Che l'INGV fosse sul punto di lasciare la sede nel centro storico cittadino, l'avevamo scritto nel gennaio scorso [leggi l'approfondimento], raccontando la vicenda di Palazzo Valentini, in via dell'Arcivescovado. Era noto sin da allora, inoltre, che la sede aquilana dell'Istituto - inaugurata nel giugno 2013 con un finanziamento del Miur di 8 milioni di euro, nell'ambito del così detto 'Progetto Abruzzo' di durata quinquennale, poi prorogato fino alla fine del 2016 - sarebbe andata incontro ad un forte ridimensionamento, se non fossero stati garantiti ulteriori finanziamenti.
Così come già accaduto, d'altra parte, con l'Accademia di Protezione civile, al secondo piano dello stesso stabile che, oggi, ne abbiamo scritto diffusamente, ospita anche un call center.
Il personale è andato diminuendo, col tempo. I trenta ricercatori INGV erano al lavoro, infatti, sul progetto in scadenza alla fine dell'anno: ne sono rimasti una ventina, alcuni sono andati altrove, altri verranno dirottati su studi diversi. Eppure, erano impegnati su una iniziativa che pure ha una valenza importantissima, occupandosi di pericolosità e rischio sismico di tutto l'Abruzzo e, in particolare, della rielaborazione della mappa del rischio sismico nazionale.
Cosa ne sarà della sede aquilana dell'INGV, dopo Natale, difficile a dirsi. Intanto, lascerà gli uffici di via dell'Arcivescovado e, a giorni, si trasferirà in nuovi uffici, in zona Villa Comunale. Perché si possa mantenere almeno un presidio in città, seppur ridotto, servirà comunque una convenzione tra Ingv e Regione Abruzzo che dovrebbe garantire dei fondi. Passi avanti, in questo senso, non se ne sono fatti. "Evidentemente, la difesa dei terremoti non è una priorità politica", ha dichiarato il sismologo Fabrizio Galadini in una intervista al Sole24Ore. Pur promettendo di non voler smettere di lottare: "Questa struttura è insostitubile", ha ribadito.
Parole che hanno avuto il pregio di dare una scossa al mondo politico regionale. Il Consigliere regionale pentastellato, Riccardo Mercante, ha annunciato una interrogazione al governatore Luciano D'Alfonso "per sapere se sia vero che, nel silenzio di tutti, stia per chiudere i battenti, il prossimo 31 dicembre, la sede aquilana dell’INGV”. A distanza di pochissime settimane dal terribile terremoto che ha devastato Amatrice ed ha colpito duramente anche il nostro territorio - ha ricordato Mercante - "sta per scomparire una struttura che ha, tra le sue finalità, proprio quella di studiare le dodici faglie che attraversano il sottosuolo abruzzese e che sono state causa, fino ad oggi, di fenomeni sismici di spaventosa intensità come quello de l’Aquila del 2009. Ed uno dei compiti principali dell’istituto è il controllo della sismicità della faglia di Campotosto, sita sotto l’omonimo lago che, in caso di rottura delle dighe, riverserebbe le sue acque sull’intera valle del Vomano".
Un ruolo strategico che la struttura aquilana non potrà più svolgere per mancanza dei fondi necessari. "Una lacuna gravissima – ha ribadito il consigliere pentastellato – soprattutto ove si consideri che attraverso una opportuna attività di studio e prevenzione, così come accade in altri paesi come la California od il Giappone, sarebbe possibile ridurre al minimo, se non azzerare, gli effetti devastanti dei terremoti, sia in termini di vite umane che di danneggiamenti al patrimonio artistico ed edilizio. Prevenzione che da noi è fortemente deficitaria e che, con la chiusura della sede aquilana dell’INGV, rischia di scomparire completamente, nonostante l’Abruzzo sia la Regione a più elevato rischio sismico non solo d’Italia ma di tutta l’Europa".
"Proprio per questo – ha concluso Mercante – ritengo necessario un intervento da parte della Regione su tale questione così come sulla predisposizione di un sistema di allarme presso la diga di Campotosto come da me richiesto con una apposita risoluzione. Quando si parla di terremoti non ci si può affidare al caso ma occorre agire in tempo per evitare che si verifichino nuove tragedie”.