capitale sociale che comporta l'obbligo di nomina di un collegio sindacale, già nominato in effetti".
"Vorrei dedicare la conferenza stampa ai lavoratori del polo elettronico e ad alcuni sindacalisti che hanno creduto nell'importanza della operazione che stavamo compiendo", ha dichiarato il sindaco Cialente. "L'iter burocratico è stato complesso, d'altra parte abbiamo sperimentato un percorso del tutto nuovo: l'emendamento su cui ha lavorato Giovanni Lolli perché il 5% dei fondi per la ricostruzione venisse destinato allo sviluppo economico, l'acquisto del sito industriale da parte del Comune dell'Aquila, le procedure che hanno preceduto l'insediamento di Accord Phoenix. Avevamo un disegno, però, che oggi prende forma". Cialente ha ricordato come si tratti del secondo investimento su nuovi insediamenti produttivi che, negli ultimi tempi, ha interessato l'Italia: il primo, presentato dal premier Matteo Renzi, con protagonista il colosso statunitenese Cisco che investirà 100 milioni in 2 anni, il secondo, appunto, Accord Phoenix, che arriverà a 48milioni. "Un investimento che parla di green economy, in un settore nuovo, che va a colmare uno spazio destinato a divenire, negli anni, sempre più importante".
Il recupero dei rifiuti elettronici, appunto, oggi accantonati in enormi depositi abbandonati o, nel peggiore dei casi, stipati in container gettati, poi, in fondo al mare. "Materiale che può essere trattato e riportato ad un nuovo utilizzo". Il primo cittadino ha ringraziato, dunque, la società, "per aver creduto in questo territorio e nelle sue risorse, e, lasciatemi dire, nella visione complessiva che abbiamo e che, con Lolli, abbiamo presentato qualche giorno fa all'Auditorium del Parco. In anni difficilissimi, salutiamo, oggi, un investimento estero che dimostra come il nostro sia un territorio credibile e attrattivo".
Distruggere centinaia di posti di lavoro è facilissimo, avviene con una grande rapidità - ha aggiunto il vice presidente della Giunta regionale, ricordando la crisi della Brioni di Penne che ha annunciato 400 esuberi - "costruire un solo posto di lavoro, invece, è complicatissimo. L'investimento di Accord Phoenix non sarà l'unico, in città", ha sottolineato. "Abbiamo creato le condizioni perché altre imprese possano investire su questo territorio: oltre ai progetti già annunciati, ne stanno arrivando infatti anche altri". Dunque, il vice presidente di Regione Abruzzo ha inteso ribadire che "verranno assorbiti i lavoratori fuoriusciti da Intercompel, Pa, Finmek e Fidal. Non è solo giusto, è un fatto che attiene alla storia della città e, persino, alla nostra storia personale: L'Aquila - ha ricordato - ha prosperato, negli anni passati, anche grazie ai lavoratori dell'ex polo elettronico. Era un dovere prenderci cura di loro, in un momento di difficoltà".
Il banchiere internazionale di origini indiane Ravi Shankar è apparso piuttosto sollevato: "Ho già investito in 40 paesi, in tutto il mondo, ma qui ho perso i capelli", ha scherzato. Presentandosi come una sorta di mecenate: "Dopo aver lavorato per 26 anni in ambito bancario, ho pensato di attivarmi per la salvaguardia dell'ambiente, devastato dai rifiuti elettronici che, oggi, immaginiamo come una risorsa. Trattati, ci restituiranno plastica, metalli, vetro, acciaio. Lo faremo senza trattamenti chimici e i lavoratori impiegati non saranno esposti ad alcun agente negativo". Shankar ha ribadito come il settore sia in fortissima espansione, almeno potenzialmente: "Volessimo processare i rifiuti che, in un anno, si producono in Abruzzo, Lazio e Marche, ci vorrebbero almeno 4 linee di produzione".
Accord Phoenix, insomma, sarà soltanto un pezzetto di un mercato che potrebbe esplodere nei prossimi anni. "Ci sono volute ottime ragioni e profonde visioni ideali per realizzare questo progetto a L'Aquila", ha aggiunto, a conclusione della conferenza stampa, Francesco Baldarelli. "Ora, il passo decisivo è stato fatto". Poi, la frecciata: "Quando si parla di finanziamenti internazionali, parliamo di risorse già depositate nelle banche italiane. Coloro che avevano dubbi sulla solvibilità finanziaria della società, sono stati clamorosamente smentiti. Ci ha guidato la passione e l'idea di riconvertire un'area importante come quella dell'ex polo elettronico".
Come si sa, però, gli esami non finiscono mai, soprattutto se si parla di un finanziamento pubblico di quasi 11 milioni di euro. "Dobbiamo mantenere gli impegni assunti con i fornitori, con Invitalia, con Regione Abruzzo, con il Comune dell'Aquila, con i sindacati. Stiamo già lavorando per questo: oggi, siamo entrati in possesso dell'impianto e inizieranno già domani le attività di pulizia oltre che di manutenzione ordinaria e straordinaria che sono necessarie all'avvio della produzione. Istalleremo le macchine in breve tempo, così da istruire i contratti di lavoro via via che saranno in funzione".
Come detto, in sei mesi dovrebbe essere attiva la prima linea e, in un anno, sarà in produzione anche la seconda. "Siamo stati oggetto di attenzioni da parte di parlamentari e, certamente, la trasparenza ci fa piacere: non abbiamo nulla da nascondere. Vorremmo chiedere, però, un atteggiamento non pregiudiziale nei nostri confronti. Anche con gli altri operatori del settore, avremo bisogno di trovare collaborazioni: certi atteggiamenti dettati dal timore che Accord Phoenix possa rompere le regole della concorrenza, non hanno senso di esistere. Probabilmente tratteremo una parte infinitesimale dei materiali che, spesso, vengono gettati in mare", ha incalzato Baldarelli. Che non ha mancato di disegnare scenari futuri: "Acciaio, alluminio, rame, plastica potranno essere, a mio parere, lavorati anche qui a L'Aquila. L'idea è offrire anche un ragionamento squisitamente economico: è molto più competitivo, per le imprese, lavorare su materie prime che hanno in loco. E' probabile, dunque, che una parte dei materiali potrà essere lavorata qui, dando vita ad un distretto di recupero delle materie prime e secondarie che potrebbe essere più che interessante per il tessuto economico cittadino".