Martedì, 17 Settembre 2013 17:29

Porta Barete, Cialente riceve inquilini: "Aspettiamo parere Sovrintendenza"

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"Siamo famiglie che, dopo quattro anni dal sisma, non sanno cosa fare e dove andranno a finire", denuncia, accorata, dentro la sede del Comune dell'Aquila, un'anziana inquilina proprietaria di un appartamento del palazzo appena abbattuto in Via Roma 207, proprio sopra le mura urbiche di Via Vicentini. In base al progetto di recupero di Porta Barete - annunciato dall'amministrazione e suggerito da monsignor Orlando Antonini - lì non sorgerà più "com'era e dov'era" lo stesso palazzo in cui, questa inquilina, comprò casa appena fu costruito negli anni '70 "quando via Vicentini era un prato e al posto di palazzo Del Tosto c'erano le pecore". L'edifico verrebbe dislocato altrove, magari con un premio di cubatura ereditato dal Piano Casa.

La signora (che non vuole dire il suo nome) è arrivata per la seconda volta in quattro giorni da Roseto, dove in conseguenza del sisma del 6 aprile 2009 vive con l'autonoma sistemazione in attesa di poter rientrare a L'Aquila, e dalle 8 di mattina aspetta di essere ricevuta dal sindaco Massimo Cialente che, venerdì scorso, ha rimandato l'incontro coi condomini posticipandolo a martedì.

via roma 207Insieme a lei gli altri inquilini: una quindicina di famiglie in tutto, a cui vanno aggiunte le altre di via Santa Croce, poco sopra. Tutte coinvolte nel progetto di "Porta Barete", annunciato in pompa magna ad agosto dall'amministrazione comunale.
"Ne siamo venuti a conoscenza dai media", raccontano arrabbiati i residenti, a cui la notizia è arrivata come un fulmine a ciel sereno. Abbiamo il progetto dei lavori di ricostruzione fatto e approvato anche dalla sovrintendenza e il contributo già assegnato - spiega Daniela Piancatelli, figlia di una coppia di residenti e portavoce improvvisata del gruppo di cittadini: in caso di dislocazione ci saranno da pagare anche i lavori, inutili, fatti finora. Chi lo farà?".

Quando il Sindaco, a mezzogiorno, finalmente li riceve, prende tempo: "Non si va da nessuna parte fino a quando la sovrintendenza non sarà in grado di valutare quello che c'è sotto terra. Datemi una ventina di giorni".

Nel dibattito cittadino che ha coinvolto, nell'ultima settimana, anche alcuni storici infatti, è iniziata a circolare la voce che di Porta Barete non ci sia più traccia dato che non fu mai ricostruita dopo il '700. Informazione di cui, però, non si faceva menzione alcuna in estate. Quello che resterebbe oggi è un antiporta ogivale che si trova tra le mura urbiche che affacciano su via Vicentini. 

Ma i cittadini lamentano anche una mancanza generale di informazione riguardo il progetto stesso che "sta avvenendo tutto in segreto" dicono, e chiedono che si apra subito un tavolo.

Al di là dell'importanza che potrebbe ricoprire il piano di riqualificazione dell'area, infatti, prima di annunciarlo in pubblico - davanti a centinaia di persone nell'incontro "Riscopriamo la bellezza" a cui partecipò anche Massimo Cacciari - l'amministrazione avrebbe dovuto aprire un confronto coi legittimi proprietari dei palazzi che andrebbero dislocati ancora non si sa bene dove.

"Perché solo a noi?" è un'altra delle domande che si pongono. "Sta emergendo che per parecchi interventi la sovrintendenza dovrà decidere il da farsi", risponde il sindaco Cialente, toccando il complesso tema generale delle sostituzioni edilizie oltre il "com'era dov'era".anteporta

Fatto sta che "la riscoperta della bellezza" a cui punta l'amministrazione per molti significa incertezza che si aggiunge ad incertezza, prolungamento dei tempi di ricostruzione e la sensazione di non essere coinvolti sufficientemente su scelte che riguardano il proprio futuro nella città che cambia.
Dopo il braccio di ferro vinto da Aielli sull'indipendenza del suo ufficio speciale, ora il Comune potrebbe iniziare ad accorgersi che uno degli "spot" della ricostruzione, Porta Barete, potrebbe non andar liscio come l'olio.

L'associazione Policentrica ha voluto sottolineare come l'ipotesi di sistemazione dell'area di Porta Barete "contiene senza dubbio alcuni elementi di novità nel suo tendere ad una riqualificazione di un'area di grande interesse storico, a suo tempo disconosciuta e sepolta sotto il cemento della speculazione edilizia". Tuttavia, l'annunciata operazione mostra anche gravi criticità sia nel metodo che nel merito.
"Nel metodo, è del tutto inaccettabile che – com'è ormai consuetudine – eventuali decisioni riguardanti beni comuni vengano assunte in segreto, senza trasparenza, senza alcuna visione sistemica e senza condivisione con i cittadini, chiamati unicamente a prendere atto di scelte fondamentali riguardanti l'aspetto e la funzionalità della città. Ribadiamo in proposito che argomenti di tale portata meriterebbero una profonda discussione in una sede civica che solo un Urban Center (ormai lungamente invocato) potrebbe esprimere al meglio, ma che sarebbe opportuno per il momento affidare almeno ad una conferenza permanente urbana altamente rappresentativa.

Quanto al merito conclude l'associazione - è nostra opinione che non avrebbe senso un limitato intervento sull'antiporta Barete (o su ciò che ne resta) senza che esso sia inquadrato in un progetto complessivo di riqualificazione delle mura urbiche che corrono, con poche interruzioni, dalla Fontana Luminosa fino alle prossimità del fiume Aterno".

progetto vicentini antoniniI lavori di riqualificazioni delle mura antiche, dal costo di 12milioni, sono iniziati e comprenderebbero anche un'ipotesi di mura ed archi costruiti ex novo, all'altezza della nuova rotatoria davanti via Vicentini. Ma l'idea dell'assessore Pietro Di Stefano è, più in generale, quella di cambiare l'intero volto dell'ingresso occidentale della città partendo da Piazza d'Armi, passando per Viale Corrado IV fino a Via Roma. Questa, secondo i piani dell'assessorato alla ricostruzione, sarà privata del terrapieno su cui si innesta il ponte su Via Vicentini. Il suo ingresso, che nella parte iniziale diventerà alberata, sarà consentito dalla stretta Via dei Marsi.

"Un intervento - spiega sempre Policentrica - che comunque condotto, andrebbe a trasformare profondamente parti della città dal forte valore identitario". Per questo l'associazione chiede "che la sistemazione dell'area dell'antica Porta Barete scaturisca da una gara di idee e di progettazione, come già avvenuto per Piazza d'Armi".

Lo scorso venerdì gli assessori Alfredo Moroni e Pietro di Stefano insieme al sindaco Cialente si sono recati in ospedale a far visita al nunzio Apostolico Antonini per confrontarsi nuovamente sul progetto. Riscoperta di Porta Barete o meno, la città tutta - nel frattempo - meriterebbe di essere aggiornata e maggiormente coinvolta sulle idee che si intendono realizzare sul bene comune che rappresenta quell'area.

Ultima modifica il Mercoledì, 18 Settembre 2013 18:53

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