Venerdì, 01 Luglio 2016 19:01

Grandi Rischi bis, Daniela Stati: "Mi fu detto di tranquillizzare". Boschi: "Noi strumentalizzati"

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Al processo Grandi Rischi bis, quello che vede imputato, con l'accusa di omicidio colposo plurimo, Guido Bertolaso, è stato il giorno di Daniela Stati, Giulio Selvaggi e Enzo Boschi.

L'ex assessora regionale alla Protezione civile (ora assessora comunale a Avezzano) e i due scienziati, ex componenti della Cgr, sono stati ascoltati, insieme ad altri testimoni, dal giudice Giuseppe Grieco. Convocato ma assente, invece, Franco Barberi, che sarà ascoltato il 20 settembre, giorno in cui il processo riprenderà dopo la pausa estiva.

Quasi tre mesi di stop sono tanti. La prescrizione, che scatterà a ottobre, incombe. “Certo” mormorano i familiari delle vittime “considerata l'importanza del processo si poteva pensare a una diversa calendarizzazione”.

E a proposito di prescrizione, non è ancora chiaro se Bertolaso vi rinuncerà, come ha annunciato più volte, o se le sue erano solo promesse da marinaio.

Certo, l'ex sottosegretario ed ex capo della Protezione civile – assente anche ieri - si è esposto troppo per rimangiarsi tutto. Un dietrofront lo esporrebbe a una pessima figura.

L'udienza

Daniela Stati è stata chiamata a rispondere sull'ormai famosa telefonata intercorsa tra lei e Bertolaso il 30 marzo, il giorno prima della riunione della Grandi Rischi.

Tra qualche “non so” e “non ricordo”, l'ex assessora regionale alla Protezione civile ha confermato, in sostanza, quanto ripetuto in questi anni: “Più volte chiesi, al termine della riunione, cosa avrei dovuto dire alla cittadinanza e più volte mi fu risposto di tranquillizzare”.

"Io ho posto più volte alla Commissione la domanda ditemi cosa devo dire alla popolazione e lì furono gli esperti a dirlo a me, come ad altri, rilasciando loro stessi delle interviste, che si poteva tranquillizzare la popolazione dell'Aquila. Se avessi avuto il benché minimo sospetto lo avrei manifestato. In quei giorni - ha aggiunto la Stati - ero una persona additata che sapeva e non aveva detto ma io ho assistito veramente a carrellate di politici che si metteva sotto braccio a Bertolaso per farsi fotografare in un momento di grande tragedia".

La testimonianza della Stati e soprattutto quella resa, sempre nell'udienza di ieri, dall'ex presidente dell'Ingv Enzo Boschi hanno avvalorato la ricostruzione sostenuta da sempre dai familiari delle vittime: quella riunione non venne convocata per fornire un autorevole - vista la levatura accademica dei componenti che vi parteciparono - parere scientifico sullo sciame sismico in atto ma unicamente per tranquillizzare la popolazione in base alla tesi, del tutto priva di fondamento, del “lento scarico di energia”.

Era un fatto positivo, si disse – lo disse De Bernardinis qualche minuto prima della riunione ma lo disse anche Bertolaso alla Stati il giorno prima - che ci fossero tutte quelle scosse di bassa magnitudo perché più ce n'erano più diminuivano le possibilità che ne sarebbe arrivata una forte e distruttiva.

“Questa è una colossale sciocchezza” ha ribadito Boschi “che fu detta prima da De Bernardinis e poi anche nella conferenza stampa che si tenne dopo la riunione. Conferenza stampa alla quale né io né gli altri sismologi che erano lì quel giorno, vale a dire Eva, Barberi e Selvaggi, fummo invitati a partecipare”.

Insomma, quel giorno, a palazzo Silone, sede della Regione Abruzzo, non si svolse la riunione di organo scientifico ma andò in scena una pantomima organizzata per dare in pasto alle istituzioni locali e ai cittadini aquilani, giustamente preoccupati per quanto stava avvenendo, un messaggio rassicurante preconfezionato.

Una farsa il cui ideatore, sembrano suggerire le testimonianze rese ieri, fu Bertolaso ma alla quale si prestò anche il suo braccio destro De Bernardinis, non a caso condannato dalla Cassazione – unico tra i sette membri della Cgr andati a giudizio – nel filone principale del processo, conclusosi a novembre 2015.

Boschi ha rimarcato anche le tante anomalie procedurali di quella riunione: dalla breve durata (appena mezz'ora) al fatto che venne redatto non un verbale ma una bozza - peraltro nemmeno concordata, come era da prassi – che venne fatta firmare ai diretti interessati una settimana dopo, quando il terremoto era già avvenuto.

“Quel giorno non venne fatta nessuna seria informazione scientifica” ha affermato Boschi “Fu la Protezione civile a gestire la comunicazione. Oggi posso dire che fui strumentalizzato”.

Al termine della sua deposizione, Boschi si è fermato a parlare qualche minuto con Vincenzo Vittorini e Maurizio Cora, familiari delle vittime. “Ci ha detto che spera che un giorno potremo incontrarci per fare chiarezza e dire tutta la verità” racconta Vittorini “Gli abbiamo detto di dirla in aula questa verità. Comunque mi pare che anche quanto è emerso oggi sia di una chiarezza inequivocabile”.

Come detto, le udienze riprenderanno a settembre. Oltre a Barberi, adranno sentiti anche i testi della difesa: "Ne hanno convocati una sessantina" dice Vittorini "speriamo che vengano sfoltiti. Io mi auguro che il processo possa andare avanti".

Ultima modifica il Domenica, 03 Luglio 2016 02:10

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