Appuntamento alle 15, in via Saragat, nella sede della Uil.
I sindacati hanno convocato un'assemblea aperta, per discutere con gli ex lavoratori del polo elettronico che attendono di essere ricollocati il piano industriale presentato da Accord Phoenix il 24 ottobre scorso, in Regione. "Ci auguriamo una larga partecipazione all'assemblea, soprattutto da parte dei politici", ha chiarito Clara Ciuca della Uilm ai microfoni de 'Il Centro'. Al momento, a confermare la presenza è stato il vice presidente della Giunta regionale Giovanni Lolli. Non è chiaro se parteciperanno anche rappresentanti della società.
Cosa sappiamo, fino ad ora?
Sappiamo che l'investimento è pari a 48 milioni di euro: 10.7 arriveranno dal 4% dei fondi per la ricostruzione destinati allo sviluppo economico. L'impianto tratterà rifiuti d'apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE), seppure Assoraee di Fise Unire/Confindustria l'abbia definito "sproporzionato" per capacità operativa "rispetto alle correnti esigenze di mercato". Stando all'ultima visura camerale prodotta, l'attività prevalente che l'impresa eserciterà è la "produzione di rame e semilavorati, di alluminio e semilavorati, di piombo, zinco e altri metalli".
Accord Phoenix dovrebbe trattare, con la prima linea, 25 mila tonnellate di rifiuti l'anno di materiale elettrico ed elettronico. E tra l'altro, 8 mila tonnellate di cavi che, in un primo momento, la società aveva negato di voler processare. Una volta lavorati, i materiali ferrosi dovrebbero essere venduti al borsino dei metalli, la plastica in Germania. Non sappiamo altro: non si è fatto cenno ad un portfolio clienti disponibili ad acquistare i materiali trattati, né sono state fornite indicazioni certe su dove verranno reperiti i Raee.
Per quel che riguarda i livelli occupazionali, ad oggi i dipendenti sono 22: 13 assunti tra coloro che erano già impiegati all'ex polo elettronico, e poi 3 amministratori, un ingegnere tecnico ambientale, un ragnista con esperienza pluriennale, due tecnici saldatori industriali, due commerciali addetti ad acquisire i materiali e poi a vendere i prodotti ricavati e un consulente, un tecnico scozzese, progettista delle macchine e del ciclo produttivo. La società ha assicurato che procederà all'assunzione di altre 58 persone, in due step: il primo in novembre e, l'altro, entro i primi mesi del 2017. In totale, dunque, i dipendenti saranno 80, con 60 lavoratori che verranno riassorbiti dall'ex polo elettronico: il 50% da Finmek e il 50% da Fida, Intercompel e P&A Service.
In realtà, erano state 'promesse' 129 assunzioni. Si dovrà attendere l'avviamento della seconda linea di produzione che, tuttavia, stando agli accordi con Invitalia, potrà essere finanziata soltanto a 9 mesi dall'entrata in produzione effettiva della prima. Poi, ci vorranno dei tempi tecnici per l'inizio delle lavorazioni. Insomma, se tutto andrà per il verso giusto, senz'altri intoppi, se ne riparlerà nel 2018, ad essere ottimisti.
Sappiamo, inoltre, che il 30 dicembre 2015 la società è stata trasformata da Srl in Spa, e il capitale sociale è passato da 10 mila a 6 milioni e 995 mila euro, deliberati, sottoscritti e interamente versati. Il presidente del Consiglio d'amministrazione è Ravi Shankar, banchiere internazionale di origini indiane che il cda ha nominato amministratore delegato. Sono stati indicati consiglieri Francesco Baldarelli, delegato a rappresentare la società - senza potere di spesa - innanzi a qualsiasi ente pubblico, istituzione, amministrazione, autorità fiscale o rappresentanza sindacale, e dinanzi a qualsiasi soggetto terzo per fini di gestione e coordinamento delle attività commerciali; Michele Polini, delegato a effettuare tutti i pagamenti di legge, senza limitazione alcuna; Robert John Young, che dovrà intrattenere i rapporti con gli istituti bancari e creditizi e stipulare contratti di finanziamento, conto corrente, leasing, cessione dei crediti e così via, con potere e gestione di ogni aspetto riguardante il personale; Adam Andrew Weber, che avrà - più o meno - gli stessi compiti di Young.
Young e Weber sono, rispettivamente, Deputy CIO and Senior Portfolio Manager e Head of Structuring di 'Orchard Global Asset Management', fondo con sede fiscale in Irlanda, che ha acquistato le quote fino a poco prima detenute da un trust cipriota schermato [Leggi gli approfondimenti, qui e qui].
Qual è la composizione societaria? Il 65,5% del capitale sociale, pari a 4 milioni 581 mila e 725 euro sono di proprietà di Accord Phoenix Holdings Ltg, impresa maltese con sede a La Valletta riconducibile a Ravi Shankar; il 9.5%, pari a 664 mila e 525 euro, invece, è di Francesco Baldarelli; il 25%, per 1 milione 748 mila 750 euro è della AO Funding Limited, società con sede a Gran Cayman e quartier generale in Irlanda, gestita da 'Orchard Global Asset Management'.
Il Collegio sindacale è presieduto da Aurelio Luca Guarna, sindaci sono Antonio Zecca e Guido Sazbon (supplenti Luca Zoani e Stefania Bettoni).
A leggere la visura camerale, infine, si comprende anche il motivo dell'arrivo nel sito di Pile di vecchi monitor: tra le unità locali, infatti, è indicato un ufficio laboratorio, avviato il 1° agosto 2016, per lo smontaggio di monitor, schermi normali e flat screen.