E' stato condannato a otto mesi di reclusione, con i benefici di legge, l'ingegnere Giacomo Di Marco, con l'accusa di tentata truffa e falso. Rinvio a giudizio, invece, per il costruttore Paolo Mazzi che ha scelto il rito ordinario. Prosciolto dalle acccuse Antonio Del Re, amministratore del condominio Habitat.
Si è definita così, in sede di udienza preliminare, e su decisione del gup Guendalina Buccella, l'inchiesta della Guardia di Finanza su presunte irregolarità nella ricostruzione del condominio sito in Piazza d'Armi e costituito da 70 appartamenti. Il pm David Mancini aveva chiesto un anno e due mesi di reclusione.
A scriverlo è il quotidiano 'Il Centro' in edicola stamane.
Cosa ha svelato l'indagine della Guardia di Finanza? A fronte di un contributo riconosciuto per la ricostruzione del condominio quantificato in 9 milioni e 500mila euro circa, l’impresa affidataria, la Mazzi, società di capitali veneta, avrebbe rendicontato lavori in realtà non eseguiti in tutto o in parte per un importo di mezzo milione di euro, ancora da fatturare e liquidare. Considerate le difficoltà economiche dell'impresa, e visto che i soldi pubblici tardavano ad arrivzare, l'amministratore delegato Paolo Mazzi, in concorso con il progettista e direttore dei lavori Giacomo Di Marco, 68 anni, aquilano, avrebbe compilato e presentato documenti che attestavano lavori mai realizzati.
Mazzi e Di Marco, e con loro l'amministratore del condominio, Del Re, sono stati indagati con l'accusa di tentata truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e falsità materiale commessa da privato in atto pubblico in danno del Comune. La Finanza, su richiesta del pm e ordine del gip, aveva dunque sequestrato circa mezzo milione di euro, la somma oggetto della presunta tentata truffa. In realtà, un perito ha affermato che somma in questione sarebbe meno della metà di quella inizialmente contestata.
Il palazzo, comunque, è stato correttamente ristrutturato ed è tornato a essere abitato.