Lunedì, 30 Settembre 2013 17:15

La Protezione civile dopo L'Aquila. Parola d'ordine: non tranquillizzare

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TGR Marche 29/9/2013

"Il terremoto ci preoccupa nel senso che ce ne occupiamo prima, sensibilizziamo la popolazione e allertiamo le strutture. Ci si aspetta che qualcuno dica 'state tranquilli', ma siccome state tranquilli non lo dirà nessuno, noi diciamo'preoccupatevi', ma nel senso etimologico del termine 'occupatevene prima".

Parole di Franco Gabrielli, ex prefetto dell'Aquila e attuale Capo della protezione civile, rilasciate il fine settimana scorso ad Ancona, ai microfoni del TgR Marche. Occasione l'iniziativa "Terremoto io non rischio", organizzata in più di 200 piazze italiane e che, qui a L'Aquila, ha scatenato un botta e risposta tra lo stesso Gabrielli il vice sindaco Roberto Riga, costretto a riconsegnare al Sindaco la delega alla protezione civile. 

Con le scosse che stanno interessando il Conero, l'ex prefetto ha inteso sensibilizzzare alla prevenzione e alla sicurezza sismica. Il contrario di quanto fatto da alcuni personaggi interni alla Protezione civile al tempo del suo predecessore Bertolaso, condannati in primo grado nel processo alla Commissione grandi rischi, per aver detto di "stare tranquilli" e quindi aver rassicurato una parte della popolazione del capoluogo abruzzese.

Ha scritto il giudice Marco Billi nella sentenza: "Gravi profili di colpa si ravvisano nell'adesione, colpevole e acritica, alla volontà del capo del Dipartimento della Protezione Civile di fare una 'operazione mediatica' che si è concretizzata nell'eliminazione dei filtri normativamente imposti tra la Commissione Grandi Rischi e la popolazione aquilana. Tale comunicazione diretta, favorita dall'autorevolezza della fonte, ha amplificato l'efficacia rassicurante del messaggio trasmesso, producendo effetti devastanti sulle abitudini cautelari tradizionalmente seguite dalle vittime e incidendo profondamente sui processi motivazionali delle stesse", si legge nel dispositivo. "Dalla condotta colposa degli imputati è derivato un inequivoco effetto rassicurante".

Se la Commissione allora fu rassicurante, Franco Gabrielli sembra oggi voler correre ai ripari con una precisa operazione di revisione linguistica .

"Il Paese - ha ricordato Gabrielli ai microfoni di sky tg 24 - ha bisogno di essere reso consapevole, non tranquillizzato. Va posta alla sua attenzione la sismicità che è un fatto naturale: contano i comportamenti, dal mettere in sicurezza gli edifici, ad avere dei comportamenti adeguati nei momenti di crisi. E poiché "il 65% del nostro paese è esposto a sismicità, direi che ci dobbiamo preoccupare un po' tutti".

Da molti pezzi di istituzioni e mondo scientifico bollata come un "processo a Galileo", la sentenza del processo alla Commissione grandi rischi, sta provocando piuttosto una vera rivoluzione copernicana sulla comunicazione del rischio.

Gabrielli però ha anche voluto sottolineare, sempre ai microfoni del telegiornale regionale marchigiano, che "questa terra si è pre-occupata prima nel realizzare edifici compatibili con la sismicità e nel costruire un sistema di protezione civile, quello Marchigiano, eccellenza italiana".

Ultima modifica il Lunedì, 30 Settembre 2013 23:52

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