Si sono svolti ad Ascoli Piceno, nella palestra comunale Monticelli, i funerali "solenni", e non di Stato, delle vittime marchigiane del terremoto.
I funerali solenni vengono proclamati nei casi di eventi luttuosi che colpiscano particolarmente la coscienza comune. Quanto al lutto nazionale, proclamato per l'intera giornata, prevede che siano adottate alcune procedure istituzionali, che rispondono a un preciso cerimoniale. Le bandiere degli edifici pubblici sono poste a mezz'asta secondo le indicazioni della Presidenza del Consiglio dei Ministri, ferma la disciplina delle bandiere militari. Le bandiere esposte all'interno sono abbrunate con due strisce di velo nero a cravatta.
Trentacinque le bare, allineate, due più piccole, bianche. I funerali sono stati officiati dal vescovo monsignor Giovanni D'Ercole alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, del presidente del Consiglio Matteo Renzi e della moglie Agnese Landini, visibilmente commossa, dei Presidenti di Camera e Senato, Laura Boldrini e Pietro Grasso, del vice presidente della Camera, Luigi Di Maio. Dall'Abruzzo, sono arrivati il vice presidente del Csm, Giovanni Legnini, il presidente della Regione, Luciano D'Alfonso, e il sindaco dell'Aquila, Massimo Cialente. Appena entrato nella palestra, Cialente ha cerca toil sindaco di Arquata del Tronto, Leandro Petrucci: tra i due, un lungo e silenzioso abbraccio.
"Questo è il saluto che la nostra comunità offre alle 35 vittime qui ma anche alle altre. Il nostro pensiero va ad Accumoli e Amatrice, perché siamo un'unica e sola grande famiglia", ha detto il vescovo monsignor Giovanni D'Ercole. "Non abbiate paura di gridare la vostra sofferenza, ma non perdete coraggio. Insieme ricostruiremo le nostre case e chiese, insieme ridaremo vita alle nostre comunità, a partire proprio dalle nostre tradizioni e dalle macerie della morte". Poi, il pensiero a Giorgia e Giulia, le due sorelline: "Solo Giorgia è sopravvissuta. Morte e vita erano abbracciate". Infine uno dopo l'altro, sono stati scanditi i nomi delle vittime.
Nella palestra, è stato consentito l'accesso ai soli parenti delle vittime. Ora, le salme torneranno ad Arquata del Tronto, nei cimiteri delle frazioni di Pescara e Capodacqua.
Le esequie religiose delle vittime di Amatrice e Accumoli si svolgeranno, invece, alle 18 di martedì 30 agosto, ad Amatrice. E stamane intanto, prima di recarsi ad Ascoli, nel borgo reatino è giunto il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Mattarella è arrivato in elicottero, atterrando poco distante dal paese, alle 8:32. Poi a piedi nel paese crollato, il sindaco Sergio Pirozzi accanto a mostrare e spiegare i resti del paese che non c'è più. Insieme sono andati al centro operativo dei soccorsi, e ai soccorritori il capo dello Stato ha detto: "Grazie per ciò che fate". Dunque, le tendopoli, dove Mattarella ha incontrato i bambini, prima di tutti. Lì ha assicurato la ricostruzione subito. "Lo speriamo: Amatrice non sarà più come prima - hanno risposto gli sfollati - ma vogliamo ricominciare, dalle parole si passi ai fatti".
"Amatrice è da radere al suolo completamente", ha ammesso il sindaco Sergio Pirozzi, che ha confermato all'Ansa come non ci sia più nessun edificio nel centro storico che sia possibile restaurare e salvare. A parte la chiesa romanica di S.Francesco, tutto il resto non c'è più. "Ma come ho già detto ieri - ha sottolineato - vorremmo ricostruirlo nello stesso posto, magari con la stessa forma e con la stessa estetica".
Intanto, si aggiorna ancora il numero delle vittime accertate: sono 290, 230 ad Amatrice, 11 ad Accumoli e 49 ad Arquato; 387 i feriti. Nelle Marche, non si scava più: nel rietino, invece, si cercano ancora dispersi.