Venerdì, 04 Novembre 2016 17:10

Terremoto, ecco il decreto: pratiche più snelle per il ripristino d'agibilità

di 

Il Consiglio dei ministri riunito stamane ha approvato il nuovo decreto con le misure per affrontare l'emergenza post-terremoto. Un provvedimento ancora modificabile, prima della discussione in Parlamento, con i dettagli tecnici che saranno negoziati più avanti. Intanto, ci sono le prime risposte alle popolazioni del centro Italia.

Come previsto, il testo contiene la definizione aggiornata di cratere del sisma, oltre a provvedimenti su agricolatura, scuole e beni culturali. Con l'obiettivo dichiarato di snellire la macchina burocratica.

Innanzitutto, l'assistenza alla popolazione: il decreto prevede che il Dipartimento di Protezione civile, con procedure rapide e trasparenti, possa acquisire i container e, sulla base delle indicazioni dei Comuni, individuare le aree dove installarli.

Per la messa in sicurezza del patrimonio storico e artistico, i Comuni interessati potranno operare direttamente gli interventi indispensabili, dandone comunicazione al Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo. All'Anas, invece, il compito di intervenire con urgenza per la messa in sicurezza e il ripristino della viabilità delle infrastrutture che rientrano nelle sue competenze e di quelle degli enti locali devastati dalle scosse che si succedono ininterrottamente.

Come detto, il testo prevede anche misure urgenti per consentire la prosecuzione delle attività didattiche - dalle modalità di composizione delle classi a quelle di assegnazione del personale docente - e a sostegno delle attività produttive, in particolare zootecniche, con lo stanziamento di dieci milioni di euro per i settori del latte, della carne bovina, ovicaprino e suinicolo.

Inoltre, per la gestione della mole di procedimenti che i Comuni si trovano a dover attivare, il provvedimento autorizza l'assunzione a tempo determinato di personale di tipo tecnico ed amministrativo, fino ad un massimo di trecentocinquanta unità. Previsto anche il rafforzamento della struttura della Protezione civile e di quella del Commissario straordinario alla ricostruzione.

Dunque la misura più attesa, concertata con i presidenti delle Regioni colpite, vice commissari alla ricostruzione, per favorire il rientro degli sfollati nelle abitazioni con danni lievi, che hanno bisogno d'interventi di immediata riparazione. Per procedere al ripristino dell'agibilità, ai proprietari basterà presentare apposito progetto firmato da un qualsiasi professionista abilitato che documenti il nesso di causalità tra il sisma e lo stato della struttura, oltre alla stima del danno.

Come detto, un provvedimento atteso: soltanto in Abruzzo, sono oltre 12mila le segnalazioni di cittadini che hanno chiesto la verifica dell'agibilità della loro abitazione. Nel dettaglio, le richieste finora pervenute - aggiornate al 2 novembre - riguardano 11.984 verifiche di agibilità su edifici privati, distribuite per lo più tra le province di Teramo (7.244) e L’Aquila (4.127). Si aggiungono le 633 domande avanzate dai residenti nei comuni pescaresi. Poi, ci sono gli edifici di culto: altre 346 richieste sparse in tutta la regione. Senza contare quelle relative agli edifici strategici (198), come ospedali e prefetture, e a quelli scolastici (altre 265). Numeri che comprendono anche tutti gli stabili già dichiarati agibili, dei circa 4 mila segnalati, dopo il terremoto del 24 agosto che ha distrutto Amatrice, Accumoli e Arquata del Tronto. E che, dopo il sisma del 30 ottobre, dovranno essere nuovamente verificati.

Sarebbe stato impossibile per le amministrazioni municipali soddisfare le migliaia di richieste, per la carenza di tecnici abilitati. Con la norma introdotta nel decreto, è stato rimosso il vincolo che - fino ad oggi - permetteva soltanto ai tecnici con l’abilitazione di agibilitatori - quelli della Regione Abruzzo sono in tutto un quindicina, già impegnati a tempo pieno nei sopralluoghi - di effettuare le verifiche. E così, si potranno accellerare le pratiche istruttorie, consentendo alle famiglie di poter tornare a casa, se i danni, come detto, sono lievi.

"Il decreto dà una prima importante risposta alla quantità di richieste di verifica", ha sottolineato il governatore Luciano D'Alfonso in un'intervista a 'Il Centro'. "Un risultato reso possibile grazie alla grande disponibilità dimostrata dal governo a recepire le istanze sollevate dai comuni", ha aggiunto.

Ultima modifica il Venerdì, 04 Novembre 2016 17:25

Articoli correlati (da tag)

Chiudi