Mercoledì prossimo il filosofo, esponente nazionale del Partito democratico ed ex Sindaco di Venezia, Massimo Cacciari, sarà a L'Aquila nell'ambito del convegno "Recuperiamo la bellezza. L'Aquila modello di rinascita tra identità e futuro".
All'incontro, promosso dalla società specializzata in comunicazione creativa One group - e che si terrà nella basilica di San Giuseppe artigiano in Via Sassa - saranno presenti tra gli altri anche il Ministro dei Beni Culturali Massimo Bray, l'Assessore alla ricostruzione del comune dell'Aquila Pietro Di Stefano, lo studioso ecclesiastico Orlando Antonini. Per il Ministro sarà l'ennesimo ritorno all'Aquila dopo essere intervenuto, lo scorso maggio, in una occasione simile: l'iniziativa di centinaia di storici dell'arte che, capitanati da Tomaso Montanari, si riunirono al grido di "salviamo L'Aquila" nella stessa chiesa detta anche di San Biagio.
"Bisogna fare in modo che L'Aquila rinasca in bellezza - ha affermato Francesca Pompa presidente di One group - fornendo indicazioni precise su come intervenire sui monumenti e gli aspetti storici della città in modo che questi ci permettano anche in futuro di puntare sul turismo. Recuperare la bellezza - ha aggiunto l'organizzatrice dell'incontro di meroledì - vuol dire, però, recuperare anche la qualità della vita nelle strade, nei locali negli uffici ad esempio".
Entusiasta dell'iniziativa l'assessore Pietro Di Stefano: "Dobbiamo recuperare il valore e l'ideale di bellezza - ha dichiarato l'assessore - come motore delle nostre azioni. Questo convegno rappresenta dunque l'occasione per avviare, tutti insieme, amministratori, istituzioni e cittadini, una riflessione che conduca a rafforzare un percorso condiviso".
Come esempio di bellezza, l'assessore prende le mura urbiche affermando che "proprio oggi inizieranno i lavori sulla tratta vicino la stazione, all'interno di un progetto di 12milioni di euro che vede la riqualificazione complessiva delle mura antiche". Presto, assicura Di Stefano "verranno affrontati i lavori per riportare all'antica bellezza anche Porta Barete dove attualmente sorge un blocco di cemento all'ingresso di Via Vicentini".
Per Di Stefano "la qualità e la bellezza restano in centro storico se resta la città medioevale altrimenti si altera il senso della città".
Allo stesso tempo, però, l'assessore alla ricostruzione non nasconde di avere in mente alcune variazioni: "Chiedo, ha senso mantenere il ponte Belvedere in città?". Ma Di Stefano parla anche di modifiche per quanto riguarda l'area militare affianco la Basilica di San Bernardino, fino al terremoto di proprietà militare. Resta comunque il tema della certezza dei fondi "se non ce li danno, resteranno solo idee per depliant".
Oltre alla questione dei fondi, quando si parla di ricostruzione del centro storico e bellezza, andando nello specifico, sono vari i temi e le contraddizioni che si aprono e che dovranno ancora essere affrontati, speriamo con una visione il più possibile "collettiva" per usare un'espressione utilizzata dallo stesso Di Stefano.
Uno di questi temi è quello del vasto patrimonio ecclesiastico presente in centro storico e la natura privata dei consorzi. L'Ance ha recentemente sollevato una discussione fatta di botte e risposte che ha coinvolto la Chiesa in merito alla ricostruzione della sede dell'Arcivescovado in Piazza Duomo: "un conto è l'Arcivescovado, un altro sono le Basiliche i cui lavori devono essere seguiti anche dalla soprintendenza dei Beni Culturali perché sono beni particolari e disponibili" chiarisce Di Stefano che si chiede: "I lavori su Santa Maria Paganica, possono essere lasciati solo alla decisione della proprietà, cioè del Parroco?".
L' assessore fa capire, insomma, che le scelte non possono essere lasciate esclusivamente ai consorzi privati perché "i soldi sono pubblici" - tema già trattato da questo giornale - e cita il caso dei bellissimi cortili presenti nel centro storico, chiusi nei palazzi privati e che se fossero stati restaurarti e trattati più come un bene della città, avrebbero avuto un destino migliore e non sarebbero "miserabilmente crollati", afferma Di Stefano che fa anche riferimenti espliciti: "uno su tutti quello di Palazzo dei Tartari in via dei Rustici, traversa di Via Cascina".
Altra questione spigolosa quella legata alla compatibilità di bellezza e tutela con il tema della sicurezza, questione già trattata da old.news-town.it. I beni sotto tutela, infatti, possono andare in deroga ben al di sotto la soglia dell'80% di antisismicità obbligatoria per gli altri edifici, ma Di Stefano assicura: "La De Amicis verrà restaurata in sicurezza con fibre legate dentro l'intonaco che restituiranno sicurezza senza incidere sulla qualità dell'estetica. Oggi la tecnologia ci permette di farlo" e aggiunge che "la Facciata della Basilica di San Bernardino è rimasta illesa dal terremoto proprio in virtù di un restauro che comprendeva la messa in sicurezza".
Non esiste bellezza che tenga senza sicurezza, su questo, anche mercoledì prossimo, dovrebbero essere tutti d'accordo.