Venerdì, 26 Agosto 2016 18:10

Da Accumoli a Pescara del Tronto, tra borghi fantasma e aree d'accoglienza

di 
Video Roberto Ciuffini

Oltre le macerie di Amatrice, le squadre di soccorritori al lavoro con la speranza di salvare altre vite, oltre i riflettori.

Arriviamo ad Accumoli di prima mattina. L'epicentro del terremoto. Ad accoglierci, il silenzio. Spettrale. Qui, il sisma ha cambiato la fisionomia del territorio, ci racconta un soccorritore: il suolo, in effetti, si è abbassato di 20 centimetri, confermano le prime immagini della faglia rilevate dai satelliti e rese note dall'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia.

Eppure, ad un primo sguardo, il borgo - poco meno di 700 residenti vivono tra Accumoli e le 17 frazioni del Comune arrampicati 885 metri sul livello del mare - non pare così compromesso, così danneggiato, come appare, invece, drammaticamente Amatrice. A camminarne i vicoli, tuttavia, si comprende la profondità delle ferite. A togliere il fiato, in realtà, è il silenzio. Accumoli è stato abbandonato, non ci sono più cittadini: ci sono soltanto i mezzi dei soccorsi, alcuni volontari e uomini delle forze speciali.

Chiuso: è già zona rossa, borgo interdetto.

Il busto di Salvatore Tommasi, opera dell'architetto pugliese Enrico Lattes, monumento che ornava la piazza del paese, è a terra, tra le macerie. Subito dietro, lo sguardo corre alla Chiesa di San Francesco, con quel che resta del campanile crollato sull'abitazione di Andrea e Graziella, morti sotto le macerie con i figli Riccardo e Stefano. "Non passate di lì", urla un Vigile del Fuoco. L'edificio che ospitava la stazione locale dei Carabinieri sembra sul punto di venire giù, in effetti. Le porte del bar sono aperte, non c'è nessuno all'interno: sulla porta in vetro, un cartello ricorda che l'attività, di mercoledì, è chiusa per riposo settimanale. Altro, tragico, scherzo del destino. Tra le tende montate in piazza per coordinare i soccorsi, un rappresentante dell'Ambasciata rumena in Italia cerca una lista aggiornata delle vittime, per capire se, tra loro, figuri qualche connazionale.

Se ad Accumoli il silenzio è rotto dai soccorritori, le frazioni sono avvolte nel silenzio. A Villanova - qui, d'inverno, vivevano una quindicina di persone - non troviamo nessuno, neanche i soccorritori, le macerie in strada, in piena curva; poco dopo, ecco un gruppo di 5-6 persone: avevano qui la seconda abitazione, stanotte hanno dormito a Roma, a casa, e sono tornati nel borgo per valutare i danni. Oltre, San Giovanni e Terracino sono deserti. Abbadonati, come le altre frazioni, come Accumoli.

[video Roberto Ciuffini] Ci spostiamo oltre confine, già nelle Marche. Pescara del Tronto, frazione di Arquata, 130 anime d'inverno, sorgeva a strabiombo sul corso del fiume omonimo, al di là della strada statale 4 che porta ad Arquata e, oltre, fino ad Ascoli Piceno, distante poco meno di 40 km. Sorgeva, al passato purtroppo: come è stato raccontato da giornali e televisioni, il borgo è stato raso al suolo dalla violenza del sisma. Impossibile accedervi: i Vigili del Fuoco, a fatica, iniziano a portar via le macerie; le abitazioni, infatti, stanno scivolando verso la strada, quasi si trattasse di una colata lavica solidificata da legno, cemento e chissà cos'altro. Altro borgo deserto, abbandonato.

[video Roberto Ciuffini] Gli sfollati - o meglio, coloro che non sono andati via - sono ospitati nelle aree accoglienza allestite dalla Protezione civile tra Lazio, Marche e Umbria. 3500 i posti letto disponibili: stanotte, il numero di persone assistite è stato pari a circa 2100. E non sono attesi altri sfollati, almeno per il momento, spiegano i capi-campo che abbiamo incontrato.

C'è una tendopoli che guarda, lassù in alto, a Pescara del Tronto: qui, sono ospitati 113 cittadini ma ci sono altri posti a disposizione di chi ne avesse bisogno. Qualche km oltre, lungo la statale 4, ecco il campo base di Grisciano, frazione di Accumoli, gestito dalla Protezione Civile dell'Abruzzo che, finora, ha dispiegato 120 volontari, 46 tende con 394 posti letto, 10 ambulanze, 70 mezzi, 2 cucine da campo capaci di circa 700 pasti a turno, 3 unità cinofile, 1 unità di speleologi, 3 gruppi elettrogeni, 2 torri-faro, 5 gruppi da 3 unità di servizi igienici, 3 gruppi da 4 unità di docce da campo, 1 bobcat, 1 terna gommata (escavatrice), 1 unità logistica, 1 sala operativa mobile.

Arrampicate più su, altre due aree d'accoglienza, una ad Accumoli, al campo sportivo, l'altra ad Illica, una delle frazioni più colpite: i posti sotto le tende sono 250, gli ospiti 196. Arriviamo al campo sportivo che è quasi ora di pranzo: la cucina è in funzione, le cuoche preparano pasta al pomodoro. Intanto, decine di persone stanno rientrando con bustoni e zaini: sono stati accompagnati nelle abitazioni inagibili, per recuperare beni di prima necessità e valori.

Il messaggio dei capi-campo è sempre lo stesso: nelle aree di assistenza, non ci sono esigenze materiali di alcun tipo, e dunque, inviare materiale senza consultare la Protezione civile vorrebbe dire aggiungere altre situazioni difficili da gestire per i volontari.

 

La fotogallery di Nicola Zolin

Accumoli/Pescar...
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Ultima modifica il Sabato, 27 Agosto 2016 13:07

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